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Visualizzazione dei post con l'etichetta natura

COSE CHE HO CAPITO DI RECENTE QUANDO NON E' ANCORA TROPPO TARDI.

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Stare lontana, pur se per lavoro, mi ha permesso di pensare un po' alla mia/nostra vita (ne parlai già qui in passato, del bene che fa l'andare altrove) Il passato ha due facce: quello della * sicurezza * - di luoghi, persone, impegni, valori cui tornare e che ti impediscono a volte di dare di matto rispetto a una realtà assurda - e quello del * fardello * - ovvero di una prigione in cui ci si è (auto)confinati, in cui ogni giorno si portano avanti gli elementi suddetti non come volontà, bensì come obbligo e condanna. La vita scorre allora magari confortevole lungo binari prestabiliti, ma talvolta costellata di rimpianti, e alla fine insoddisfacente. L'umore altalenante, la nostalgia delle vite non vissute, il tempo che fluisce in modi non naturali - a volte contratti, a volte dilatati - minano la psiche, l'emotività e la salute, e tutto ciò ci rende ancora più fragili. Vi sono coloro che sono iper-riflessivi (e io sono tra quelli) e an...

Le Corbusier e la loi du méandre

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Prima di realizzare un progetto per un palazzo o interi quartieri, Le Corbusier era solito sorvolare lo spazio in cui questi avrebbero avuto sede al fine di prendere coscienza del territorio naturale di quei luoghi. Guardandolo dall'alto, tracciava una serie di schizzi preliminari di alture ed avallamenti, delle piante e dei fiumi, dal momento che la sua architettura - sebbene articolata secondo moduli ricorrenti e basata su un numero esiguo ma imprescindibile di premesse teoriche ch'egli aveva elaborato nel tempo - affermava l'insensatezza del progettare se non a partire dal contesto locale in cui l'opera sarebbe stata realizzata: ché, di fatto, "se si tiene in considerazione l'effetto di un'opera architettonica nello spazio, l'esterno è sempre un interno". Nell'ottobre del 1929, mentre sta sorvolando fiumi e foreste del Sud America, scopre quello che chiamerà "il commovente teorema dell'ansa": "L'ansa che risulta da...

Come fare per essere grande quanto - e appartenere a - l'universo?

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Sottotitolo: Provateci voi a vivere nella finitezza umana avendo un ego grande quanto un cocomero . [....preparatevi, ché vi prendo per mano e vi porto nel mio delirio :-) ] C'è un'aiuola in uno spartitraffico all'incrocio tra il corso e la via. Vi sono stati gettati semi di fiori di campo, e questi sono cresciuti in un ordine casuale e spontaneo sostenuti da flebili steli color ocra, in colori che alternano il rosso, il rosa, il giallo e il bianco, in forme diverse ma tutte di grande bellezza e delicatezza. Di fronte un'altra aiuola, con un rododendro grande, fitto e forte dal quale s'apre una quantità immensa - ordinata e perfettamente equilibrata - di fiori violacei. Io: "Sono in delirio di onnipotenza, avrei voglia di non so neanche cosa - ma di qualcosa di grosso, inaudito, un qualche delirio che mi torni a riempire la vita. E lo cerco, questo qualcosa di enorme che mi pacifichi, ma non lo trovo". Lei: "Senti, la tua vit...

La cajun [racconto]

La luce del tramonto filtra attraverso le frasche di pini, carpini e frassini tra i quali mi sono rifugiata, e risplende sulla superficie dell'acqua rendendola, a seconda di come inclino lo sguardo, violacea o dorata. Quando la sera mi siedo sul divano riparato dalla tenda che sporge dal tettuccio del mio camper, penso che sono davvero felice, e che questo è il posto più pacifico del mondo. Finalmente nel silenzio, col solo frinire di cicale intorno, sorseggio la mia birra ghiacciata osservando gli archi e le torsioni che tronchi e rami disegnano da una parte all'altra del limpido fiumiciattolo che scorre a pochi metri da me. In quel momento ripercorro con la mente gli insignificanti eventi della mia giornata. Sono mattiniera per forza: qui il caldo è così soffocante che conviene cominciare presto e godere almeno per qualche ora di non svolgere il proprio lavoro sotto un'afa che rende difficile il solo respirare. Ma, a differenza degli altri che stanno su a penare ...

Respira!

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Versione estiva: ho sempre in borsetta il candelotto di dinamite, ma ora sto usando pure la fionda ;-) (voi non ci crederete, ma ce l'ho sul serio!). Rinnovo l'invito a fermarsi e riflettere . E pure a respirare profondamente, alla prima occasione in cui siamo in uno spazio naturale e all'aria fresca, con questo bel sole e questa bella temperatura che ricomincia a fare capolino, magari lasciandovi ispirare da questo lieve e semplicissimo video rubato a Nishanga .

Quando L'Arte incontra l'Arte

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Buongiorno a tutti! La Natura è, a mio avviso, la più grande e sorprendente opera d’arte di cui l’uomo possa godere, in qualunque latitudine esso si trovi: senza attese e biglietti, ci offre formule chimiche complicatissime che i nostri occhi rielaborano in forme ed aggregati di materia meravigliosamente policromi, a volte languidi e melanconici, altre inaspettati e commoventi, altre ancora dirompenti ed energizzanti; così, sfumando nei mille viottoli in cui possono scorrazzare le nostre emozioni, li respiriamo, liberandoci dal grigiore dei paesaggi cementificati. Quando le fattezze artistiche naturali incontrano le sensibilità umane, ecco cosa può accadere: mesi fa, a Knaresbourough, località del North Yorkshire britannico, un anonimo scultore ha rianimato i tronchi di tre alberi ormai privi di vita, intagliando un martin pescatore che si protende a catturare un pesce ed altre due figure dal sapore mitologico; qui, per noi! :-)

Lucciole d'oro in accoppiamento

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Eh sì, Minerva ogni tanto tende proprio ad assumere suo malgrado questo atteggiamento da 'professorina di scienze, arte e antropologia' quando vuol raccontarvi qualcosa di bello di cui è venuta a conoscenza. D'altra parte, non difettando d'autoironia, in questi panni si sente sempre un po' Vulvia ( specie mentre questa racconta della mantide religiosa , ricordate?) piuttosto che una seriosissima prof. Andiamo dunque senza ulteriori indugi alla scoperta odierna :-)   Come forse molti di voi sanno, la luminescenza nelle lucciole è un richiamo sessuale: le femmine, prive di ali e pertanto inabilitate al volo, s'arrampicano sui rami degli arbusti, dove cominciano a emanare un'intensa luminosità richiamando in tal modo i maschi, che invece possono volare, i quali rispondono loro con la propria luminescenza. L'accoppiamento ha luogo quando la femmina risponde sincronizzando la propria segnalazione luminosa (lampeggio di varia durata, a seconda della sp...