COSE CHE HO CAPITO DI RECENTE QUANDO NON E' ANCORA TROPPO TARDI.



Stare lontana, pur se per lavoro, mi ha permesso di pensare un po' alla mia/nostra vita (ne parlai già qui in passato, del bene che fa l'andare altrove)

Il passato ha due facce: quello della *sicurezza* - di luoghi, persone, impegni, valori cui tornare e che ti impediscono a volte di dare di matto rispetto a una realtà assurda - e quello del *fardello* - ovvero di una prigione in cui ci si è (auto)confinati, in cui ogni giorno si portano avanti gli elementi suddetti non come volontà, bensì come obbligo e condanna.

La vita scorre allora magari confortevole lungo binari prestabiliti, ma talvolta costellata di rimpianti, e alla fine insoddisfacente.
L'umore altalenante, la nostalgia delle vite non vissute, il tempo che fluisce in modi non naturali - a volte contratti, a volte dilatati - minano la psiche, l'emotività e la salute, e tutto ciò ci rende ancora più fragili.

Vi sono coloro che sono iper-riflessivi (e io sono tra quelli) e anche coloro che sono ipersensensibili (e io sono anche tra questi) - e il cocktail tra queste due componenti, in un contesto sociale e culturale (oltre che esistenziale: si nasce, vive e muore, e questa legge di natura non si può cambiare) non accogliente come è quello in cui viviamo, è devastante.

Ho cercato per tutta la vita, in altre culture e società, risposte al processo naturale di cui sopra, per capire alla fine che forse, in altri contesti, vi è stata almeno più intelligenza nell'elaborare sistemi di pensiero che ne fornissero a partire dalla ricerca dell'armonia uomo-natura. Ovviamente nessuna ha l’ultima parola, ché essendo ogni attività umana frutto della cultura, qualsiasi risposta è sempre soggettiva e quindi non esiste qualcosa di giusto o risolutivo in assoluto.

Ho molte paure con cui convivo - l'età che avanza, le malattie potenziali, le altrettanto potenziali perdite di persone care e un giorno anche la perdita della mia vita - ma all'interno di quel processo ineluttabile di nascita-vita-morte, consapevole delle mie fragilità, sta un po' a me giocarmela.

Ho cercato cosa mi fa stare bene. Alcune risposte le ho trovate - magari parziali, non definitive, da integrarsi un giorno con altre. E non le metto in una scala di importanza, sono importanti tutte.
Le condivido con voi - non per presunzione, ma perché sono sempre stata fermamente convinta che possiamo darci buone ispirazioni (e quindi sono in ascolto anche delle vostre, se avrete piacere di mettermene a conoscenza).


Mi fa stare bene STARE ALL'ARIA APERTA, farlo per ore, camminare in spazi naturali, godere della vista di paesaggi ampi. Sembra stupido e fa molto new-age - lo so - ma respirare e far respirare tutti i sensi è qualcosa che chi vive in città magari non si rende conto di quanto ciò sia fonte di benessere perché ormai si è abituato a spazi angusti, cieli grigi, aria viziata, monitor di computer. Camminare nel verde, nell'odore delle piante, nei riflessi del sole è certo qualcosa cui voglio d'ora in poi dedicare molto più tempo: dopo averlo sperimentato, mi rendo conto che è proprio un bisogno fisico che abbiamo imparato a non ascoltare e quindi non soddisfare più, ma è stata una pervesione di cui siamo state vittime (magari anche all’insaputa dei mille carnefici che ci hanno portato a ciò).

Poi mi fa stare bene FARE COSE CON LE MANI - questo lo diceva già un tizio comunista che non amo affatto, ma che qui ci aveva visto giusto. Creare - dall'immaginazione all'oggetto materiale - riempie il cuore e fa stare bene. Che sia lavorare la terra, o costruire barchette di carta. Valuto quindi con pari valore produzioni artistiche e artigianali, e quel DIY in cui ho sempre creduto è sempre più intenso e urgente, a scapito di tutta la produzione intellettuale che potrei lasciare per i posteri (e questa sì, ammetto sia un'affermazione arrogante da parte mia: ma appunto non intendo portarla avanti più di tanto, state tranquilli). E quindi voglio sempre più “fare concretamente”.

Poi: il mio corpo è molto fragile, ma ospita la mia mente e la mia anima, e mi permette la vita. Non so bene quanto tutto ciò durerà, ma se voglio che sia appagante ed essere pronta a godermi il regalo dei punti-karma accumulati nel tempo (come direbbe la mia amica Slavina), me ne devo prendere cura sul serio, così che sia forte e pronto ogni giorno a sostenere tutte le pensate che mi passano per la mente (e sono tante!): quindi alimentazione, movimento, e magari pure un po' meno circolazione di sostanze tossiche nell'organismo sono abbastanza fondamentali.

Senza contare che stare in SALUTE è una droga fighissima (corollario: ci si gode anche molto di più il fare sesso; e lo so che sto dicendo banalità, ma ho lasciato la tastiera del computer a una parte di me che non sono le mani :-P ).

Tutti i DESIDERI sono annoverati, ché la ricerca del loro appagamento è godimento e piacere in sé - pur se non li dovessi raggiungere. Ché a me - al solito, ed è anche qui cosa che condivido abbastanza con qualsiasi persona sensata - piace la fatica del viaggio e quello che scopro nel farlo, non la mèta.

Ho scoperto tantissime cose sulla natura dell'UOMO e quella della DONNA, sia dal punto di vista sessuale (natura) che di genere (cultura) e ho capito che non abbiamo capito nulla di come siamo fatti veramente, e di qui nelle relazioni tra di noi, né infine nelle pratiche politiche che da queste concezioni (errate) discendono. C'è da mettersi le mani nei capelli nel momento in cui si scopre - come mi è accaduto negli ultimi anni - qualcosa di più sulla dimensione biologica degli esseri umani in relazione agli organi di cui la natura ci ha dotato e delle relazioni tra questi, gli ormoni, il pensiero e il comportamento, e magari anche d'avere un po' paura, ma alla fine quella triade della composizione del processo naturale delle nostre esistenze nascita-vita-morte, cui tutti siamo appunto soggetti, potrebbe essere abbastanza inquietante da risultarci produttiva per cambiare punti di vista e strategie per diventare utilmente COMPLICI DI VITA, in una famiglia umana onnicomprensiva in cui tutti i sessi/generi/predilezioni vengono annoverati.


Io ci credo ancora - c'è chi dirà che è un'utopia, ma io continuo a pensarlo piuttosto come progetto a lungo termine (200-300 anni) di cui non vedrò i risultati, ma tant’è.

E infine (ma l'elenco potrebbe andare avanti ancora a lungo), ho capito che forse ci sono tempi giusti per fare certe cose - non potrò più essere una campionessa di qualche sport o anche avere figli (se mai avessi desiderato una delle due cose) - ma salvo proprio dettagli che in fin dei conti siamo stati noi a decidere, NON E’ MAI TROPPO TARDI per cercare una qualche armonia, e attuare risoluzioni che ci sembrano più adeguate a come vogliamo vivere la nostra vita e il nostro presente.

E quindi, con speranza e fiducia, comincio a mettere le cose a posto per avere una vita appagante adesso, e costruirmi qualcosa di bello, magari, per un domani - pur se accanto vi scorreranno cose emotivamente temibili.
Il futuro non è scritto, posso inventarmi ogni giorno, e posso inventare il mondo che mi circonda come meglio credo.

Commenti

Ognuno di noi può essere artefice del proprio futuro e sicuramente molto importante trovare l'armonia e la felicità.
Saluti a presto.
Il Mondo Capovolto ha detto…
Trovo deliziosi questi tuoi post in cui narri qualcosa di te *
Il finale lo approvo e lo sostengo anche per me!
Magnoli@ ha detto…
Fare qualcosa con le mani.
Condivido molto.
Vi trovo benessere profondo.
Magnoli@ ha detto…
Fare qualcosa con le mani.
Condivido molto.
Vi trovo benessere profondo.
Anonimo ha detto…
E quindi, con speranza e fiducia, comincio a mettere le cose a posto per avere una vita appagante adesso, e costruirmi qualcosa di bello, magari, per un domani - pur se accanto vi scorreranno cose emotivamente temibili.
Il futuro non è scritto, posso inventarmi ogni giorno, e posso inventare il mondo che mi circonda come meglio credo.

Molto bello questo finale.
C'è speranza, c'è fiducia.
Ti auguro ogni bene, Minerva
Anonimo ha detto…
E quindi, con speranza e fiducia, comincio a mettere le cose a posto per avere una vita appagante adesso, e costruirmi qualcosa di bello, magari, per un domani - pur se accanto vi scorreranno cose emotivamente temibili.
Il futuro non è scritto, posso inventarmi ogni giorno, e posso inventare il mondo che mi circonda come meglio credo.

Molto bello questo finale.
C'è speranza, c'è fiducia.
Ti auguro ogni bene, Minerva
Minerva ha detto…
Grazie a tutti voi, ricambio l'augurio di ogni bene.
OrsaBIpolare ha detto…
La vera ricetta è :“Vivi come se fosse l’ultimo giorno perché, uno di questi, avrai ragione”.
Scusa ma ho visto di recente l'ultimo Allen.

Ti ho pensata :)
Minerva ha detto…
Oh, che bello risentirti Orsetta (e neanche via rutto-sonar, bensì proprio con un vero commento!! :DDD ). No comment su Allen, che è riuscito a storpiare come solo lui poteva una uscita di Lutero (eh, sì, ho capito che l'origine di questi diversi motti fu proprio lui, nel Breviario).
Baci, chiamata a breve?