Un risveglio perfetto...

Domenica mattina, città, sono le otto e non c'è alcun rumore... Nessuno. Un silenzio inquietante. Mi alzo dal letto piano per non infrangerlo, chiedendomene la ragione, chiedendomi se il mondo sia finito, se l'umanità sia scomparsa interamente. Insomma, le solite cose che tutti noi pensiamo in questi casi.
E invece è la neve, con la sua magnifica capacità di coprire di candore, delicatezza e morbidezza i rumori, e sostituirli con il leggero sciaquettio delle auto che la calpestano sulla strada.
Una tazza di caffè lungo con poco latte, la musica blues online del trio di un mio amico come sfondo al radiogiornale e il desiderio di tralasciare per mezza giornata il lavoro e correre a vedere un film in centro in tarda mattinata.

Indosso i miei vestiti bohemienne, il cappotto nero col bordo rosso sangue arabescato, il cappello e gli orecchini da zingara, e percorro la città nella complicità sommessa di pochi altri automobilisti. Vado a vedere una cosa strana - etnografie visive inventate di un regista-performer-videomaker, il cui amico recita una performance dal vivo davanti allo schermo in sincrono con lo svolgimento del film, irridendo la categoria degli archeologi. Rido. Non c'è ragione per stare bene, non ce n'è per stare male. Quindi sto bene.
E penso alle mille scemenze che voglio ancora fare, che fisicamente chiedono di uscire dalla mia mente, dai miei occhi, e prendere forma, e cerco di tenerle buone chiedendo loro con dolcezza di avere pazienza, e aspettare il loro turno - che non ho mille mani.

Ma il rammarico è la consapevolezza di non avere mille vite per riuscire a realizzarle tutte... Comunque sia, tanto per non sbagliarmi, io provo lo stesso a farlo ;-)

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