Porno mainstream realizzati da donne?






Sapete bene che non apprezzo il cinema porno - non solo lo trovo squallido per la messa in scena meccanica, priva di calore umano e di sentimento, dell'amplesso, ma decisamente mi annoia. Mi annoia da morire!
Per non dire della miseria di una sessualità che riduce a reciproco oggetto d'uso i protagonisti dell'azione.
Sarà anche che io non sono mai riuscita a sentire il sesso in questo modo e che per eccitarmi ci vuole un bel po' di fiducia, incanto, e sentimento...


Eppure, quando è la mia amica Erika a parlarmene (quella che vedete nella casellina qui a destra del crowdfunding nel suo alter ego Linda Porn), mi rendo conto che il modo in cui vi lavora lei trova la mia complicità intellettuale, umana e politica - così come in generale sono sempre d'accordo con quell'altra testolina incantevole del post-porno che è Slavina che promuove lo stesso discorso sulla sessualità (guardatevi questo breve video per capire al volo!).

Erika dice che - salvo ancora rare eccezioni - la produzione cinematografica porno è corrisposta a una costruzione maschile (perché di fatto i produttori sono sempre stati quasi esclusivamente uomini) dei protagonisti, dello sguardo, della 'narrazione' (si fa per dire) arrivando a sviluppare cliché che poi - retroattivamente - hanno comportato l'assunzione anche nella vita quotidiana, da parte degli spettatori meno critici, di tutta una serie di punti devastanti a livello relazionale:
- la ricerca del piacere con donne giovani e leggiadre percepibili come oggetti al servizio dell'uomo
- la riduzione del piacere all'atto delle penetrazione o a quello del sesso orale
- la centralità del piacere maschile
- mentre quello femminile viene messo in scena solo affinché l'uomo possa goderne nel vederlo
- un amplesso appunto scarnificato dalla 'sensorialità'
- l'ossessione per le dimensioni della propria dotazione sessuale e per il proprio corpo in generale.

Vero anche che una fetta - minima - di mercato ora è rappresentata da produzioni con altri soggetti femminili (donne grasse o magre, donne ultra25enni, ecc.), ma queste sono considerate 'scarti dalla norma per uomini con gusti alterati' e non soggetti 'normali' di relazione anche sessuale. Con l'effetto che chi apprezza donne diverse dalla norma 'giovanissime e belle' viene percepito come avente gusti appunto 'particolari' e non come un essere umano forse un po' più evoluto e attento alla complessità di chi nel riduzionismo si sente a casa.



La percezione femminile - e anche, per fortuna, d'una gran percentuale di uomini oggigiorno - della sessualità è invece sempre stata più articolata e legata a una molteplicità di fattori e componenti.
E prima di levare gli scudi contro questa riflessione tacciandomi come sempre di riduttività perché distinguo tra un punto di vista maschile e uno femminile, provate a pensare alla costruzione 'storica' delle relazioni di potere dell'uomo e della donna, della libertà dell'uno e dell'altra, delle sanzioni sociali cui ciascuno/-a veniva potenzialmente sottoposto o al contrario celebrato quando scartava dalla norma e quindi trattenetevi.


Perché sulla base di quella diversa costruzione storica del 'genere' (e non del 'sesso') maschile e femminile (andare a riguardarvi la distinzione genere/sesso) si sono sviluppate modalità di vivere anche la sessualità differenti. Ve ne segnalo alcune proprio di base.

Intanto, per prima cosa, ci sono infinite modalità d'essere 'corpi' e gusti che variano tanti quanti siamo noi esseri umani: perché definire uno standard e il resto uno 'scarto dalla norma'? E' un po' come il discorso delle modelle taglia 42 e tutte le altre che diventano automaticamente 'sbagliate' se non vi rientrano. Ma figuriamoci! Al mondo ci sono donne e uomini più grasse/-i così come altre/-i più scheletriche/-i, e sono semplicemente così e come tali ci piacciono: finché non c'è dominio reciproco, ma consensualità e complicità, c'è posto per tutti e tutti siamo 'normali', accidenti!

 

Poi, come donne (e uomini 'evoluti') si incanta per odori, dettagli, sfumature e certo - anche per l'atto sessuale in sé - ma questo è parte di un tutto infinitamente più articolato e ricco di una semplice penetrazione + orgasmo.
Tant'è che ce ne importa abbastanza poco della dotazione fisica del partner (e mi dispiace per chi invece ha incontrato nella propria vita sessuale la burina della situazione, perché anche tra le donne vi sono delle 'ritardate'), quanto ci interessa la sua immaginazione e la sua passione nell'usare il suo corpo per essere felici entrambi.




Pensate allora a porno mainstream costruiti tenendo conto di questi elementi. Porno giocosi, ridenti, intensi, appassionati, sereni e pieni di calore e complicità proprio umana. Porno di lunga durata, perché articolati in tantissime componenti tutte erotiche (e d'altronde, chi il sesso nella vita reale lo vive così, sa bene di cosa io stia parlando e di quanto la differenza sia abissale).

Quindi io non vi dico di sostenere economicamente Erika/Linda nei suoi progetti di porno mainstream al femminile, ma vorrei che vi soffermaste a pensare a tutto questo, e a quanto desiderio e piacere in più potreste godere se ci si liberasse dagli schemi e dalle gabbie che un mercato ha prima costruito poi imposto, di fatto mortificando le nosttre potenzialità e la nostra ricchetta come esseri umani.

Capite che anche questo è stato 'mercato' con cui vi/ci hanno preso in giro e strutturato per guadagnare sulla nostra pelle e che quindi fare un altro tipo di porno significa riappropriarsi della propria libertà (e di tutta la potenziale ricchezza e profondità del piacere del quale possiamo godere)? :-)


Commenti

OrsaBIpolare ha detto…
Ho sempre pensato che i porno dovessero rivolgersi ANCHE alle donne e quindi condivido parecchio questo post.
Todavia a me non fa schifo guardare i pornazzi classici rivolti soprattutto ad un pubblico maschile, non mi sento personalmente offesa.
Ma solo se ho voglia di masturbarmi se non ho in mente qualcuno di preciso e senza usare troppo la mente in quei momenti...il che a volte fa un gran bene a mio avviso.

Ho tuttavia perplessità sul fatto di essere una "ritardata e burina" se penso che il mio partner oltre all'immaginazione ecc ecc dovrebbe pure essere dotato di un pene sopra i 7 centimetri ;-)

Minerva ha detto…
Ti sei risposta da sola parlando di immaginazione, ma evidentemente anche io mi sono espressa male. Facevo riferimento a quelle donne - e ne conosco pur se non mi capacito che possano esistere - per cui l'unica variabile da considerare in un uomo è quella della dimensione del suo pene, senza preoccuparsi né della competenza d'uso nello stesso, né del contorno che può concorrere ad attrazione/desiderio/passione del momento. Quando la si vede così, più onesto sarebbe attrezzarsi con un vibratore: gli esseri umani non dovrebbero essere meri oggetti d'un uso para-meccanico...
(e comunque la sottoscritta magari è lieta se le dimensioni sono significative, ma dà in ogni caso la priorità a tutto il resto, specie alle dimensioni dell'anima: e qui non ha ancora trovato la extra-large cui ambirebbe...)
ganfione ha detto…
amen, sorella. ma che te lo dico affa'?
OrsaBIpolare ha detto…
Bella l'idea dell'anima extra-large...ma quello è affare più complicato da trovare.

PS
Certo, è evidente che un big-bamboo da solo non vale assolutamente nulla.
Io aspiro al "tutto in uno" e quindi sono destinata a non trovarlo.
Minerva ha detto…
@ganfione: amen, fratello! :-)

@orsetta: amen, sorella! :-)

Santo cielo, che commenti 'religiosi' (questi miei a voi) per un post sul porno...
Blasfema, sono veramente blasfema! :-D
cooksappe ha detto…
w il porno!
specchioscuro ha detto…
Finalmente l'ho letto... non mi sorprende affatto ciò che dici. Pensa che ai tempi in cui non avevo sperimentato il sesso in prima persona, temevo di essere io strano perché i porno mi eccitavano poco o nulla e a volte mi facevano più che altro ridere :)