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Visualizzazione dei post da novembre, 2010

We cannot *not* change the world

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“Noi non possiamo non cambiare il mondo” – questo lo slogan di un sito web di un’amica che da anni raccoglie progetti reali e virtuali a livello mondiale che mirano a cambiare il pianeta secondo una maggiore attenzione all’ambiente e alle energie pulite, alle relazioni umane solidali, alla partecipazione politica di comunità, all’educazione diffusa e via dicendo. La semplice premessa è che qualsiasi nostra azione e qualsiasi evento ci accada (o azione altrui, o evento che accade ai nostri simili) ha effetti sugli altri – che possono essere a catena o a cascata – ma sempre modifica le cose/persone/situazioni intorno dando loro nuove direzioni. Senza scomodare il principio di Heisenberg, la dipendenza sensibile alle condizioni iniziali di Lorenz e l’intera teoria del caos, mi è tornato in mente quello slogan nel momento in cui l’altra sera ho ringraziato una persona per un grande favore che mi fece vent’anni orsono, quando – aggredita verbalmente e senza ragione da uno sconosciuto

Un risveglio perfetto...

Domenica mattina, città, sono le otto e non c'è alcun rumore... Nessuno. Un silenzio inquietante. Mi alzo dal letto piano per non infrangerlo, chiedendomene la ragione, chiedendomi se il mondo sia finito, se l'umanità sia scomparsa interamente. Insomma, le solite cose che tutti noi pensiamo in questi casi. E invece è la neve, con la sua magnifica capacità di coprire di candore, delicatezza e morbidezza i rumori, e sostituirli con il leggero sciaquettio delle auto che la calpestano sulla strada. Una tazza di caffè lungo con poco latte, la musica blues online del trio di un mio amico come sfondo al radiogiornale e il desiderio di tralasciare per mezza giornata il lavoro e correre a vedere un film in centro in tarda mattinata. Indosso i miei vestiti bohemienne , il cappotto nero col bordo rosso sangue arabescato, il cappello e gli orecchini da zingara, e percorro la città nella complicità sommessa di pochi altri automobilisti. Vado a vedere una cosa strana - etnografie visive inv

Perché le violiniste sono così sexy?

Questo weekend non vi suggerirò ricette, né scriverò racconti per il vostro piacere, ma vi proporrò la condivisione di una mia sensazione - ovvero che le donne che suonano il violino siano incredibilmente affascinanti e sensuali. O almeno, per me lo sono... Più che gruppo musicale permanente, i canadesi Barrage sono una compagnia di musicisti e performer che annovera tra le propria fila ben 3 violiniste - le cui performance rendono perfettamente l'idea della passionalità luminosa cui mi riferisco. La loro musica combina influenze della world music con ritmi e sonorità più contemporanee e non si esaurisce, come potete vedere nel video, nella mera e pulita esecuzione del brano. Per chi non la conoscesse, questa invece è l'americana Emilie Autumn - drop out nel tempo da più scuole d'arte e di musica, ma appassionata e seria studiosa dello stile vittoriano inglese, periodo del quale ha reinterpretato visivamente e musicalmente la produzione letteraria. Una  'gothic

Musica, sorrisi e aria di famiglia

Qualche sera fa ho avuto l’occasione di vedere in concerto dal vivo Paolo Tofani, Patrizio Fariselli e Ares Tavolazzi - ovvero i componenti degli Area - accompagnati da Walter Paoli. Gli Area erano stati, insieme a una varietà di musica psichedelica, punk, elettronica e jazz, la colonna sonora dei miei anni universitari, e in anni recenti - attraverso percorsi anche lavorativi - ho avuto occasione di ‘conoscerli’ più da vicino con l’ascolto di interviste e racconti di conoscenti comuni. Sempre ho avuto l’impressione di avere a che fare con persone serene e felici delle loro scelte, pacificate con la vita e con il passato. Persone che sono diventate simbolo di un periodo storico-sociale-musicale, e da qui– dopo il colpo della morte di Stratos – hanno intrapreso percorsi autonomi, finché ‘qualcosa’, nell’ultimo anno, li ha in qualche modo riuniti nuovamente. La prima metà del concerto si è svolta in assoli e in duetti. Come una danza, uno entrava, suonava il proprio brano, un secondo vi

Ricette per vivere bene: proviamo a giocare!

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Oggi prendo lo spunto da un blog amico per proporvi un gioco/riflessione.  Goethe - dice Giorgio in questo post - scriveva della sua 'ricetta' per una vita felice, in cui includeva: 1) UNA CASA in cui abitare, 2) CIBO sufficiente per nutrirsi, 3) VESTITI per ripararsi dal freddo, 4) UN AMORE importante, 5) AMICI coi quali stare bene in compagnia. A sua volta, anni fa, un settimanale satirico proponeva ai propri lettori di indicare le cinque cose per le quali valesse la pena vivere e periodicamente, per mesi, pubblicò la lista progressiva dei risultati. Le due prospettive sono parzialmente diverse, perché in un caso si chiedeva cosa fosse essenziale per vivere bene come 'premesse', nell'altro quali fossero le ragioni per una vita che desse soddisfazione ai viventi, e quindi aveva a che fare con le 'finalità' secondo le quali orientare il senso del nostro essere al mondo. Alcune voci, però, potrebbero anche sovrapporsi... Pensandoci un p

L'essenza della vita [racconto]

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Siamo entrati nei tre fatidici giorni mensili. Oggi è il primo. Con un po’ di fortuna ti trovo (ci troveremo) allo scadere del terzo: non mi sta importando niente di tutte le cose dette, delle litigate, delle incomprensioni, delle incazzature, delle inquietudini – in questo momento non me ne frega niente. Sì, vorrei da te tempo e fiducia, per sciogliere le incomprensioni e le paure reciproche. Ma sto pensando ad altro, in questo istante. Distesa sul letto ho tolto pantaloni e slip e indosso solo la maglietta: un unico punto del mio corpo mi interessa. La mano raggiunge le labbra già bagnate e accarezza il clitoride, nella luce pomeridiana che filtra dalla finestra. Penso a te, quando distesa sulla schiena il mio cuore ti chiama, e così il mio corpo – che ha bisogno di più tempo e di svegliarsi con la dolcezza della tua lingua e delle tue dita. Tu mi baci e mi entri dentro, pur se hai paura di farmi male, ma in un istante la tua paura si dissolve nel mio corpo che diventa

Stanze con pareti elastiche

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" [...] avere relazioni liquide  non ci ha reso più felici. Le donne sostano, rendono caldi i luoghi. Gli uomini succhiano dai luoghi che le donne hanno preparato. Sarei felice se riuscissi a integrare il mio bisogno di solitudine, di spazio, con l’incontro con l’altro. Fare in modo che i muri si possano muovere. Non a caso il posto in cui mi sento più a mio agio è la piscina. Non il mare, dove si annidano i pericoli. L’acqua della piscina ti dà libertà, ma allo stesso tempo ti protegge. Mi sento bene con il mio corpo nell’acqua. Nell’acqua si perdono i confini. Senti il corpo che è vivo ma non avverti più il limite tra la pelle e il resto del mondo. Ritrovo un equilibrio tra il mio bisogno di coordinate sicure, regolari e la spinta a perdersi, quel qualcosa che nell’amore vive in uno spazio, uno spazio che è irraggiungibile nella realtà". SIMONA VINCI, Stanze con pareti elastiche Anche gli uomini sostano e rendono i luoghi caldi, ormai, e le donne succhiano dai luoghi che

Rum! Rum! Rum!

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Sta avvicinandosi il weekend, tempo di relax di cui tanto, sempre, abbiamo bisogno per ritemprarci e ricordarci delle cose buone e piacevoli che deliziano i nostri sensi, e questa volta vi propongo film + ricette + letture tutto su base rum! A premessa vi invito alternativamente alla lettura dell'interessantissimo sito di Rum Club Italia , dove potrete trovare tantissime informazioni sul nostro scritte in linguaggio divulgativo e appassionato pur se competente, e abbandonarvi alle sezioni "Sensocrazia" e "Tecnica vs Edonismo" che tanto mi hanno incuriosita. Se non amate la lettura, vi riporto una veloce clip della saga Pirati dei Caraibi , in cui il rum è protagonista e soluzione di sopravvivenza per Capitan Jack Sparrow nelle diverse occasioni in cui viene ripetutamente abbandonato in esilio nella solita isola fuori da qualsiasi rotta e dimenticata da Dio. **************** Noi che ci pensiamo (e magari talvolta viviamo anche come) avventurieri ma potremm

Sulle 'sostanze' che ci danno piacere

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Amo il cibo - mi piace cucinare, scegliere gli alimenti, amalgamarvi le spezie, sentire i profumi, pensare a quando consumerò un buon piatto che mi sono preparata, e in compagnia di chi questo accadrà. I sapori risvegliano i miei sensi quando sono intorpiditi per mille ragioni - così come risvegliano i vostri, secondo le preferenze che avete indicato nel sondaggino che vi ho proposto questa settimana, e che nell’ordine hanno visto la vittoria del piccante sull’amaro, seguito a sua volta in egual misura dal dolce e dal salato, e infine dall’agre.  Mi è venuto da pensare non solo che gran parte del mio piacere è legato a ciò che passa attraverso la bocca - il cibo, la comunicazione verbale, i baci, il sesso orale - ma anche che potrei essere quasi dipendente e compulsiva nella ricerca di un tale piacere. E questo mi è suonato come un campanello d’allarme nel riflettere su un rapporto d’amore ormai concluso con una persona che aveva altri problemi di altre droghe, altre compulsività e alt

Malanni di stagione? Pasta in bianco (e sesso)

Questo tempo non è proprio meraviglioso, ma soprattutto è foriero di febbriciattole, influenze, magari un po' poco entusiasmo nel prendersi cura di sé mangiando cose buone. Allora vi segnalo un piccolo video di Maddalena Balsamo, attrice barese ormai milanese d'adozione, che ci spiega come fare una buona pasta in bianco - se appunto non ci sentissimo di mangiare altro - e quale sia il legame tra questa e il sesso. Buona visione, e buon appetito!

Le 'visioni' durante l'estasi...

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Stanotte non riuscivo a dormire. Mi capita frequentemente, con tutti i pensieri e i desideri che insistono nella mia mente per trovare un piccolo spazio espressivo, una realizzazione concreta nella mia vita. Un pensiero era particolarmente insistente - e devo dire che in realtà l’ho amato, ragion per cui lo condivido con voi oggi. Quando faccio l’amore con qualcuno ne sono solitamente molto coinvolta. Nei casi più felici, quelli in cui sono profondamente innamorata e l’altra persona lo è a sua volta di me, fare l’amore diventa un vero e proprio accesso a una condizione d’estasi - in cui il tempo, l’istante, diventa assoluto ed eterno, e la felicità è così infinita da non poter neanche più essere espressa con questa parola, invero riduttiva rispetto a ciò che si prova: la sensazione di perfezione. In questi momenti, abbracciata in silenzio al mio amante mentre si indugia nel piacere del rapporto, a occhi chiusi non di rado ‘vedo’ scorrere nella mente immagini, ‘visioni’. Talv