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CharRie's Café

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  E visto che racconto storie, e che da un po' sto girovagando e non dicendovi nulla, oggi vi parlo di Rie Sawada, e del suo viaggio-progetto CharRie's Café . Dove "Char" è la pronuncia di チャリ (ovvero 'bici' in giapponese) e Rie è appunto il nome proprio di questa mia nuova conoscente. Rie è una giovane nipponica residente a Berlino che ho conosciuto a Marsiglia. In compagnia dell'amico che mi ospitava, Dr Youcef - ciclista sfegatato la cui vita ruota intorno a quel suo unico grande amore che ripara per terzi, con cui viaggia, e che potesse si porterebbe a letto - stavo facendo un giro al porto, quando vediamo questa ciclista con una bella bici retro, ma superattrezzata per un lungo viaggio. Così ci avviciniamo e lui subito offre disponibilità di casa sua, di cui lei approfitterà quando qualche ora dopo rinuncerà al campeggio perché ormai completo. E così i due arrivano alla casa di lui a Noailles più tardi, dove la sottoscritta - da brava ...

E io ridevo...

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Bella giornata soleggiata, ma fredda, festa infrasettimanale, ma poca gente in giro a metà mattinata. Mi copro bene, che quando mi vesto sportiva sono una gradevole monella, metto le cuffie nelle orecchie con un mix di Louise Attaque, Debut sur le zinc e Manu Chao e inforco la bici dirigendomi verso il centro . La strada è libera, le ruote scivolano sull'asfalto che è una bellezza e i miei polmoni pompano ossigeno ai muscoli che pedalano veloci schivando ostacoli, saltellando tra marciapiede e carreggiata, facendo lo slalom tra i pochi passanti sotto i portici (lo so che prima o poi un vigile mi becca, ma intanto deve prima prendermi). J'essuierai mes larmes sur ma manche Ravalerai en moi l'avalanche Arrivo nell'area pedonale - maledetti cubetti di porfido! Si va in discesa, ora - neanche fatico. Il sole ha risolto i suoi problemi di timidezza, l'aria è frizzantina - una tipica giornata autunnale nel morigerato capoluogo sabaudo. et je voudrais q...

Monella in bicicletta...

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L'ho riscoperta, l'ho riscoperta! Che gioia! Quando ero piccola ci andavo come una pazza - è stato il mio primo vero strumento di libertà per sottrarmi al controllo della mia famiglia e scoprire le zone più nascoste del paese dove passavo le vacanze estive. Ancora mi ricordo gettarmi in impervie discese, o macinare chilometri sulla passeggiata a mare, o ancora curiosare nell'entroterra - dove arrivavi solo facendo tanta fatica (ché la sottoscritta aveva una Graziella, mica una MTB!). E in tutti questi anni che soddisfazione quelle poche volte che qualcuno me ne prestava una e che potevo fare un piccolo tragitto e andare a una velocità superiore a quella della camminata/corsa - ma sempre grazie solo al mio corpo e non a un qualche mezzo motorizzato che mi trasportava come un pacchetto inanimato da un luogo all'altro! E poi io impazzisco per tutto ciò che è 'tecnica', e sperimentare l'intersezione tra il mio equilibrio , la mia energia , i...