Il corpo come proprietà o come interfaccia?

Rosi Braidotti diceva che il corpo - o forse la pelle, non ricordo bene, cito a memoria - è un'interfaccia tra l'interno (il sé) e l'esterno (il mondo, la società). Tutto il dibattito intorno al corpo e a chi ne sia il proprietario (e a chi ne possa quindi operare scelte fondamentali, dai diritti di riproduzione o di interruzione di questa, così come di gestione dei momenti che non sono né vita né morte) ruotano intorno al concepirlo proprietà individuale, proprietà sociale o appunto interfaccia - quindi ascrivendolo a un indefinibile spazio liminale.

Io non ho più una posizione definitiva in merito: penso al mio tra proprietà individuale e interfaccia - sebbene giammai proprietà altrui. Lo cerco di tenere in salute perché senza di lui non hanno dimora la mia mente e il mio cuore - quindi la mia anima, dotata di soffio vitale.
Ma per il resto posso renderlo disponibile e farlo anche attraversare/usare da altri - se reputo che ciò abbia un senso ulteriore, per qualche ideale più alto in cui credo. Insomma, sempre più 'strumento' d'uso gratuito personale e sociale - per "buone cause", in senso positivo estremo. Ché così come non darei gratuitamente né a pagamento la mia mente e il mio cuore per la sopravvivenza o per qualche vantaggio personale, neanche darei il mio corpo.


Commenti

mark ha detto…
Ho ripetutamente cliccato su tutto il corpo ed è comparsa la scritta "mi piace". A quel punto ho condiviso il tutto gratuitamente. Il corpo ha deciso di mandarmi a fanculo, non ama estranei ivadenti ;-)
Il grande marziano ha detto…
Personalmente ritengo che il tuo corpo sia un'interfaccia di tua proprietà, e dunque hai il pieno diritto di disporre della sua determinazione, ovvero anche - eventualmente - di farlo "usare" ad altri nella misura che più ritieni opportuno a seconda delle circostanze. Ma anche in questo caso resta sempre comunque di tua proprietà.

Per contro la tua mente non potrai mai farla usare ad altri, ma puoi solo concederne in mostra delle sue fotografie, siano essi post, saggi, poesie, racconti, romanzi, discorsi ecc.
Minerva ha detto…
@ mark: lol :-D

@ grande marziano: già, in realtà quello è.
Pascal ha detto…
E' una questione che, posta in questi termini offre originali spunti di riflessione.
A volte, riflettendo su questa cosa, mi ritrovo in contraddizione con me stessa.
In termini generali, penso che l'idea di libertà sia del tutto "formale", perché nel momento in cui una qualsiasi scelta si concretizza, deve per forza subire i condizionamenti del mondo. Non c'è via di scampo.
Quindi l'interfaccia corporea, a sua volta, diventa una pura formalità.
Non esiste naturalmente solo una interfaccia corporea, ma anche una mentale, e non riesco a trovare differenze sostanziali. Certamente stabilire dove stia l'interfaccia mentale è più complicato.
Bel tema.
Ciao

Minerva ha detto…
Concordo con quanto dici: di fatto, nel momento in cui per qualsivoglia ragione dò disponibilità del mio corpo - anche solo temporaneamente, e non necessariamente per il mio benessere - a un'altra persona, lo sposto in uno spazio in qualche modo 'a metà' tra me e quell'altra persona, ed entrambi lo 'useremo' - in percentuale per ciascuno/a di noi variabile - per specifici scopi che possono anche essere diversi in ciascuno di noi.

Diventa una questione di 'limite' - del corpo, del pensiero, del sentire emotivo/affettivo. Appunto ha a che fare con una libertà, che diventa vincolata dallo stesso essere-in-relazione della persona con un/a altro/a.
Cri ha detto…
Secondo me, e per me, il problema grosso è farlo interfacciare con la psiche, questo corpo, e ricomporre armoniosamente la scissione tra apollineo e dionisiaco, acciocché ne possa disporre come autentico veicolo di me stessa verso l'esterno in piena libertà, volontà e consapevolezza :P
Zimon ha detto…
"'strumento' d'uso gratuito personale e sociale - per "buone cause", in senso positivo estremo."
In quest'ottica potrei trovare ancora un senso alla "manutenzione", per quel che mi riguarda.


Z
Il corpo come proprietà individuale mi ricorda vecchi assunti giusnaturalistici, su cui poi si fonda l'intera civiltà borghese, e insomma per questo non mi piace granché.
Più che avere, siamo corpi.
Unknown ha detto…
L'UTERO E' MIO

(giusto epr fare un ritorno in grande stile)
Minerva ha detto…
@Cri: vero, si risolvesse quel legame si risolverebbe anche quello con l'esterno. E, di converso, si risolvesse quello con l'esterno si risolverebbe quello con l'interno. Non ne usciamo!

@Zimon: tu non sai cosa ti riservi il futuro - magari anche un po' di cose buone. Quindi datti alla manutenzione, fà il favore ;-)

@HIV: siamo (e mi permetto di aggiungere "anche") corpi, sì - più che "averli", hai ragione.

@Cawarfidae: bentornato tra noi! Beh, l'utero è molto 'dentro' - bisognerebbe decidere se parliamo di contorni del corpo o del corpo "tutto" - interno e contorni (= zone 'permeabili').
Carlo ha detto…
Già è complessa e sempre dubitativa la distinzione fra corpo e "altro" di noi stessi (anima, mente, cuore, sentimento?) - perché certo è tutto intimamente collegato, e credo che senza la sensorialità corporea non possa esistere la mente. La concezione della mente come separata dal corpo è probabilmente figlia di un'illusione metafisica - che ci è necessaria per sopportare il limite, il muro - la morte.
specchioscuro ha detto…
Mi piace molto come il significato figurato e anatomico della parola 'cuore' si sovrappongono quando parli del tuo cuore.
C'è sempre una delicata, candida sensualità anche nei tuoi scritti più 'filosofici', così come c'è sempre una certa profondità d'animo anche nei tuoi post che hanno come argomento il sesso senza mezzi termini. È una delle cose che non mi fanno mai stancare del tuo blog.
Minerva ha detto…
@specchioscuro: grazie :-)
Vedo che vivi in UK, mi dici le tue riflessioni/esperienze in riferimento all'ultimo mio post (Nomadismo...)?