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Visualizzazione dei post da settembre, 2012

Epitaffio

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Mai più voglio vedere la morte da vicino. Non voglio proprio sentirne parlare. Eppure, avere una potenziale data di scadenza è stata la cosa migliore che mi potesse capitare. Ci si rende conto - in maniera non mediata da convenzioni, aspettative sociali, filtri castranti - che di vita ne hai una sola e che "o la va o la spacca". Mai più voglio vedere la morte da vicino, ed è per questo che tanto mi prendo il mio tempo quanto il mio spazio - ogni istante goduto appieno, ogni limite alla mia libertà infranto. Invadendo, nel caso, il territorio altrui e poi ritraendomi in silenzio quando mi viene fatto notare d'essere andata 'oltre'. Mai più voglio vedere la morte da vicino, per questo nutro un'estrema passione per la vita, e forzo gli altri a fare lo stesso - tentando al contempo di proteggerli pur quanto li sfrutti per i miei bisogni. E li sostengo - nel proprio unico, specifico, particolare, talento (che è la *loro* verità) affinché trovino il cora

Vite da criceti...

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Premesso che al momento sia lo "stare bene" che "l'essere felici" sembrano darsi come più mai irraggiungibili chimere, mi spiegate la differenza tra l'una e l'altra condizione (ok, fingiamo che sia una questione di gradi: la prima, potenzialmente strutturale, viene prima della seconda, percepita per lo più come estemporanea) e soprattutto la ragione per cui molti prediligono la prima? Ché secondo me c'è un errore di fondo nell'impostazione del discorso, ovvero la premessa che la felicità proprio non esista – o esista come condizione estemporanea, fortuita e tutto sommato infantile – e che quindi, al limite, possiamo giusto sperare di stare vagamente bene, come esseri umani, senza nulla chiedere di più della salute e della sopravvivenza in vite che sembrano quelle di criceti sulla ruota. Ovvero, quelli che la vedono così (e sono tanti: già solo nella mia cerchia di amici, invero non proprio coattoni dal QI inferiore alla frequenza minima

Perché l'idea di rubare mi è inaccettabile

"If you want something, go there and grab it" - "Se vuoi qualcosa, và a prendertelo". Quante volte ho sentiro questo refrain in bocca a cosiddetti 'anarchici'. Eppure, malgrado tutte le belle affermazioni e teorie dietro il concetto che la proprietà sia un furto, rubare è qualcosa al di là della mia immaginazione e che mai potrei ipotizzare per me. Quest'estate ho abbandonato un centro occupato che mi ha definito 'capitalista' per tale mio rifiuto, ma io - pur avendo le mie idee sul vivere cercando di limitare i propri bisogni e quindi la necessità di denaro per raggiungerli o anche solo per raggiungere la possibilità di sopravvivenza - proprio non riuscivo ad accettare una cosa del genere. Perché in fondo il rispetto passa anche attraverso il persuadere altri della bontà delle tue idee verso strategie di autogestione, o verso il downshifting (un concetto che preferisco a quello di decrescita), ma non attraverso il depredarli pro domo tua d

L'unica cosa che mi interessava con te

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Era cercare di rieducarti alla sensorialità (perché tu in gran parte l'hai persa), e di lì spingerti alla verità del tuo sentire, del tuo conoscere e infine del tuo essere. Perché se perdi il rapporto col tuo corpo e con la sua possibilità di percezione di ciò che ti circonda, rimani sulla superficie dell'esperienza della vita e del sapere - privandoti di quella profondità che anche solo per il processo di conoscenza può essere così preziosa. Tu sembri non provare più alcun piacere particolare nel mangiare. Quest'azione così curiosa sembra essere diventata per te un 'doversi nutrire' - pur se serbi il ricordo del sapore degli alimenti, del piacere che ti procuravano sulla lingua, della loro consistenza nella bocca, e della condivisione di quel momento con altre persone con le quali stavi bene. E non senti più gli odori o te ne distanzi - a meno che il contesto in cui puoi percepirli e viverli non sia per te sicuro e protetto. Quasi ti vergognassi d'es

Il corpo come proprietà o come interfaccia?

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Rosi Braidotti diceva che il corpo - o forse la pelle, non ricordo bene, cito a memoria - è un'interfaccia tra l'interno (il sé) e l'esterno (il mondo, la società). Tutto il dibattito intorno al corpo e a chi ne sia il proprietario (e a chi ne possa quindi operare scelte fondamentali, dai diritti di riproduzione o di interruzione di questa, così come di gestione dei momenti che non sono né vita né morte) ruotano intorno al concepirlo proprietà individuale, proprietà sociale o appunto interfaccia - quindi ascrivendolo a un indefinibile spazio liminale. Io non ho più una posizione definitiva in merito: penso al mio tra proprietà individuale e interfaccia - sebbene giammai proprietà altrui. Lo cerco di tenere in salute perché senza di lui non hanno dimora la mia mente e il mio cuore - quindi la mia anima, dotata di soffio vitale. Ma per il resto posso renderlo disponibile e farlo anche attraversare/usare da altri - se reputo che ciò abbia un senso ulteriore, per qualc

Avishai Cohen - Seven Seas

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E godetevi anche questo, anzi perdetevi a baciarvi e ad agitare il portacoda abbracciati a chi amate al suo ritmo ;-)

Jordi Savall - Folías de España

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Il corpo è tornato, ma mente e cuore sono ancora via - persi in questa musica, che per la sua profonda bellezza condivido con voi. Buon ascolto.

Il Secondo Feminist Blog Camp sta arrivando

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  Con colpevolissimo ritardo, vi segnalo che a fine mese - il 28/29/30 settembre - avrà luogo il Secondo Feminist Blog Camp, stavolta ospitato a Livorno. Copio dal sito dedicato l'info, invitando chiunque di voi sia interessato a questi temi, così necessari, urgenti e importati per tutti noi oggi, a partecipare. Il Secondo Feminist Blog Camp sta arrivando! Questa edizione ci accoglierà a Livorno, presso l’ Ex-Caserma Del Fante , il 28/29/30 settembre 2012. Sbarcheremo in un porto franco come pirati e corsare per una tre giorni di condivisione, seminari, workshop, proiezioni, dibattiti, musica, arte, spettacoli, reading, cultura, hacking, confronti sul desiderio e la sessualità, precarietà, migranti e molto altro. L’iniziativa è totalmente autofinanziata e sarà realizzata dalle e dai partecipanti all’insegna dell’autogestione. Il Feminist Blog Camp è un evento che nasce dall’idea di blogger femministe e blogger disertori del patriarcato che costituiscono

Baci che provocano sussulti /2 (e felicità infinita)

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Ho già scritto dei baci – di quelli che provocano sussulti e di quelli che no – così come ho già scritto del fatto ch'essi sono spesso, per me, un'anticipazione di informazioni rispetto a come il mio interlocutore sarà tra le lenzuola. In questo post, però, contraddico parzialmente questa seconda affermazione (sono una donna, sono dei gemelli, sono bipolare – ho almeno tre ragioni validissime per potermi permettere d'essere continuamente in contrasto con me stessa). Adoro i baci. Mi mandano letteralmente in brodo di giuggiole. Io ancora non mi sono emancipata dalla poesia Dammi mille baci di Catullo che studiavamo alle superiori, proprio mentre in noi si scatenavano le tempeste ormonali tipiche dell'adolescenza.  Viviamo, mia Lesbia, e amiamo e ogni mormorio perfido dei vecchi valga per noi la più vile moneta. Il giorno può morire e poi risorgere, ma quando muore il nostro breve giorno, una notte infinita dormiremo. Tu dammi mille baci, e quindi cento, poi d

Sexual Intelligence (2005) - documentario

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Alcuni anni orsono ho visto per caso questo documentario in televisione su eros, sesso (per lo più etero), desiderio, piacere - che formalmente ho trovato girato e montato in modo assai gradevole (non dico nulla sui contenuti, che vi invito a verificare per conto vostro). Nel caso abbiate un'oretta libera, quindi, nonché voglia di sorridere (è assai ironico), dategli un'occhiata. Poi, se vi va, parliamone. Buona visione! :-)

Tradimenti: che cosa patetica!

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Meditavo da un po' di tempo di scrivere un post su ciò che penso del tradimento. Oggi mi sono decisa. Ovviamente mi riferisco alla mia esperienza, e qualsiasi eventuale coincidenza in cui chiunque di voi si possa riconoscere è puramente casuale . Buona lettura, e buona riflessione. Sto sentendo la tua telefonata a lei nell'altra stanza, in cui ti rifugi per la privacy necessaria a quel contatto per mantenere un qualche legame anche dopo che io non ci sarò più - perché almeno di questo hai già la certezza. Il tono della tua voce è così accondiscendente, gentile, falso verso quella presenza distante fisicamente quanto emotivamente da ciò che tu sei qui, ora, insieme a me e nel calore delle mie braccia, nello scambio di sorrisi, in una casa impregnata del nostro sudore. E anche io già penso al futuro, a quando la perfezione di questo istante s'incrinerà ed emergerà la mediocrità del tentativo di salvare un qualche rapporto tra noi, di tentare di ricreare ciò che

Ladri di bellezza al Macchia Nera Italian Award: votateli!!!

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LADRI DI BELLEZZA , il blog in cui da due anni un gruppo di delinquenti segnala ciò che ritiene 'bello' di contro allo squallore culturale, mediatico e politico che ci circonda, è stato nomitato nei Macchia Nera Italian Awards 2012 , il premio italiano dei blog migliori, per la sezione "Miglior Promessa". Volete rendere felice Minerva? Andate a votarli! E condividete questa richiesta tra i vostri contatti, se volete sostenerli! Sù, sù, non costa nulla, e porterete un po' di bellezza nel mondo. Baci, e grazie :-)

Minerva che vuol far sorridere (e una vecchia signora che è più brava di lei nel riuscirci)

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  Un mio ex mi definisce una 'graziosa provocatrice', che entra in scena, tira il sasso, fa una piroetta su se stessa e velocemente s'allontana. Un altro mi chiama 'piccolo tornado', sostenendo che quando passo gli sconvolgo l'esistenza, lasciandogli l'abituale sentire per la vita nel più totale disordine. Già sapete, poi, che mi definisco da sempre una 'cialtrona' - non a caso sono custode di questo termine nel progetto Adotta una parola . Da sempre gioco, a ogni occasione, mirando a far ridere o almeno sorridere chiunque - sconosciuti inclusi. Ogni occasione è buona perché io interagisca col prossimo col solo fine di rendergli la vita più leggera. Ed è così che mi invento scene e siparietti, che fingo di cadere come quasi inciampando in un filo invisibile nel momento in cui interrompo il mio passo sicuro per un semaforo divenuto rosso di colpo - provocando le risa degli automobilisti imbottigliati nel traffico in attesa di part