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Eliminare il verbo DOVERE dal proprio vocabolario

Nove volte su dieci il verbo "dovere" viene impiegato per spiegare la ragione per la quale si fanno cose che in altre condizioni non si farebbero - ovvero per giustificare azioni apparentemente imprescindibili, frutto di scelte operate nel passato. Il che significa che, tanto per cominciare, bisognerebbe stare molto più attenti alle conseguenze - in particolare economiche - delle proprie azioni, e agire con cautela e pensando un po' più in là del momento, ovvero ragionando su lungo periodo, specie se le nostre azioni prevedono ricadute potenzialmente pesanti su noi stessi in termini di responsabilità. Poi, comunque, anche in questo caso, esistono sempre alternative anche se queste - per garantirci la sopravvivenza e per garantirla a coloro dei quali abbiamo responsabilità - significano sempre più perdita di cose, di benefici, di affetti, di frequentazioni importanti: ovvero nessuno dice che le soluzioni alternative (vedi espatri e migrazioni, vendita di tutto ciò...

Crearsi la propria vita (e il proprio senso di questa)

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Bill Watterson è il genio che disegna Calvin e Hobbes . Zen Pencil - che già vi ho presentato proponendovi un suo lavoro terribilmente commovente - ha rielaborato le affermazioni del collega americano, e ne ha realizzato una striscia dalle sue parole sulla società contemporanea, rea di nutrire aspettative nei nostri confronti che ci forza a soddisfare, pena il venir giudicati dei falliti, persone che non sfruttano il proprio potenziale, individui privi dell'ambizione di migliorarsi qualora non rispondiamo positivamente a tale istanza. Di fatto, la sua critica si rivolge a un sistema che ci vuole eterni insoddisfatti - disponibili a venderci in cambio di qualcuno o qualcosa che dia un senso alla nostra esistenza. Ma è ancora possibile trovare il nostro senso alla nostra vita, fare lo sforzo di cercarlo ed essere creativi nel tentativo di individuarlo. Questa stessa ricerca potrebbe renderci più felici.

Ti lamenti? Pigghia lu bastuni e tira fora li denti

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Ti lamenti? Allora via da me. Se c'è una cosa che le donne intelligenti e vive non sopportano sono gli uomini lagnosi e lamentosi, che danno sempre la colpa dei propri insuccessi agli altri, che s'inventano continuamente degli alibi per non fare nulla di nulla per provare a cambiare la propria situazione, che provano invidia nei confronti di chi ce l'ha fatta dicendo sempre che nel caso di costoro non è bravura, ma fortuna, raccomandazione, scaltrezza ecc. - ma in cambio pretendono l'ascolto pietoso e comprensivo della loro tragedia umana e la più totale e incondizionata compassione. Allora io non dubito che spesso "la vita sia ciò che accade mentre stai progettando qualcos'altro" (cit.), così come che talvolta - come nel caso delle relazioni sentimentali - un 50% di ciò che accadrà non dipende dalla nostra volontà ma da quella altrui, così come ancora che la sfiga ci veda benissimo, ma io stessa sono soggetta a questi problemi come te, quindi tu fai ...

365 giorni intonsi...

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Bene, vi stare riprendendo dai bagordi? Spero di sì. In caso contrario, suggerisco terapia d'urto con vitamine, zenzero e succhi di frutta, e un po' di aria fresca (ma ben coperti, mi raccomando!). La sottoscritta non ne ha bisogno, ché la notte scorsa è andata a dormire dopo cenetta deliziosa, qualche bicchiere di vino bianco e chiacchiere telefoniche/online con vari amici in giro per il mondo, essendo lei un po' allergica alle situazioni in cui ci si deve divertire a tutti i costi (nel vero senso della parola), facendo baldoria ed esponendosi a immotivati stress. Il che non significa non percepire il valore simbolico del Capodanno come momento di passaggio e potenziale cambiamento. Sentite mai l'impellente desiderio di fare danni? Ecco, io sempre. Pensate un po': ben 365 giorni nuovi nuovi, tutti puliti, intonsi e pronti da imbrattare con tutti i pasticcetti che vorrete fare! Io non ne sto più nella pelle, tant'è che ho comincia...

Sintetica esortazione (qualora il mondo non finisca oggi)

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Se il mondo oggi non finisse, vogliamo prendere questa come l'occasione per cominciare a DIRE NO A CIO' CHE NON CI STA BENE, e a RIPRENDERE IN MANO IL CONTROLLO DELLE NOSTRE VITE (e così indirizzare questo paese nella direzione che noi vogliamo)? Risuoni ovunque il vostro barbarico Yawp sopra i tetti del mondo!!! Minerva comincia a dire NO alla violenza - in primis quella di stato , in tutte le sue forme: questa politica, questa polizia, questa falsa democrazia, questi soprusi, questa schiavizzazione di noi cittadini, questa mancanza totale di possibilità di partecipazione così come di autodifesa da quella violenza stessa (in sostanza questo nuovo feudalesimo); poi alla violenza quotidiana di tutti coloro che si sentono furbi perché replicano sul prossimo quel medesimo meccanismo - e quindi evadono le tasse cercando per di più la tua complicità, cercano di attuare piccoli continui soprusi ai tuoi danni, ti derubano o tirano a fregarti in una guerra tra ...

Contro il matrimonio, essere amore: per nuove soluzioni alla solitudine e alla paura dell'assenza di senso della vita

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La mia insofferenza verso l'istituzione del matrimonio – vedendo coloro che intorno a me l'hanno contratto – ha ormai raggiunto l'apice!  Rispetto a come ne parlano le leggi, sulla base dell'osservazione concreta di tale realtà sento piuttosto di poterlo definire come “ scelta intenzionale masochistica di sottoporsi a condizione di dominio privato (coniuge) e di qui collettivo (religione/stato per il tramite della legge su quel contratto) e di barattare amputazioni di sé in cambio dell'illusione d'essere amati e curati in caso di bisogno ”. A te che l'hai fatto, o che stai per farlo, vorrei dire alcune cose. Il matrimonio non ti renderà meno sola/o (ti fa solo credere di non esserlo, costringendo una persona a vivere con te, a sentire le tue parole dopo giornate faticose, a fare sesso come dovere istituzionale), non ti dà la certezza d'essere amato e curato, non ti salva dalla morte dotando la tua vita di un qualche senso: il matrimon...

Vite da criceti...

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Premesso che al momento sia lo "stare bene" che "l'essere felici" sembrano darsi come più mai irraggiungibili chimere, mi spiegate la differenza tra l'una e l'altra condizione (ok, fingiamo che sia una questione di gradi: la prima, potenzialmente strutturale, viene prima della seconda, percepita per lo più come estemporanea) e soprattutto la ragione per cui molti prediligono la prima? Ché secondo me c'è un errore di fondo nell'impostazione del discorso, ovvero la premessa che la felicità proprio non esista – o esista come condizione estemporanea, fortuita e tutto sommato infantile – e che quindi, al limite, possiamo giusto sperare di stare vagamente bene, come esseri umani, senza nulla chiedere di più della salute e della sopravvivenza in vite che sembrano quelle di criceti sulla ruota. Ovvero, quelli che la vedono così (e sono tanti: già solo nella mia cerchia di amici, invero non proprio coattoni dal QI inferiore alla frequenza minima...

Perché l'idea di rubare mi è inaccettabile

"If you want something, go there and grab it" - "Se vuoi qualcosa, và a prendertelo". Quante volte ho sentiro questo refrain in bocca a cosiddetti 'anarchici'. Eppure, malgrado tutte le belle affermazioni e teorie dietro il concetto che la proprietà sia un furto, rubare è qualcosa al di là della mia immaginazione e che mai potrei ipotizzare per me. Quest'estate ho abbandonato un centro occupato che mi ha definito 'capitalista' per tale mio rifiuto, ma io - pur avendo le mie idee sul vivere cercando di limitare i propri bisogni e quindi la necessità di denaro per raggiungerli o anche solo per raggiungere la possibilità di sopravvivenza - proprio non riuscivo ad accettare una cosa del genere. Perché in fondo il rispetto passa anche attraverso il persuadere altri della bontà delle tue idee verso strategie di autogestione, o verso il downshifting (un concetto che preferisco a quello di decrescita), ma non attraverso il depredarli pro domo tua d...

194: una legge non da rivedere, bensì da applicare concretamente!

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A giorni (ovvero il prossimo 20 giugno) la Corte Costituzionale dovrà esaminare e pronunciarsi sulla Legge 194 – quella che, come molti di voi sapranno, più di trent'anni orsono legalizzò l'interruzione di gravidanza e istituì i consultori e l'educazione sessuale ( che ha ancora da venire, ma comunque... ) nel nostro Paese. La richiesta d'esaminare la questione è stata avanzata da un giudice tutelare di Spoleto che era stato chiamato a pronunciarsi sul caso di una richiesta di interruzione di gravidanza da parte di una minorenne. Di norma, in queste situazioni, il giudice dovrebbe ascoltare l'interessata, verificare le ragioni per la richiesta dell'Ivg e valutare i potenziali danni psicofisici sulla giovane di qualsivoglia scelta. Invece tale giudice ha sollevato l'ipotesi di un incidente di costituzionalità relativo in particolare (ma non esclusivamente) all’articolo 4 della 194/78 – ovvero quello che riguarda i diritti degli embrioni. Per tale r...

Benefici distanziamenti

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Viaggiatrice da sempre - ma sempre in modi avventurosi che se solo penso a hotel a 5 stelle e viaggi organizzati mi viene la nausea - onde evitare la partenza last minute dello scorso anno (che pur si rivelò foriera d' esperienze meravigliose ), questa volta sto pensandomela un po' meglio e con una 'prospettiva'. Andare altrove significa sempre - in realtà - cambiare almeno temporaneamente prospettiva . Stai immerso in un altro contesto, lontano dalla routine della quotidianità, in altri ambienti visivi/sonori/olfattivi/gustativi ecc. Stai lontano dalle persone abituali che a volte - pur se vuoi loro bene - diventano presenze soffocanti. Ma soprattutto vedi le cose da lontano - il che significa che queste si rivelano in quel momento più piccole rispetto a quando le vedi da vicino . E solo il cielo sa quanto faccia bene questo. Il che è poi la ragione per cui anche normalmente tendo a essere un orso che si autoesilia lontano da tutto e tutti: non perché non voglia pa...

Coppie di fatto e nuove famiglie: metteteci faccia e firma!

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Andrea e Giuliano, che hanno prestato come molti altri la loro immagine per l'iniziativa, sottolineando come "anche l'amore è un'opera d'arte". Come sapete, Minerva è da sempre molto sensibile alla questione delle nuove famiglie così come ai diritti di tutti - etero e GLBT - in ambito di identità di genere, sessuale e affettività. Ho già scritto spesso (vi basti leggere questo, che ho proprio scritto di cuore: Minerva, cosa è 'famiglia' oggi e leggi/modelli anacronistici della stessa ) del perché ritengo fondamentale che - in uno stato di diritto quale dovrebbe essere il nostro - vengano riconosciute le scelte di tutti coloro che oggi decidono di convivere, prendersi cura gli uni degli altri, e sostenersi reciprocamente indipendentemente da sesso/procreazione e che oggi patiscono un vuoto normativo (cosa inauditamente anacronistica) che non permette loro in alcun modo l'esercizio di diritti che non sono sciocchezze, bensì hanno a che fare ...

Ci sono certe cose per cui vale la pena di vivere

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... e quindi reagire. La sottoscritta, in ordine sparso e con una dose infinita di arroganza e snobismo*, ha cominciato un elenco cui sta man mano aggiungendo le voci che voi le suggerite e che comincia così: le buone sorprese, la paella, il mare, la carbonara, il Nebiolo, la mia città, Ryuichi Sakamoto , la Liguria, la Camargue, i Clash, l'opera omnia di Werner Herzog (e in particolare Fata Morgana e Il paese del silenzio e dell'oscurità ), le Canarie, l'antropologia culturale (in toto), Banksy, i pistacchi, le piantine di basilico, i centri occupati, gli anarchici, la Lacrima di Morro, il big bamboo attaccato a una persona intelligente, la musica gitana, il rai algerino, Berlino, le amiche, Iggy Pop, Bill Hicks, il profumo dei fiori e quello di mandorle, gli agrumi, l'estate, le avanguardie storiche, l'epoca d'oro della pirateria, Marina Abramovic, Laurie Anderson, le grigliate di pesce, il Pigato, l'origano, venir spiata da Brezsny, l'opera...

Dear Mr President | Della violenza di questo stato, del suo modello disumano per la società, del nostro diritto di riprenderci la vita - e la morte - che vogliamo

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Buongiorno a tutti/e, questo è un pezzo serio - ogni tanto accade - perché ritengo che la violenza cui ormai siamo quotidiamente sottoposti dallo stato e dalle sue istituzioni è veleno per tutti noi . Quella di ieri è stata l'ennesima violenza fisica sui suoi cittadini ad opera delle istituzioni di questo stato – stavolta nella figura del Presidente del consiglio . Facile parlare così quando non sei stato vittima continua di concorsi truccati , cause per farti pagare lavori pur fatti a regola d'arte , competizioni inaudite per posti di lavoro dipendente che immancabilmente vedevi passare all'incompetente amico dell'amico , all'incompetente figlio del politico o del barone, all'incompetente cui si doveva un favore, all'incompetente che qualcun altro t'aveva indicato dovesse avere quel posto. Facile. Le conosce, il Presidente del consiglio, le spese, gli investimenti economici, di energie, di tempo, di impegno e i sacrifici fatti quotidianamen...

Fermati. Rifletti. E poi riprenditi la tua vita.

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FERMATI Non sei una macchina. Il tuo codice genetico non tollera 2-4 ore di viaggio ogni giorno 8-10 ore di lavoro schiavistico 5-6 giorni la settimana qualsiasi sia la retribuzione per 5-6 ore di sonno in un sistema costruito sulla punibilità e all'interno di una vita sotto sorveglianza giudiziaria. Che ti piaccia o meno tu sei umano. Stress, vessazioni, costanti preoccupazioni economiche paura e senso di inadeguatezza distruggono la salute di qualsiasi essere umano. Questo è un dato scientifico. Perché allora accettiamo e tolleriamo un sistema che così com'è nella sua realtà impone che tu cancelli i tuoi bisogni e di fatto impone un lento suicidio privo di felicità per il profitto di qualcun altro? Hai la possibilità di scegliere. Smettila di fingere di non averla. [grazie, ganfione ]

La metafora della spaccata al biliardo

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Sapete giocare a biliardo, quello americano nello specifico? Chi di voi lo conosce sa - e chi non lo conosce lo scopre qui ora - che il colpo d'apertura, detto 'spaccata', consiste nel colpire con la stecca una biglia di colore bianco (che anche successivamente sarà sempre quella sulla quale mirare in primis per colpire con questa tutte le altre) indirizzandola verso le altre 15 disposte a triangolo in modo tale da muoverle/aprirle portandole verso le buche e dando inizio alla competizione. Va da sé che questo colpo normalmente è ragionevolmente forte in modo tale da distanziare e magari già orientare verso le buche almeno una parte delle biglie. Così come può accadere che alcune biglie cadano già in buca. Così come, ancora, che tra queste ultime possano esservene sia di nostre, sia di altrui - cosa che ovviamente agevolerebbe il nostro avversario. Quando sono in crisi, in situazioni senza uscita, in cui tutto gira storto, e soffoco, mi dimeno, combatto, ma nulla...

Strappare pagine & scrivere su un quaderno nuovo /2

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Riprendo un post pubblicato l'anno scorso, con la stessa scansione, gli stessi temi e le stesse immagini, ma variando leggermente i contenuti . Tempo di chiusura di un anno che è stato una corsa continua sulle montagne russe - dalla danza dionisiaca al crollo nella peggio mestizia, dall'attivismo con ogni mezzo necessario al desiderio di accidia e qualunquismo come uniche soluzioni per la sopravvivenza, vero? Eccovi allora alcune riflessioni, di premesse alla domanda: voi cosa salvate - della vostra vita personale - dell'anno appena trascorso? Passato . Il passato è passato: non si può cambiare, il tempo vissuto non ritorna, ma appunto non è presente e non è futuro - quindi possiamo anche metterci un bel coperchio sopra e chiuderlo lì. Diceva Richard Bach: “Il mondo è il quaderno degli esercizi [...] Sei libero di scrivere assurdità, o menzogne, o di strappare le pagine”. Io che amo il montaggio audiovisivo digitale e che quindi mi raffiguro la vita come in una ...