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Ascolto, memorizzazione ed essenzialità

Non so come funzioni per voi, ma quando una persona mi interessa a livello sentimentale, già dall'inizio del rapporto (anche solo di conoscenza) tra noi ascolto tutto ciò che mi dice con attenzione - anche se sembro sbadata e magari lo sono pure, ché io sono sempre distratta, presa a guardare le farfalline che mi svolazzano intorno e quindi sempre dò la 'simpatica' impressione che sto considerando poco il mio interlocutore perché persa nei miei pensieri - e in automatico memorizzo tutto . Tanto che poi me lo ricordo a distanza d'un anno - dettaglio per dettaglio . Oltre no, ché quando l'innamoramento mi sarà probabilmente passato scaricherò la memoria di tutto ciò che non mi interessa ricordare - di nuovo in automatico... Crudelia... :-P " Ma davvero non sai quanti anni ho? " - mi chiede visibilmente sorpreso. "No, so che ne hai qualcuno più di me, ma no, non lo so" - rispondo. " Non sai quando sono nato? " - ancora più sorp...

Nomadismo, displacement e identità

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Non è la prima volta che per studio o lavoro mi trasferisco – in particolare all'estero – per un certo tempo. Già in passato sono stata via mesi affittando casa e facendo nuove conoscenze, dovendo parlare in un'altra lingua e mangiare cibi che non erano quelli cui ero abituata. In ogni luogo osservo persone e comportamenti – cerco di intuire l'anima del posto, l'atmosfera locale, il ritmo di vita della gente. Se non fossi così curiosa – e non amassi tanto espormi all'alterità – non avrei scelto come senso della mia vita quello che è il lavoro più bello del mondo. Immancabilmente, però, capita che arrivi il momento in cui non so più chi io sia né dove mi trovi. Uno spaesamento in termini di sensazione d'essere 'fuori luogo' – una condizione in cui non sei più la persona che sta viaggiando, ma neanche colei che appartiene realmente e pienamente al posto nuovo . Uno sgradevole limbo determinato dalla negazione d'una precisa collocazione...

Epitaffio

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Mai più voglio vedere la morte da vicino. Non voglio proprio sentirne parlare. Eppure, avere una potenziale data di scadenza è stata la cosa migliore che mi potesse capitare. Ci si rende conto - in maniera non mediata da convenzioni, aspettative sociali, filtri castranti - che di vita ne hai una sola e che "o la va o la spacca". Mai più voglio vedere la morte da vicino, ed è per questo che tanto mi prendo il mio tempo quanto il mio spazio - ogni istante goduto appieno, ogni limite alla mia libertà infranto. Invadendo, nel caso, il territorio altrui e poi ritraendomi in silenzio quando mi viene fatto notare d'essere andata 'oltre'. Mai più voglio vedere la morte da vicino, per questo nutro un'estrema passione per la vita, e forzo gli altri a fare lo stesso - tentando al contempo di proteggerli pur quanto li sfrutti per i miei bisogni. E li sostengo - nel proprio unico, specifico, particolare, talento (che è la *loro* verità) affinché trovino il cora...

Svuotare le scatole, liberarsi delle cose

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Contrariamente a te , io le cose le tengo per un po', poi le inscatolo, infine le butto. Sì, talvolta me ne pento anche - più che altro quanto si tratta di ricordi di persone che ormai non ci sono più - ma è per un attimo, tanto neppur volendo le potrei recuperare. Tenere, raccogliere, collezionare cose m'ha sempre dato la sensazione che fosse riflesso del voler esercitare un controllo sul tempo - quasi potessimo, per il tramite di quest'azione, sottrarci all'inesorabile esito che ha qualsiasi vita. Ossessivamente io sto invece facendo il contrario da un po' di mesi a questa parte - chissà che un giorno arrivi davvero a non avere altro che quanto mi basta per riempire uno zaino. Sto buttando via così tanto! Talvolta non è un'azione indolore. Fa male gettare nell'immondizia qualcosa che ti è stato regalato per amore - ti si stringe il cuore, anche per il rispetto verso quella persona. Ma che lo conservo a fare, come una reliquia? Fa male buttare...

Memoria olfattiva, benessere e una semplice acqua di colonia

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Ero piccola, al mare. Mio nonno comperava grandi confezioni di una colonia freschissima francese allora molto diffusa in Italia, e per me e mia nonna ogni occasione era buona per spandere quel profumo agrumato in giro: dal profumarci dopo la doccia al ritorno dalla spiaggia e prima di sederci a pranzo, al lasciar cadere qualche goccia sui fazzoletti di cotone che mettevamo nelle rispettive borsette, all'impregnarne microcuscini che mia nonna cuciva a mano e che infilavamo poi nei cassetti per profumare la biancheria, per infine - quando rimaneva solo poco liquido nella bottiglia - riempire la stessa di sale grosso da cucina quindi usarlo per fare il bagno. Poche settimane fa, nel solito supermercato di periferia di una qualunque cittadina francese, mentre cercavo altro nel reparto cosmetici, mi son imbattuta in queste bottiglie verdi trasparenti. Che piacere ritrovarne il profumo! Che sensazione di... casa. Non provate anche voi sensazione di casa, di appartenenza, e il rico...

Un oggetto per un passaggio simbolico

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Nel 2010 non ho avuto alcuna agenda. Ne avevo adocchiata una che mi piaceva assai, ma quando tornai per acquistarla era ormai esaurita. Di marca sconosciuta, aveva segnati avvenimenti del passato di rilievo, illustrati con simpatici disegni. Tergiversai sull’acquisto di un qualche altro modello, nella speranza di ritrovare quella, per poi desistere verso marzo. Fino a quel momento avevo segnato gli appuntamenti su un miniquaderno nel quale scrivevo giorno per giorno le date e separavo i giorni con righe tirate a mano (una cosa che fa molto Oliver Twist, lo riconosco) e così continuai, che a quel punto sia lasciare il quaderno iniziato, sia comprare un’agenda sarebbe stato uno spreco. Quest’anno quell’agendina non la fanno più - poco male, che oggi neanche io la comprerei più (forse). Avevo puntato un diario un po’ infantile di Betty Boop, rosso, nero e ricoperto di glitter. Buffa, anche da tirare fuori durante riunioni di lavoro (mi piace provocare un po’ con questi giochi innocui che...

Umidità [racconto]

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Ogni lavaggio a macchina ha la sua ‘maglia dell’ippopotamo’, quella che pur lavata insieme a tutto il resto conserva l’odore acre del bagnato sporco. Maledizione! Ho sempre odiato l’umidità.  Un altro bucato, altri vestiti, di nuovo la stessa maglia. Guardo l’oblò della lavatrice, ritornano immagini di libri di lettura delle elementari, disegni di gatti rinchiusi nel lavaggio, poi centrifugati. L’umidità… Sentirla nelle narici è ripensare ad appartamenti dimenticati, il freddo fuori, le infiammazioni, la febbre, gli affitti bassi, i cessi in comune al fondo del corridoio, i vestiti lerci e sudati. Michi aveva un alloggio al quale si accedeva dal ballatoio. Era una soffitta senza ragni. L’odore trasudava dalla moquette, dai divani, dalle coperte. Sulla tavola e sulle mensole si ammucchiavano le bottiglie vuote. Nei posacenere residui di canne, cartine, biglietti di autobus e sigarette rollate. Ed era un continuo “Metti su Bob”. Qualche futuro fallito allora se la tirava c...

We cannot *not* change the world

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“Noi non possiamo non cambiare il mondo” – questo lo slogan di un sito web di un’amica che da anni raccoglie progetti reali e virtuali a livello mondiale che mirano a cambiare il pianeta secondo una maggiore attenzione all’ambiente e alle energie pulite, alle relazioni umane solidali, alla partecipazione politica di comunità, all’educazione diffusa e via dicendo. La semplice premessa è che qualsiasi nostra azione e qualsiasi evento ci accada (o azione altrui, o evento che accade ai nostri simili) ha effetti sugli altri – che possono essere a catena o a cascata – ma sempre modifica le cose/persone/situazioni intorno dando loro nuove direzioni. Senza scomodare il principio di Heisenberg, la dipendenza sensibile alle condizioni iniziali di Lorenz e l’intera teoria del caos, mi è tornato in mente quello slogan nel momento in cui l’altra sera ho ringraziato una persona per un grande favore che mi fece vent’anni orsono, quando – aggredita verbalmente e senza ragione da uno sconosciuto ...