Corpo, Mente, Cuore e l'Ombra

Corpo, Mente e Cuore erano tre persone distinte, ma anche parte di un'unica entità.
Corpo era una giovane donna aggraziata, spavanda, libera, e dolce. Andava in giro con il suo vestito lungo pieno di balze che le disegnava intorno cerchi di colore, di luce e d'incanto a ogni passo.
Mente era un giovane uomo che spesso s'accompagnava a Corpo e le faceva da cavaliere. Prestante, amava conversare quanto stare in disparte, dove coltivava nella solitudine i suoi mille pensieri.
Cuore era un bambino ingenuo e sensibilissimo di sei anni. Tediava spesso Cuore con tante domande - un fratellino che le salterellava intorno con continui 'perché?'.

Un giorno Corpo incontrò l'Ombra. L'Ombra era abitualmente una sagoma maschile di colore grigio, e mai appariva nella sua concretezza se non a Corpo e talvolta a Mente. Quasi mai a Cuore.
Per frequentare l'Ombra - cosa cui Mente e Cuore erano contrari - Corpo decise (com'era sua abitudine, ché se si metteva in testa qualcosa procedeva anche a compiere atti di restrizione della libertà altrui con estrema naturalezza) di incarcerare Mente e Cuore in due celle distinte, ma contigue, in una buia e fredda caverna.

Non è che l'Ombra rifiutasse Mente e Cuore, ma si sentiva a disagio in loro compagnia. Per meglio dire, l'appassionava la compagnia di Mente - anche se talvolta lo trovava un po' pesante con tutti quei discorsi sul senso ultimo della vita, della morte, della sofferenza, della follia - mentre lo mandava nel panico il rapporto con Cuore: non che non gli volesse bene (sentiva un profondo e istintivo affetto per il 'fratellino' di Corpo), ma non sapeva proprio come relazionarcisi. Ogni volta che cercava di farlo stare bene, sbagliava, così che Cuore stava male - era un bambino davvero fragile! - e l'Ombra a sua volta si ritraeva con una sensazione di incapacità che provocava un infinito dolore a Corpo che assisteva alla scena.

Così Corpo rinchiuse Mente e Cuore - solo ogni tanto portava il primo con sé, e ancor più raramente il secondo. Le conversazioni con loro, quando Corpo era lontana dall'Ombra e andava a trovare gli altri due in cella, erano sempre interessanti con Mente - cui poco importava di stare rinchiuso, tanto sapeva che prima o poi sarebbe stato liberato e pertanto ne approfittava per leggere e pensare per conto proprio - e molto tristi con Cuore. Eppure Cuore non muoveva a Corpo alcuna accusa, neanche quella d'essere stato rinchiuso. Come d'agire abituale dei bambini, anzi, quando Corpo non c'era si rincantucciava in un angolo e si copriva semplicemente gli occhi con entrambe le mani: "se non vedo ciò che accade, non sta accadendo" - pensava.

Un giorno Corpo vide Cuore in un angolo, e si accorse di questa sua strategia di sopravvivenza. Quel giorno le vibrò qualcosa dentro con una forza tremenda. Aprì la cella, entrò, e chiamò Cuore a sé prendendolo in braccio. In quell'istante, Cuore si trasformà in un piccolo koala - una massa di carne morbida e pelo che si adatta alle forme di chi lo tiene stretto a sé.
Corpo ebbe un momento di panico - era letteralmente terrorizzata dal rischio che Cuore, ormai privo di qualsiasi 'struttura' propria, le potesse scivolare dalle braccia e cadendo a terra potesse morire. Così lo strinse forte in una presa salda, e cominciò a sussurrargli piano all'orecchio "stai tranquillo, amore mio, tra poco sarà tutto finito", mentre Cuore tremava e piangeva esausto.

E fu così che Corpo parlò con l'Ombra, le spiegò che anche Mente e Cuore gli volevano molto bene, ma che doveva prendersi cura di loro - quello era il senso della sua vita: 'tenere insieme tutti i pezzi che la componevano'.
Disse all'Ombra che le dispiaceva tantissimo non essere riuscita non solo a tenere insieme i propri pezzi, ma anche quelli suoi - ovvero quelli dell'Ombra - perché l'Ombra sarebbe stata una persona magnifica, se fosse riuscita a fare questo.
E disse anche che lo stimava per la sua purezza d'animo, e per gli infiniti tentativi fatti per prendersi cura anche di Mente e di Cuore, ma che il tutto non stava semplicemente funzionando.
Infine gli chiese perdono perché, se si fosse trattato solo di Mente, probabilmente ce l'avrebbe fatta, ma si trattava anche di Cuore.

In realtà non c'era bisogno di chiedere perdono, perché l'Ombra stessa aveva una grande sensibilità e aveva capito che Corpo doveva prendersi cura prima di tutto di quel fratellino ingenuo e fragile di Cuore. Corpo fu grata di tutto all'Ombra - d'essere stata tanto amata pur se con così tanti errori, e anche d'aver imparato un nuovo modo di mettere insieme le storie dai propri sogni. Gli augurò ogni bene e se ne andò, tenendo per mano da una parte Mente - che come sempre le fece da cavaliere - e dall'altra Cuore, che riprese a saltellarle intorno con domande assurde e anche un po' malinconiche, cui Corpo rispondeva come sempre con infinita dolcezza.

Cuore era ingenuo, fragile e sensibile, ma non stupido, e aveva visto tutta la dolcezza - pur nella sua inadeguatezza - che c'era nell'Ombra, e tutto l'amore con cui questi avrebbe voluto amarli tutti e tre.

Commenti

gattonero ha detto…
Bella favola, tenera, dolce e amarognola allo stesso tempo.
In fondo l'Ombra è dentro ciascuno di noi, è quella che fa da collante tra il Corpo, la Mente e il Cuore.
C'è chi la chiama Anima, ma in realtà si tratta di una specie di navigatore satellitare, attento che le tre parti, pur restando distinte e separate, procedano sempre insieme per la strada giusta.
Se una delle tre sbanda, la richiama all'ordine; se il richiamo cade nel vuoto si rende indispensabile la revisione, prima che tutto vada a catafascio.
Infatti i tre personaggi sono inscindibili uno dall'altro, ed è cosa buona che nessuno abbia il sopravvento sugli altri.
Ciao, Minervuccia, buona giornata.
Minerva ha detto…
In realtà ognuno può vedervi ciò che vuole/sente e interpretarla anche in modi molto diversi. Io sono in fase riflessiva - sarà per questo che mi vengono questi sogni...
Bacio a te, caro.