Monella in bicicletta...
L'ho riscoperta, l'ho riscoperta! Che gioia!
Quando ero piccola ci andavo come una pazza - è stato il mio primo vero strumento di libertà per sottrarmi al controllo della mia famiglia e scoprire le zone più nascoste del paese dove passavo le vacanze estive.
Ancora mi ricordo gettarmi in impervie discese, o macinare chilometri sulla passeggiata a mare, o ancora curiosare nell'entroterra - dove arrivavi solo facendo tanta fatica (ché la sottoscritta aveva una Graziella, mica una MTB!).
E in tutti questi anni che soddisfazione quelle poche volte che qualcuno me ne prestava una e che potevo fare un piccolo tragitto e andare a una velocità superiore a quella della camminata/corsa - ma sempre grazie solo al mio corpo e non a un qualche mezzo motorizzato che mi trasportava come un pacchetto inanimato da un luogo all'altro!
E poi io impazzisco per tutto ciò che è 'tecnica', e sperimentare l'intersezione tra il mio equilibrio, la mia energia, i dislivelli e la conformazione diversa dei terreni, e infine il mezzo a disposizione e le sue caratteristiche - pur senza diventare mai un'esperta (ché sono una curiosa superficiale che ama bazzicare mille cose, mica maniaca d'una sola: sai che noia mi prenderebbe all'istante!) - mi diverte da matti: è gioco senza alcuna finalità. Gioco assoluto, ovvero il mio tipo di gioco.
E vogliamo dire della meravigliose percezioni sensoriali che hai attraverso questo mezzo - se magari scegli d'andarci in luoghi un po' lontani dall'inquinamento? In primis gli odori - ancora ho il pieno ricordo di cosa significhi sfrecciare lungo campi d'erba tagliata di fresco in assolate giornate primaverili ovattate dal frinire dei grilli - e poi la luce, così scintillante attraverso le frasche o sulla superficie del mare.
Perché quando vai in bici è come se cadesse quel qualche filtro che si interpone tra te e l'esterno, e in qualche modo da una parte sei tu - perso nei tuoi pensieri e senza il 'rumore' delle parole spesso inutili di altri umani - e dall'altra sono le emanazioni del corpo del mondo (come fosse un organismo vivente) che si danno ai tuoi sensi.
E per me questo è un mondo retrò - quello dei film degli anni '50, delle campagne della pianura padana e di Silvana Pampanini che canta Bellezze in bicicletta - in cui anche parole quali "Le gambe snelle, tornite e belle, m'hanno già messo la passione dentro al cuor" e "Lascia la bici, dammi i tuoi baci, è tanto bello, tanto bello far l'amor" non solo non hanno alcuna volgarità, ma sono addirittura piene di grazia e complicità :-)
Commenti
Peccato solo che dove vivo io rischi la vita in giro in bici...
Qui il codice della strada ha regole diverse....
Ti vedo, sul sellino, a fare giravoltespaziali, delinquenta! :-DD
Se ce l'hai ancora, la bici, tienila da parte, fra poco sarà l'unico mezzo di locomozione possibile.
Regolarmente tassato, bollo, assicurazione furto incendio, cinture di sicurezza...
Potrà succedere che un giorno qualcuno si presenti alla tua porta offrendoti una Maserati (serbatoio carburante a secco) in cambio del tuo mezzo retrò. Non accettare.
Un caro saluto.
@Ginevra: eh sì, sono proprio così. E per sicurezza ci vado pure sul marciapiede finché un vigile non mi becca...
@gattonero: grazie, mio caro :-)
Sì, la bici me la tengo (e spero a breve di prenderne pure un'altra, sempre modesta ma nuova). E no, non la baratto...
@Nishanga: eh, infatti io incomincio in primavera, non so se in autunno o inverno reggerò. Vedremo :-)
@Blackswan: ecco, abbiamo trovato un altro sexyciclista! :-D
@Ernest: esattamente ;-)
interessante il discorso glutei, gambe.