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Visualizzazione dei post da agosto, 2014

Corteggiamenti en passant e loro conseguenze: sintesi comparata

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Visto che sono una donna e che a quelle che appartengono a tal genere pare debba sempre essere indirizzato qualche commento dagli appartenenti all'altro genere quand'esse passano per strada o se ne stanno per conto proprio da qualche parte, così come la reazione a tali commenti è foriera di reazioni diverse nell'interlocutore quando questi diverso nelle tre culture che sono più abituata a frequentare, eccovi una sintesi di ciò che da tempo ho verificato. Situazione/Fase A.   Lei passa per strada o è in un locale a farsi i fatti suoi. Lui non può non pensare che lei stia aspettando proprio lui (questo è comune a tutte e tre le culture). Quindi ci prova. Versione spagnola. "Ehi, guapa, eres hermosa! Mi maledica il cielo se ho visto qualcosa di più bello di te da anni a questa parte. Come stai? Ci prendiamo qualcosa? Ti invito io! Una birra, un bicchiere di vino, un caffè, qualsiasi cosa!". Ovvero il tipo in questione non ti studia più di tan

¡Que tenga suerte! è ciò che noi abbiamo perso...

Oggi ho avuto un altro incontro di questi deliziosi, ché io sono una che parla con tutti, dalla guardarobiera del museo che mi fa poi entrare gratis per il piacere delle chiacchiere che, rispettosa del suo lavoro al contrario di tanti turisti buzzurri, scambio con lei al personale dell'ostello per cui cucino, pur se cliente, spaghettate comunitarie aperte anche agli altri viaggiatori squattrinati, dopo aver fatto colletta tra tutti per comprare gli ingredienti. Per tacer del leggere i tarocchi gratuitamente e del lasciare origami in regalo a chi incontro. Lo so, non ci sono più da tempo con la testa :-D L'anziana signora mendicava sotto il sole fuori da una chiesa chiusa. Le passo oltre facendole un cenno di saluto - almeno questo visto che già sono senza soldi io stessa e provo sentimenti contraddittori rispetto a come agire in queste situazioni: ché, sinché esistono i maledetti stati e i loro altrettanto maledetti governanti a gestirli, queste persone dovrebbero stare

Perroflautas di qui

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Torno in ostello a piedi nella notte, attraversando sotto le luci arancioni le strade del centro deserte, dove sporadiche sono ormai le presenze umane. Un giovane magro, occhi azzurri, vestiti stracciati, pantaloni a metà polpaccio e caviglie in vista. L'amico e il cane sdraiati per terra su cartoni. Allunga il cappello. "Ciao bella, hai qualcosa da darmi?" - e mi sorride con estrema dolcezza. "Ma a me chiedi? Ma non vedi che poveraccia sono?" - rispondo con lo stesso sguardo pieno d'affettuosa solidarietà. "Non è un problema, va bene lo stesso" - la sua dolcezza continua, con occhi che s'aprono di luce - "Dammi un sorriso allora, ché sei così bella!". Sta dicendo sul serio... Mi giro, torno indietro, lo guardo dritto negli occhi. "Soldi non ne ho, ma ho del tabacco, lo vuoi?". "Sì, grazie, sei davvero gentile" - e si porta il cappello al petto. Continuiamo a sorriderci. Anche il

Divenire acqua...

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Qualche settimana fa ho partecipato a un workshop sulla lettura dei tarocchi, ma tal laboratorio non era - come spesso quando si tratta di questo strumento - legato alla loro eventuale potenzialità divinatoria. Piuttosto, usava le carte - nei loro significati tradizionali e in una disposizione da intendersi un po' come un abecedario (sulla base del quale poi ciascuno si sarebbe costruito le proprie specifiche disposizioni a modo suo) - come occasione per riflettere su di sé e fare il punto sulla propria vita, individuando punti di forza e carenze, elementi da ridurre e altri cui dare spazio. Insomma, si trattava di partire dalla premessa che tutto sia connesso e che quindi le carte siano parte di questo nostro stare-in-relazione col mondo e ci aiutino a riflettere su noi stessi, e su quello che stiamo vivendo in un certo momento della nostra vita. Di fatto, una sorta di test di Rorschach, ma nel quale ciò che vediamo è sintesi di un significato depositato nell

Le donne di Madrid

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Camminano venendomi incontro. Indossano vestiti sgargianti, e spesso un grosso fiore nei capelli. Hanno labbra dipinte di rosso fuoco, come da storico cliché. Parlano in modo tranquillo - non hanno fretta, pronunciano le parole in modo chiaro per farsi capire bene. E' sempre così. Se chiedi loro un'indicazione, ti rispondono cominciando la frase con "mira, cariño..." ("Guarda, tesoro...") e già ti fanno sentire al sicuro nelle loro mani. Le donne mature, qui, sono belle, ed è un piacere guardarle. Esserne esposti. Nulla a che fare con vittimismi, lagne, sensi di colpa. Sono risolute, sensuali, e di grande dolcezza. Per questo sono pure forti, e non si lasciano mettere i piedi in testa dai loro uomini. E vivono con questi relazioni dirette, passionali e autentiche alla pari - società maschilista sì, ma in cui, se non rigano dritto, pure gli uomini si ritrovano un paio di visibilissime corna sulla testa e un paio di schiaffoni i

Le Corbusier e la loi du méandre

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Prima di realizzare un progetto per un palazzo o interi quartieri, Le Corbusier era solito sorvolare lo spazio in cui questi avrebbero avuto sede al fine di prendere coscienza del territorio naturale di quei luoghi. Guardandolo dall'alto, tracciava una serie di schizzi preliminari di alture ed avallamenti, delle piante e dei fiumi, dal momento che la sua architettura - sebbene articolata secondo moduli ricorrenti e basata su un numero esiguo ma imprescindibile di premesse teoriche ch'egli aveva elaborato nel tempo - affermava l'insensatezza del progettare se non a partire dal contesto locale in cui l'opera sarebbe stata realizzata: ché, di fatto, "se si tiene in considerazione l'effetto di un'opera architettonica nello spazio, l'esterno è sempre un interno". Nell'ottobre del 1929, mentre sta sorvolando fiumi e foreste del Sud America, scopre quello che chiamerà "il commovente teorema dell'ansa": "L'ansa che risulta da

La bicicletta è il mio miglior amante... [piccole conversazioni tra amici]

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"La bicicletta è il mio miglior amante, se potessi me la porterei a letto" - affermo solennemente. "Ci sta, la amo anche io, ma magari portarsela a letto è troppo, no?" - replica il giovine. "Adesso ti spiego: intanto ci vai da solo, te la godi da solo e ti cautela dal dover avere rapporti con gli altri. Poi chiaramente è uno spazio di libertà notevole e ti rende indipendente. Poi ci puoi giocare come un bambino, mettendo alla prova te stesso e il tuo corpo". Spiego e lui annuisce, ché - come amante delle due ruote pure lui - capisce e condivide perfettamente queste sensazioni. "Però da questo a dire che sia il tuo migliore amante, ce ne passa, eh!" - m'interrompe. Lo guardo con benevolenza: "E' uno strumento erotico. Non sessuale: erotico. Pensa a questo: quando ci vai non senti gli odori molto più intensi? Non ti attraversano proprio il corpo?". "In effetti...". "E non ti isoli almeno in parte