Il portico dorato - Un pescatore - L'ospite
Sono circa le 18.30 e scendo dall'auto di mio padre che per qualche ragione m'ha accompagnato a Padova. Nel buio mi lascia in una strada del centro cittadino a quell'ora già deserta. Il blu cobalto del cielo avvolge chiese e palazzi storici di cui nulla m'importa, una nebbiolina fitta e fredda ne sfuma i contorni. Comincio a camminare sotto i portici luminosi e dorati, pensando che quella sia l'unica zona sicura nell'oscurità e nell'assenza d'anima viva. D'un tratto, invece, da dietro una colonna, spunta un uomo già avanti con gli anni, visibilmente ubriaco e minaccioso, giacca e cappello impermeabili gialli come quelli d'un pescatore, una pistola in mano che fa roteare nell'aria, con cui gioca, che mi punta addosso completamente privo della consapevolezza di rappresentare un potenziale pericolo. Mi butta a terra con violenza, poi veloce s'allontana. L'ho scampata, ma sono tremendamente scossa. La gente intorno chiama poliz