Carnevale! Le origini della festa
Minerva ama molto il Carnevale per diversi motivi che via via scoprirete – ragion per cui ha deciso di postare, a partire da oggi per terminare entro martedì prossimo, alcuni piccoli scritti in cui metterà in relazione il piano collettivo di celebrazione di questa festa con quello suo più personale e, se ne avrete piacere, converserà su entrambi con voi. Per prima cosa però vorrei introdurvi alle sue origini, così che abbiate una sorta di vaga “cornice”, uno sfondo di significati simbolici e rituali, in cui questa festa si inserisce.
Il Carnevale ha in realtà origini che si perdono nella notte dei tempi, ed è difficile individuare con certezza la situazione culturale dalla quale nasce. Ciononostante un paio di elementi sembrano ricorrere e confluire nell’evento che conosciamo.
L’ipotesi più probabile è che esso discenda nelle sue pratiche di temporaneo rovesciamento dell’ordine costituito dai Saturnali dell’antica Roma, feste in cui gli schiavi diventavano padroni e i padroni schiavi (per un breve periodo e per scherzo) invertendo le regole e i ruoli sociali.
In queste feste, inoltre, veniva eletto un monarca fittizio (un uomo in carne e ossa, o più frequentemente un fantoccio di paglia) che avrebbe guidato le celebrazioni fino al limite dell’orgiastico per poi essere sacrificato a conclusione della festa. Scrive in merito James Frazer “vengono abbandonate le normali remore della legge e della morale; tutti si abbandonano a stravaganti manifestazioni di gioia e di allegrezza; le passioni più oscure trovano uno sfogo che mai sarebbe loro consentito nel corso più regolare e sobrio della vita quotidiana” (Il ramo d’oro, 1992).
In queste feste, inoltre, veniva eletto un monarca fittizio (un uomo in carne e ossa, o più frequentemente un fantoccio di paglia) che avrebbe guidato le celebrazioni fino al limite dell’orgiastico per poi essere sacrificato a conclusione della festa. Scrive in merito James Frazer “vengono abbandonate le normali remore della legge e della morale; tutti si abbandonano a stravaganti manifestazioni di gioia e di allegrezza; le passioni più oscure trovano uno sfogo che mai sarebbe loro consentito nel corso più regolare e sobrio della vita quotidiana” (Il ramo d’oro, 1992).
Allo stesso tempo, però, se guardiamo al suo nome, sul piano etimologico Carnevale
sarebbe riconducibile al “carnem levare” (lett. “togliere la carne”), il
che metterebbe questa festa in relazione a quelle in cui, in epoca
medievale, si celebrava l’ultimo atto dell’esaltazione dei beni
materiali prima del periodo della carestia – che si va a soprapporre alla Quaresima nel culto cristiano – precedente la rinascita primaverile che riporta, nel ciclo agrario, le risorse alimentari necessarie alla comunità.
Questa associazione con il calendario contadino è in realtà confermata anche dall’eco, nel Carnevale, dei culti legati alla fertilità propri dei paesi del nord Europa, dove a conclusione di un ciclo agrario e prima dell'inizio di quello successivo si devono consumare i beni e si deve celebrare la vita in una sorta di ‘crisi cosmica’ che investe l’ordine della natura nei momenti di passaggio tra i due cicli. In questo periodo tutto viene rimesso in discussione, come se si dovesse ri-fondare il cosmo, rinnovare il mondo e, infine, ripristinare – dopo averlo demolito, deriso e sconsacrato – quell’ordine culturale che è l’unico in grado di garantire il regolare fluire della vita.
Questa associazione con il calendario contadino è in realtà confermata anche dall’eco, nel Carnevale, dei culti legati alla fertilità propri dei paesi del nord Europa, dove a conclusione di un ciclo agrario e prima dell'inizio di quello successivo si devono consumare i beni e si deve celebrare la vita in una sorta di ‘crisi cosmica’ che investe l’ordine della natura nei momenti di passaggio tra i due cicli. In questo periodo tutto viene rimesso in discussione, come se si dovesse ri-fondare il cosmo, rinnovare il mondo e, infine, ripristinare – dopo averlo demolito, deriso e sconsacrato – quell’ordine culturale che è l’unico in grado di garantire il regolare fluire della vita.
(continua)
Commenti
E perché odi il Carnevale? Hai voglia di spiegarmelo? :-)
Perché io non lo odio, ma paradossalmente la ritengo una festa 'triste', sebbene in essa vi possano essere elementi utili - non ti anticipo nulla perché sul 'senso' della stessa arriverà apposita riflessione prossimamente ;-)
Con questo, non vorrei certo abolirlo: se c'è chi si diverte, si diverta.
Yin
@ Yin: il cordone ombelicale è appunto il concetto di spazio/tempo liminali, e non è proprio uno 'scherzo' (anche se sembra tale). Ne parlerò appunto prossimamente :-)
@ Venerdì Sushi: come dubitare che avresti colto questo aspetto prioritariamente :-)))))
e non declinandolo - è ovvio nel tuo caso - nel gioco dell'inversione dei ruoli? ;-)
saluti
http://www.lacrisi2009.com/2011/02/rexpubblica-un-carro-di-viareggio-2011.html