Il corpo come proprietà o come interfaccia?
Rosi Braidotti diceva che il corpo - o forse la pelle, non ricordo bene, cito a memoria - è un'interfaccia tra l'interno (il sé) e l'esterno (il mondo, la società). Tutto il dibattito intorno al corpo e a chi ne sia il proprietario (e a chi ne possa quindi operare scelte fondamentali, dai diritti di riproduzione o di interruzione di questa, così come di gestione dei momenti che non sono né vita né morte) ruotano intorno al concepirlo proprietà individuale, proprietà sociale o appunto interfaccia - quindi ascrivendolo a un indefinibile spazio liminale.
Io non ho più una posizione definitiva in merito: penso al mio tra proprietà individuale e interfaccia - sebbene giammai proprietà altrui. Lo cerco di tenere in salute perché senza di lui non hanno dimora la mia mente e il mio cuore - quindi la mia anima, dotata di soffio vitale.
Ma per il resto posso renderlo disponibile e farlo anche attraversare/usare da altri - se reputo che ciò abbia un senso ulteriore, per qualche ideale più alto in cui credo. Insomma, sempre più 'strumento' d'uso gratuito personale e sociale - per "buone cause", in senso positivo estremo. Ché così come non darei gratuitamente né a pagamento la mia mente e il mio cuore per la sopravvivenza o per qualche vantaggio personale, neanche darei il mio corpo.
Commenti
Per contro la tua mente non potrai mai farla usare ad altri, ma puoi solo concederne in mostra delle sue fotografie, siano essi post, saggi, poesie, racconti, romanzi, discorsi ecc.
@ grande marziano: già, in realtà quello è.
A volte, riflettendo su questa cosa, mi ritrovo in contraddizione con me stessa.
In termini generali, penso che l'idea di libertà sia del tutto "formale", perché nel momento in cui una qualsiasi scelta si concretizza, deve per forza subire i condizionamenti del mondo. Non c'è via di scampo.
Quindi l'interfaccia corporea, a sua volta, diventa una pura formalità.
Non esiste naturalmente solo una interfaccia corporea, ma anche una mentale, e non riesco a trovare differenze sostanziali. Certamente stabilire dove stia l'interfaccia mentale è più complicato.
Bel tema.
Ciao
Diventa una questione di 'limite' - del corpo, del pensiero, del sentire emotivo/affettivo. Appunto ha a che fare con una libertà, che diventa vincolata dallo stesso essere-in-relazione della persona con un/a altro/a.
In quest'ottica potrei trovare ancora un senso alla "manutenzione", per quel che mi riguarda.
Z
Più che avere, siamo corpi.
(giusto epr fare un ritorno in grande stile)
@Zimon: tu non sai cosa ti riservi il futuro - magari anche un po' di cose buone. Quindi datti alla manutenzione, fà il favore ;-)
@HIV: siamo (e mi permetto di aggiungere "anche") corpi, sì - più che "averli", hai ragione.
@Cawarfidae: bentornato tra noi! Beh, l'utero è molto 'dentro' - bisognerebbe decidere se parliamo di contorni del corpo o del corpo "tutto" - interno e contorni (= zone 'permeabili').
C'è sempre una delicata, candida sensualità anche nei tuoi scritti più 'filosofici', così come c'è sempre una certa profondità d'animo anche nei tuoi post che hanno come argomento il sesso senza mezzi termini. È una delle cose che non mi fanno mai stancare del tuo blog.
Vedo che vivi in UK, mi dici le tue riflessioni/esperienze in riferimento all'ultimo mio post (Nomadismo...)?