La leggerezza sospesa di Janet Echelman

Janet Echelman è un'artista americana che costruisce grandi strutture reticolari - sospese e mobili - metaforiche di concetti e relazioni. Intuizione avuta per caso osservando alcuni pescatori indiani, da quel momento ciascuna scultura a 'rete' - plasmata in diversi materiali e colori a seconda del significato simbolico di cui è portatrice - viene articolata in forme che, per quanto spesso ancorate a edifici, ondeggiano e mutano al variare del vento e delle condizioni atmosferiche.
Ciò che mi piace, in particolare, è la rappresentazione del concetto nella stessa trama/ordito del mezzo espressivo utilizzato, e l'esposizione di questo sia alle forze degli agenti atmosferici naturali (aria, pioggia, sole) sia al passare del tempo - così che l'opera è appunto una struttura viva, palpitante e destinata man mano a (de)perire.

Vi lascio una gallery fotografica e un video in cui parla della sua intuizione e del proprio lavoro. Anche perché le sue parole sono quelle incoraggianti, pacificate e felici di un'appassionata che non aveva avuto per anni l'opportunistà di un'istruzione formale per arrivare a una compiuta espressione artistica, ma proprio il caso - e il credere nel potere dell'immaginazione - l'hanno portata a riuscirci quando tutto sembrava remasse contro di lei.
Buona visione! :-)

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Commenti

sembrano meduse che sfuggono alla forza di gravità.....
Minerva ha detto…
A me ha proprio sconvolto l'opera dedicata al terremoto/maremoto - in cui viene rappresentata la scossa e l'ondata di distruzione che ne è seguita: una volta che sai ciò cui si riferisce e quindi vai al di là del "mi piace"/"non mi piace" trovo che colpisca con forza l'osservatore senza bisogno di parole.
Ernest ha detto…
che spettacolo!
Anonimo ha detto…
sono eccezionali per la loro ambilenza...
puoi vederci il bello..
puoi vederci il brutto..
Minerva ha detto…
"Ambivalenza" è la parola giusta proprio per parlarne anche aprendo ad altre categorie oltre a bello/brutto, tipo se è arte/artigianato, amatoriale/professionale, e pure arte/non-arte stessa - volendo :-)
Anonimo ha detto…
la versatilità in fondo è un valore! :)
vero/falso ribelle/schiavo
Minerva ha detto…
@ Bad Hands: sai, m'hai fatto pensare proprio al significato delle parole che stiamo usando. Hai cominciato con 'ambivalenza', che per me è neutro - sta a significare semplicemente la compresenza di due lementi - per continuare con 'versatilità' che di certo ha una connotazione positiva. Felice di non aver visto usare 'ambiguità' che reca in sé la connotazione negativa dell'ipocrisia. Grazie d'avermi dato l'occasione di questa piccola riflessione.

@ Gio...Illusion: che dicotomie pesanti queste che citi :-(