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Del non fare le cose a metà

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"Al mondo non c’è quasi nulla che non si possa buttare via, volendo. Anzi, forse si può dire che non c’è assolutamente nulla. E una volta presa la decisione, viene voglia di gettare via proprio tutto. Come i giocatori che avendo perso la maggior parte del denaro di cui disponevano, finiscono col mettere sul piatto anche quel poco che gli resta. Quasi provassero fastidio a fare le cose a metà."  (Aruki Murakami, I salici ciechi e la donna addormentata ) Provate anche voi questa sensazione? Io la sento spesso, e altrettanto spesso la seguo. E se con le cose non c'è problema perché vivo nell'essenzialità per scelta, la necessità di medesima essenzialità rispetto alle persone mi può portare talvolta a esercitare nei loro confronti una 'furia distruttiva' (che frequentemente attuo anche verso me stessa) quando ne vedo l'ignavia, l'ipocrisia, l'attitudine alla lagnatio. M'è venuto da pensare che la mia intolleranza verso un...

Paura|bellezza|amore - una visione potente ed estrema

I miei ragionamenti sono sempre un po' contorti e complessi, ma "a seguirli bene poi una loro logica ce l'hanno" - mi è stato detto. Chissà se mai rivelano anche una qualche verità? E soprattutto - problema che ormai mi pongo da tempo - chissà se per chi li legge, li comprende e infine ne riconosce la correttezza, si rivelano essere un contributo positivo o negativo per la propria vita? Ché io ormai sono sempre più persuasa che gli esseri umani preferiscano chiudere gli occhi e stare in una dimensione spenta e inconsapevole d'esistenza, attaccati strenuamente come patelle a uno scoglio qualunque che hanno individuato come potenziale stabile punto fisso mentre onde, maree e flutti li sferzano senza sosta. E non posso biasimarli - se mi metto nella loro prospettiva... Che poi - dato che dalla mia ho l'ignoranza almeno quanto la presunzione - tal prospettiva non è per forza la migliore, la più sana, la più felice, ma è quella che coincide con la maggior par...

L'urlo

Questo pezzo l'ho scritto in questi giorni pensando a una persona in particolare, della quale non mi sono riuscita a prendere cura come m'aveva chiesto, a suo modo, e come avrei voluto fare. Nello stesso tempo, però, è per tutti coloro che a un certo punto della propria vita hanno deciso di tirare i remi in barca e di non credere più in ciò che potevano essere le premesse della più assurda felicità - cose quali la sincerità, l'autenticità, se stessi, il proprio valore, i propri sogni e desideri e tante altre che elencarle tutte mi è impossibile. E' il mio urlo di impotenza nel non riuscire a convincervi che non c'è nulla di cui avere paura, e che - qualsiasi cosa accada - andrà comunque tutto bene. Abbiate pazienza, ho bisogno di buttarlo fuori. Non potevo stare a guardare mentre smarrito e terrorizzato mi annunciavi la tua definitiva rinuncia a te stesso e alla vita. Parlavi in modo sterile e impostato - come se ti stessi riferendo a qualcun altro e non a ...

Warning (vi avverto per tempo e mi porto avanti coi lavori)

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Leggete sino alla fine, ché in fondo ne butto là un paio di mie. Siete invitati nei commenti a fare altrettanto ;-) Quando sarò vecchia mi vestirò di viola con un cappello rosso che non mi entra e non mi dona. Spenderò tutta la mia pensione in brandy e guanti estivi e sandali di raso e poi dirò che non abbiamo i soldi per il burro. Mi siederò per terra sul marciapiede quando sarò stanca mi ingozzerò di assaggi nei negozi e farò scattare i campanelli di allarme. Farò scorrere il mio bastone sulle ringhiere e mi rifarò della sobrietà della mia gioventù. Uscirò in pantofole nella pioggia e raccoglierò fiori nei giardini degli altri E imparerò a sputare! Si possono indossare terribili magliette e si può ingrassare Si possono mangiare tre libbre di salsicce tutte in una volta oppure solo pane e sottaceti per una settimana, e collezionare penne e matite, e sottobicchieri delle birre, e cose nelle scatole. Ma adesso dobbiamo indossare vestiti che ci tengono asciutti, e pag...

Autenticità (no, purtroppo non sono ancora una bodhisattva)

Non parlare con gli stupidi. Ti portano al loro livello e ti battono con l'esperienza. [io, per quanto mi riguarda, sostituisco il termine 'stupidi' con - di volta in volta - 'mediocri', 'anaffettivi', 'ipocriti' ecc.] Già, vado periodicamente in crisi. Ci vado quando persone che stimo e che sembrano capire qualcosa si rivelano poi piccole e mediocri, dimostrano di non aver mai compreso nulla di ciò che dicessi loro e che pensavo di condividere con loro nelle azioni e nei momenti concreti che si passavano insieme, e infine tirano a distruggermi ( pur di non mettere in discussione se stesse), facendo passare per 'estreme', 'deliranti', 'inattuabili', 'ingenue' e 'immature' quelle che invece per me sono qualità positive che cerco di vivere e attuare quotidianamente ( autenticità, sincerità, onestà, coerenza tra il dire e il fare, determinazione, coraggio, rifiuto di facili ma false soluzioni ) -...

Corpo, Mente, Cuore e l'Ombra

Corpo, Mente e Cuore erano tre persone distinte, ma anche parte di un'unica entità. Corpo era una giovane donna aggraziata, spavanda, libera, e dolce. Andava in giro con il suo vestito lungo pieno di balze che le disegnava intorno cerchi di colore, di luce e d'incanto a ogni passo. Mente era un giovane uomo che spesso s'accompagnava a Corpo e le faceva da cavaliere. Prestante, amava conversare quanto stare in disparte, dove coltivava nella solitudine i suoi mille pensieri. Cuore era un bambino ingenuo e sensibilissimo di sei anni. Tediava spesso Cuore con tante domande - un fratellino che le salterellava intorno con continui 'perché?'. Un giorno Corpo incontrò l'Ombra. L'Ombra era abitualmente una sagoma maschile di colore grigio, e mai appariva nella sua concretezza se non a Corpo e talvolta a Mente. Quasi mai a Cuore. Per frequentare l'Ombra - cosa cui Mente e Cuore erano contrari - Corpo decise (com'era sua abitudine, ché se si mette...

Contro il matrimonio, essere amore: per nuove soluzioni alla solitudine e alla paura dell'assenza di senso della vita

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La mia insofferenza verso l'istituzione del matrimonio – vedendo coloro che intorno a me l'hanno contratto – ha ormai raggiunto l'apice!  Rispetto a come ne parlano le leggi, sulla base dell'osservazione concreta di tale realtà sento piuttosto di poterlo definire come “ scelta intenzionale masochistica di sottoporsi a condizione di dominio privato (coniuge) e di qui collettivo (religione/stato per il tramite della legge su quel contratto) e di barattare amputazioni di sé in cambio dell'illusione d'essere amati e curati in caso di bisogno ”. A te che l'hai fatto, o che stai per farlo, vorrei dire alcune cose. Il matrimonio non ti renderà meno sola/o (ti fa solo credere di non esserlo, costringendo una persona a vivere con te, a sentire le tue parole dopo giornate faticose, a fare sesso come dovere istituzionale), non ti dà la certezza d'essere amato e curato, non ti salva dalla morte dotando la tua vita di un qualche senso: il matrimon...