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COSE CHE HO CAPITO DI RECENTE QUANDO NON E' ANCORA TROPPO TARDI.

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Stare lontana, pur se per lavoro, mi ha permesso di pensare un po' alla mia/nostra vita (ne parlai già qui in passato, del bene che fa l'andare altrove) Il passato ha due facce: quello della * sicurezza * - di luoghi, persone, impegni, valori cui tornare e che ti impediscono a volte di dare di matto rispetto a una realtà assurda - e quello del * fardello * - ovvero di una prigione in cui ci si è (auto)confinati, in cui ogni giorno si portano avanti gli elementi suddetti non come volontà, bensì come obbligo e condanna. La vita scorre allora magari confortevole lungo binari prestabiliti, ma talvolta costellata di rimpianti, e alla fine insoddisfacente. L'umore altalenante, la nostalgia delle vite non vissute, il tempo che fluisce in modi non naturali - a volte contratti, a volte dilatati - minano la psiche, l'emotività e la salute, e tutto ciò ci rende ancora più fragili. Vi sono coloro che sono iper-riflessivi (e io sono tra quelli) e an

Fischia che ti passa

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Scendo dall'auto e sento fischiettare Siam tre piccoli porcellin , mi giro e vedo il vecchietto pedalare placido, lento e sereno. "Che bello sentir fischiettare" - gli dico - "fa veramente piacere!". E lui: "Che bello sentire che qualcuno ancora apprezza!". Un bel sorriso reciproco e mi passa oltre, mentre apro il portone. Niente: vorrei che tutto il mondo fischiettasse continuamente - per strada, sul bus, all'ufficio postale. A dimostrare che siamo ancora vivi, vegeti, e magari pure allegri, malgrado lo squallore che ci circonda. PS Sta bene fischiare le seguenti. Io, oggi, ho impovvisato l'ultima e mi sono resa conto di farla benissimo!

La vita è una partita di calcio con l'esito già scritto, ma...

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“Ora dimmi, seguace di Dioniso, qual è la cosa migliore e più desiderabile per l’uomo?”, domandò il re Mida al Sileno, e questi, costretto dalla sua insistenza, con voce stridula gli rispose: “Il meglio è per te assolutamente irraggiungibile: non essere nato, non essere, essere niente. Ma la cosa in secondo luogo migliore per te è – morire presto” (F. Nietzsche, La nascita della tragedia ). La vita è come una partita di calcio dall'esito già scritto: la nostra sconfitta al fischio dell'arbitro dell'ultimo minuto. Certo, vivere con questa prospettiva in mente è tragico, ma una volta definiti i confini temporali e spaziali della partita di calcio, non potrebbe essere appassionante giocarla con tutte le energie che abbiamo in corpo pur sapendone già l'esito? Già sapremmo che i goal non conterebbero niente, ma correre e segnarli da prospettive impossibili facendo esultare chi ci circonda e tifa per noi non ci darebbe comunque piacere? Costruire azioni con i

Ho rotto uno specchio... e reinterpretato la conseguenza.

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  Rientrata da poco, ho disfatto i bagagli, fatto le pulizie di casa e messo tutto in ordine. Faccio anche corrente, per cambiare un po' l'aria, mentre seduta al pc evaderò la posta e organizzerò i miei prossimi giorni. D'un tratto sento un rumore sordo alle mie spalle, seguito da quella che è chiaramente la caduta di qualche oggetto e infine il fracasso di vetri che si rompono. Corro in camera temendo si sia rotto un vetro della finestra, e invece no. Vado in bagno, e qui vedo il disastro: un quadro è caduto e ha portato con sé la specchiera antica che tenevo sul mobiletto. Pezzi, frammenti e polvere dello specchio si spandono per tutto il pavimento. Vado a prendere la scopa e comincio a recuperarli, mentre penso "7 anni di sfortuna, mi aspettano 7 anni di sfortuna" e anche "no, non ce la faccio ad averne oltre la sofferenza che combatto abitualmente, oltre tutte le cose che già abitualmente non vanno, non ce la faccio". Ma

Sempre pensato

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(ma anche temere l'amore è proprio dei deboli)

Allineamenti

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"I feel that I'm closed to the centre of things". Questa frase era il titolo di un'intervista a Werner Herzog che lessi vent'anni orsono, tratta da una sua risposta quando il giornalista gli chiese un bilancio provvisorio della sua vita in quel momento. Io non lo so se sono vicina al centro delle cose. Di certo i miei occhi e le mie orecchie sono più aperti rispetto ad alcuni anni orsono, e a guardare e ascoltare a oltranza - senza paura e quindi senza chiusure per il timore del dubbio - si impara. Ma, soprattutto, si sviluppa l'intuizione, checché ne dicano i miei rari detrattori. Davanti ai miei occhi si compongono strutture di atomi in molecole e sistemi biomeccanici complessi, al punto che sempre - mentre mi muovo, parlo, sto in relazione - vivo le due visioni (quella reale e quella mentale) contemporaneamente. Le intuizioni trovano poi conferma nei risultati della ricerca prodotta in ambiti disciplinari distanti da quelli

El poder... ¡Que se joda!

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In queste settimane mi trovo per un piccolo lavoro di ricerca a Barcellona. In questa città ho molti amici, che ogni volta che vi passo cerco di incontrare. L'altro giorno, all'uscita dall'ufficio, ho chiamato un'amica per proporle di vederci e pranzare insieme, e così è stato - con gli ovvi aggiornamenti reciproci dei mesi in cui non ci siamo viste. Dopo un pomeriggio passato nella conversazione più affettuosa - le donne buone, quando si trovano tra loro, sanno riportarsi reciprocamente in equilibrio con la parola meglio di qualsiasi droga o terapia - mi dice che vuole andare alla presentazione del libro di una sua collega , che vi saranno tutte loro e che vorrebbe davvero che io le conoscessi. Non avendo programmi l'accompagno volentieri, per cui ci mettiamo in marcia verso una delle librerie più chic della città, situata nella via dei negozi d'abbigliamento delle marche più altisonanti e costose della moda, e andiamo a sentire di questa raccolta di micro