Quando Matteo suona...
... hai la sensazione di tornare a casa, alla tua infanzia, alla tua adolescenza - eppure ormai sei adulto! Però lui ti concede di indugiare un po' nell'amarcord ;-)
Quando Matteo suona chiudo gli occhi, ascolto, ed è come quando all'università fumavo, mi distendevo sul letto ad ascoltare musica, e di lì vedevo immagini e viaggiavo nella mia stessa mente.
Quando Matteo suona riconosci alcuni accordi e passaggi, e poi ti sorprende con variazioni curiose che ti portano un po' più in là l'anima.
Quando Matteo suona usa qualsiasi strumento - una chitarra, un
metallofono, anche un sacchetto di plastica - con tal naturalezza che anche a te sembra tutto facile, tutto possibile.
Quando Matteo suona, la complessità con cui gioca confluisce in una
musicalità semplice, lieve e incantevole.
["Papà, mi suoni quella bella?" - gli chiede la figlia
risolvendogli per sempre il problema dell'estetica musicale]
risolvendogli per sempre il problema dell'estetica musicale]
Quando Matteo suona, suona per sé - e glielo leggi nello sguardo e nel viso.
Ti lascia partecipare e goderne, ma - come tutti i musicisti - è un po' come un onanista esibizionista: gode per conto suo, ma gli viene meglio se chi vi assiste si perde nell'ascoltarlo e gli fa sentire il suo 'respiro'.
Quando Matteo suona si diverte e fa divertire te, senza dimenticare - con estrema dolcezza - chi ama, e l'importanza del costruire buone relazioni piene di complicità e affetto.
Matteo Negrin è l'autore di quel pezzo - Lacrime di Giulietta - che vi avevo già segnalato.
"Tu sei una persona tormentata?" - mi chiede a fine concerto.
"No, sono una che sente molto, e sta cercando la propria forma espressiva per rendere questo non distruttivo, ma utile, positivo, condivisibile felicemente con gli altri" - rispondo.
E penso: "Tu sei una di quelle belle ispirazioni che possono aiutarmi a trovare ciò che cerco".
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P.s.: e se tutti suonassero uno strumento, questo mondo sarebbe decisamente migliore... :)