Sex is like software: the best is free

Ieri sono venuta a sapere dell'organizzazione di un flash mob in serata dal titolo L'italia non è una repubblica fondata sulla prostituzione - flash mob da concludersi con la richiesta di dimissioni del Presidente del Consiglio. Si tratta di una delle tante azioni che donne che non si riconoscono nell’immagine veicolata dalla televisione e che rifiutano il paragone con le presunte protagoniste delle feste di Arcore stanno mettendo in scena un po' in tutta Italia con l'obiettivo di risvegliare le nostre coscienze addormentate e ignave e riprendere un discorso sui rapporti uomo-donna che, a mio avviso, s'è interrotto ormai da almeno due decenni, complice una televisione che l'ha riportato all'età della pietra.

Per fortuna c'è il web. Per fortuna ci siamo ancora noi in carne e ossa, che possiamo vederci, incontrarci, sorriderci, parlarci, cercare modi per stare bene insieme. Per cui la vostra Minerva ieri è andata al flash mob,  con la complicità di un'amica ideatrice per lei di uno slogan ad hoc - sintesi perfetta del messaggio che la vostra dea voleva portare a una classe politica che ha fondato sulla perversione (nel senso di 'distorsione') dei possibili rapporti di genere la propria prassi e la propria 'cultura': "Sex is like software: the best is free" (Il sesso è come il software: il migliore è quello gratuito) - inversione dalla famosa frase di Linus Torvalds.

Ha stampato il foglio in qualche copia, è andata con un'altra dea ancora alla stazione, ha distribuito 4/5 copie in giro, e ha partecipato un po' defilata all'iniziativa (che non ha l'animo della protagonista). Una ragazza lì presente e molto più coraggiosa, invece, s'è innamorata dello slogan e durante i 5 minuti di ballo iniziali ha ripreso quel messaggio, se l'è messo addosso, e ha inscenato una sorta di mini-performance autoerotica come risposta di rifiuto a un ragazzo che fingeva di sporgerle denaro per acquistare le sue prestazioni.




Io so che questi atti non porteranno alcun cambiamento immediato al vertice: non si può sperare nulla da qualcuno che ha dimostrato palesemente disinteresse e disprezzo per cittadini e istituzioni. Ma quello che si può cambiare è la nostra vita quotidiana, il modo in cui ci percepiamo reciprocamente e il modo in cui impostiamo i rapporti tra noi. Cambierà così anche una prospettiva con la quale guardare a noi stessi, e alle situazioni più o meno vicine in cui viviamo, e un'intera cultura. E questo non è poco.

PS. Questo slogan è copyleft. Fatene ciò che volete liberamente.
E soprattutto... mettetelo in atto ;-)


Commenti

Venerdi Sushi ha detto…
Condivido, azioni come queste vanno pubblicizzate, perché è in atto una censura e dissimulazione che nemmeno riusciamo ad immaginare. Proprio ieri ho letto un commento ad un articolo de "Il Giornale" in cui un utente diceva "per fortuna nel PDL milanese qualcosa si sta muovendo". Ma di questi movimenti non ci è dato sapere, tutto viene taciuto, Minzolini e Vespa preferiscono parlare del delitto di Via Poma, Signorini cancella la partecipazione di quattro delle Olgiette sfrattate, e in TV si presentano solo facce di bronzo che vogliono darci ad intendere che invitare delle decine di puttane a cena sia normale.
gattonero ha detto…
Sono piccole azioni che fanno ben sperare: la coscienza esiste ancora, e con essa la dignità.
Anonimo ha detto…
T'invito a leggere, se non l'hai già fatto, questo articolo http://www.unita.it/italia/dove-siete-donne-56mila-firme-sabato-in-piazza-1.267869 di Concita De Gregorio.
Minerva ha detto…
@ Inneres Auge: buongiorno! ho letto, ho letto, ne davo anche segnalazione così come la scritta "Firma la petizione per la dignità delle donne: ora basta!" punta a quello (ma a un link precedente, pertanto grazie alla tua segnalazione l'ho aggiornato). Grazie, un bacio.

@ gattonero: sì, mio caro, ed esiste ancora una 'cultura' che non è quella che abbiamo sotto i nostri occhi ormai tutti i giorni - una sottocultura-spazzatura che paradossalmente sembra esser diventata quasi egemonica. Quasi. Io voglio credere che noi che opponiamo resistenza forzeremo ora un processo inverso ;-) E' un po' come giocare a braccio di ferro.

@ Venerdì Sushi: semplicemente 'grazie' - per l'aiuto, il sostegno, la collaborazione. Mi piacciono le jam session con te ;-)
Anonimo ha detto…
Quella vena di esibizionismo che c'è in tutti noi.... Il manifestare opinioni, idee, pensieri.... anche prostituirsi, perchè no? Fanno tutti parte di una dannata voglia di apparire, nel senso più nobile del termine, pensare come esserci, esistere!

Bella idea della Dea! I miei complimenti!
Minerva ha detto…
Ahahahah :-D No, guarda, magari altro ma proprio non l'esibizionismo (non sai quanto mi innervosisca anche solo avere questo blog, ma visto che non trovavo altri che dicessero le cose che dico io - e mi sembrava urgente che invece venissero dette - mi sono decisa a farlo).

Credo di capire ciò che dici, ma personalmente faccio una distinzione tra l'apparire (tant'è che non mi si vede da nessuna parte) e il partecipare. Ho partecipato - con appunto parole e una presenza fisica non visibile - perché non sono d'accordo con l'avere un individuo che amministra la cosa pubblica - e quindi in parte, indirettamente, anche la mia vita - che è un delinquente che infrange quotidianamente le leggi ch'egli stesso fa approvare (per i comuni cittadini di quello stato).

E rispetto al messaggio specifico che ho portato lì, mi premeva far capire che il sesso migliore, secondo me, è quello gratuito che si vive e si dà come 'dono' reciproco - per amore, amicizia, complicità, attrazione - di corpo, mente e cuore, il che è l'antitesi del comprare una prestazione (che chiunque, se gli/le fa piacere, può comunque vendere quanto e come vuole: il mio non è un giudizio morale).
Unknown ha detto…
il video rende l'idea dello spirito che ha unito quelle ragazze al flash mob e lo slogan è semplicemente geniale!!!
Anonimo ha detto…
Nessuno potrebbe capire meglio di me la differenza sostanziale tra sesso e amore.

E poi ti ripeto parlavo di esibizionismo in senso lato, so che non giudichi.
Minerva ha detto…
@ BellaDiGiorno: infatti, tu che riesci a scindere così lucidamente le due situazioni sei uno sguardo critico utile - rispetto a questo scandalo in corso...

Invece sull'esibizionismo ti chiederei una cosa (proprio per curiosità, visto che dell'argomento non ne capisco nulla): avresti mica poi voglia (prima o poi, e appunto solo se ne hai voglia) di scrivere un post sull'argomento nel tuo blog così da spiegare come la vedi? Perché io sono una che tende a stare molto nell'ombra, ma sarebbe interessante per me capire un po' di più sul tema (magari poi ci tiro pure dentro Giorgio a dire qualcosa in merito, così ne viene fuori una conversazione bella 'ricca', tra tutti). Ti va? :-)
Lucien ha detto…
Bella iniziativa e slogan perfetto!
dark0 ha detto…
molto interessante questo tuo post.
Minerva ha detto…
@ Lucien: grazie, mio caro, sapevo che ti avrei trovato affettuosamente vicino a queste lotte :-)

@ darko: ci sono manifestazioni e iniziative ovunque - se hai piacere, seguile su Facebook o sulle cronache locali dei giornali, che non ne stanno dando notizia da nessuna parte, questi maledetti!
shadow ha detto…
un po' fuori tema quel che scriverò, ma non troppo :-)
nel mio precedente blog parlavo da donna alle donne, scrivevo di dignità, ruoli stereotipati, fatiche, imposizione, false emancipazioni, pregiudizi; poi mi sono accorta di una cosa: a parole siam tutti bravi, solo a parole...
arrivo al dunque: se fossimo davvero diversi e lontani da certi comportamenti ci saremmo indignati mesi fa ed invece son convinta che gli uomini (chiaro che sto generalizzando) avran pensato "beato lui, vedi un po' che tocco di ragazze che si può permettere" e le donne invece "guarda queste puttanelle, cosa non farebbero per mettersi in mostra".
E, tornando al discorso della prostituzione in genere, non ci sarebbe offerta se non ci fosse domanda... dei nostri padri, fratelli, mariti, compagni, amici, dei nostri uomini in genere.
E se parlassimo di stalking?
E se parlassimo di pregiudizi sessuali?
Tutto questo solo per dire che siamo come chi ci governa: in questo io credo siamo ben rappresentati anche se tristemente.
Lontani, ancor molto lontani...
Minerva ha detto…
Buongiorno Shadow! :-) In generale sono d'accordo con ciò che tu dici, ma voglio andare anche oltre.

Chi partecipa di questa nostra 'rete' di blog 'amici' (come avrai visto) ha già una certa testa e si distacca da quel 'noi' cui tu ti riferisci, che probabilmente è ancora la maggioranza degli italiani (quelli da 'risvegliare'). Perciò noi possiamo intanto promuovere una controcultura, e riprendere quel discorso di parità, rispetto, dialogo tra sessi interrotto vent'anni orsono.

Poi - rispetto alla prostituzione - io ne vedo forme ben più gravi della vendita/sfruttamento di quella del corpo: penso a chi ha un'ottima capacità oratoria e si dà al miglior offerente indipendentemente dalle idee che veicola o a chi mette a disposizione le proprie competenze per promuovere prodotti/discorsi/pensieri perversi che già sa che faranno male ai destinatari.
La prostituzione è una scelta individuale, e in quanto scelta individuale la rispetto. Ma vado oltre questo: io vorrei che non ci fosse proprio mercificazione in assoluto dell'essere umano. Detto chiaramente: non è che non voglio che gli uomini vadano a puttane, vorrei che gli uomini non sentissero il bisogno di andare a puttane e che queste ultime non sentissero che quella è l'unica possibilità per guadagnare un reddito per vivere (giacché, come dice Bella, c'è ben differenza tra il sesso con un cliente e quello per amore: il primo è lavoro, il secondo è amore).

Sto nelle utopie, e questo è ciò cui tendono le mie riflessioni e il mio agire (anche concreto): una società in cui non esista mercificazione, né lavoro, in cui non ci si prostituisca perché non c'è bisogno di soldi, in cui le persone, se ne hanno voglia, facciano l'amore insieme gratuitamente da mattina a sera, e il resto del tempo mangino, dormano e si dedichino alle altre loro passioni ;-)
Chissenefrega se è un'utopia, io ci sto dentro lo stesso.
Anonimo ha detto…
Dici un post sull'esibizionismo in genere?
Minerva ha detto…
Sì, BellaDiGiorno, su quello: mi piacerebbe, che non ne so nulla. Lo leggerei volentieri :-)
jaakob friedrich ha detto…
quando si crea ambito di Spettacolo non si critica una dinamica di potere, ma le si nutre.
il concetto di esibizionismo c'entra, ma non solo. E' il principio di rimanere contestualizzati all'interno del "mettere in scena", che non ha nulla di "rivoluzionario", bensì rimane affossato nella mercificazione dell'immagine.
in tutta sincerità, se fossi passato da porta nuova in quel momento, mi sarebbe assolutamente venuto spontaneo contestare una cosa del genere.
siamo sullo stesso campo di gioco di "la Repubblica" che ospita nella sua tv dibattiti sullo sfruttamento del corpo della donna e poi sulla sua homepage, regolarmente circa il 30% dell'area visibile è occupato da foto di belle fighe e gossip sulla Figa. questa la chiamo ipocrisia.
allora io, scusatemi tanto, ma in senso provocatorio preferisco chi di figa ci campa con l'onestà di essere il briatore, il lele mora o il berlusconi di turno.

ma poi perché la società parla così tanto di sesso? nessuno se lo chiede?
forse perché siamo socialmente costretti ad ingabbiare tutto sul piano delle Istituzioni a discapito degli Istinti?

io mi chiedo ad esempio che cosa porti molte puttane/troie/escort/mignotte/zoccole/ecc a dover aprire un blog per parlare della loro vita da troie.
questo per cosa? per essere socialmente riconosciute? un affrancamento? del tipo "se narro di me, entro nella grande narrazione collettiva e quindi vengo istituzionalizzata"?
minchia! che culo! :)
viva dio.
ci aveva già provato de andrè :)

in fin dei conti a Bocca di Rosa nessuno verrebbe di affibbiarle un "lurida succhiacazzi negra" come tanti fanno alla rotonda di Candiolo.
Minerva ha detto…
Salve jaakob friedrich. Posso anche essere d'accordo con la tua analisi in merito all'ipocrisia del sistema dello 'spettacolo'. Dall'altra parte non mi va bene avallare la doppia morale di chi ci governa. Infine non me ne importa nulla delle ragioni che potranno portare un delinquente dentro - basta che tanto per cominciare si metta la parola 'fine' alla questione. Tanto per cominciare. Poi ce la vedremo con chi rimane.

Rispetto alla questione sesso/amore/prostituzione, questo mio spazio è proprio per parlare senza ipocrisie né morali precostituite di queste situazioni, così come qui non si parla di sesso nei termini poveri del discorso mediatico cui siamo esposti, quanto di 'eros' come pulsione vitale (questa prospettiva è disseminata ovunque nei post e nei commenti, ed è quella che personalmente a me interessa portare avanti).
Perciò, se decido di partecipare a una qualsiasi iniziativa lanciata anche ipocritamente da un quotidiano, oppure a un flash mob in cui porto una mia frase che sintetizza ciò che io penso rispetto a un certo sentimento/sensazione/relazione tra i sessi, è una mia scelta individuale che faccio per me, per dare un mio messaggio in cui credo e che credo farebbe bene a questa società, con ogni mezzo necessario, e rivendico la mia libertà di agire indipendentemente dalle critiche altrui sulla perversione del sistema. Se poi tu trovi un modo migliore, più influente, più capace di cambiare le coscienze, faccelo sapere. Per il momento per me è questo, insieme ad altre mille strategie di ordine culturale (e non necessariamente 'spettacolari').

Sulle "puttane/troie/escort/mignotte/zoccole/ecc." che aprono blog, la mia visione è che possono fare quello che vogliono per la ragione che vogliono. A me interessa ascoltare cosa hanno da dire come 'persone'. Fine qui. Io non giudico. Io ascolto, confronto, e magari anche imparo.
E se venissero 'istituzionalizzate', sarebbe meno ipocrita rispetto appunto a una società che si basa su questa squallida doppia morale.

Se poi un domani non ci fosse bisogno del loro lavoro, così come di prostituire alcuna parte di sé come ho detto più volte (vedi la propria mente, o i propri talenti, o ancora peggio le proprie passioni o ciò in cui si crede - qualsiasi altra cosa)... beh, quella sarebbe per me la società ideale, e io lavoro nella direzione che prima o poi avvenga. Chissenefrega se sono un'idealista - il solo processo di tendere a quello e di lavorare per quello a me fa già stare bene :-)
jaakob friedrich ha detto…
in senso specifico non va bene neanche a me avallare quella doppia morale. ma la doppia morale è ovvia conseguenza di

mi chiedo: ma che differenza c'è tra una bella ragazza che finisce a mostrare il culo a striscia la notizia e una bella ragazza che si fa fotografare (o si fotografa) nuda o provocante e mette le proprie foto sul suo account di flickr
(e ci tengo a precisare che mi fanno venir più voglia di scopare le seconde rispetto alle prime)?
mi si può venire a parlare di tante cose: espressione, arte, cultura, comunicazione, l'emozione di un istante...
sì, tante cose belle.
ma sono tutte balle. sono sovrastrutture di linguaggio per descrivere una sfumatura estetica.
perché in realtà non c'è alcune differenza tra le belle veline e le belle flickeriane. sempre nell'estetica dell'Immagine si rimane ed è impossibile uscirne (bisognerebbe disporre di una coscienza collettiva talmente decostruttiva, che tale la si può trovare solo nell'utopia).
si rimane nell'Immagine e nel culto dell'immagine, di cui questo presente è, in modo angosciante, schiavo.
ma le flickeriane cosa fanno? sdoganano questo culto su un piano socialmente più "ben accetto", perché difficilmente interpretabile e quindi difficilmente discutibile.
insomma mi pare chiaro che se ci accosta al concetto di "arte" (su cui ci sarebbe tutto un preciso discorso da fare, ovviamente), con la fotografia, tutto diventa meno netto.
un buon stratagemma, insomma.
segno che la tv dei pubblicitari e dei markettari ha fatto buona scuola.

io non voglio certo prendermi la briga di zittire. non è questo il mio discorso (anche se, per quel che riguarda il sesso, io sono per il "facciamone tutti di più e parliamone tutti di meno").
a parte il fatto che non ritengo che esistano "libertà"...
comunque credo che possa esistere una forma di auto-coscienza che ci permetta tuttavia di comprendere cosa voglia dire agire in quelle non-libertà.
questo vuol dire che ogni strumento utilizzato (un martello, un blog, un sit-in di protesta, ecc) in quell'agire si pone sotto diverse tipologie di coscienza del sé e di coscienza delle dinamiche di potere.

tanto per fare un esempio stupido: facebook è uno strumento di libertà (vedi attuali manifestazioni in nord africa) o è uno strumento di omologazione, e quindi di controllo (società "occidentali")?

allo stesso modo: un blog è la via di sfogo dell'individuo fino ad ora messo in catene da un silenzio imposto o è il frutto di un contesto culturale/tecnologico/sociale che indirettamente "impone" a tutti i componenti del tessuto sociale di essere al tempo stesso produttori e fruitori di contenuti, per esser riconosciuti parte del "mondo" un cui vivono?

mi chiedi se conosco un mezzo migliore per cambiare le coscienze...
no purtroppo io non conosco mezzi "migliori". conosco solo mezzi "funzionali".
perché credo nella sola coscienza di sé e non ritengo che la coscienza imposta (cultura, educazione, ecc) sia una libertà. anzi la ritengo una forma di colonizzazione.

ma una cosa sento comunque di ribadirla, magari in termini più pop: l'italia di oggi è un prodotto di 20 anni di berlusconismo. se pensiamo di cambiare la coscienza collettiva che lui ha forgiato, utilizzando gli stessi strumenti del linguaggio che ha imposto, non facciamo altro che rincorrerci la coda.

e sono abbastanza sicuro che uno come pasolini, se fosse ancora vivo, la penserebbe su per giù allo stesso modo.
Minerva ha detto…
@ jaakob friedrich: chissenefrega di Pasolini, hai scelto proprio l'esempio più sbagliato che potevi portarmi :-D una persona in anticipo sui tempi ma limitata, arrogante, e successivamente spaventosamente sopravvalutata.

A un livello molto superficiale potresti anche essere convincente, ma se avessi mai studiato un minimo di antropologia capiresti che qualsiasi nostra prospettiva non può non essre di ordine culturale perché non viviamo di istinto, ma di elaborazione di informazioni apprese dalla nostra cultura, dai nostri genitori, dal contesto in cui viviamo (che ci piaccia o meno) - rispetto alla quale possiamo solo avere la consapevolezza che ogni nostra prospettiva è inevitabilmente determinata dalla dimensione dell'etnocentrismo. Possiamo solo avere un atteggiamento di consapevolezza e di apertura a sentire anche ciò che dicono gli altri, sulla base di quello che De Martino chiamava 'etnocentrismo critico', ma non possiamo 'uscire dalla cultura', come non si può uscire dalla lingua, come non si può uscire dalla propria mente, come non si può uscire dalla propria identità.

Però mi chiedo: hai un blog - per quanto li disprezzi - perché queste riflessioni non le scrivi lì e poi discuti con coloro che avranno voglia di parlare di questi specifici problemi che tu sollevi (magari mettendo anche meno carne al fuoco, così che uno non sia demotivato subito dal risponderti, perché io davvero ho fatto uno sforzo enorme, soprattutto considerato che la sensazione è che tu cerchi un palcoscenico, e non appunto un confronto, altrimenti ti saresti reso conto che le cose che tu dici qui sono già state superate, e stiamo ragionando sull'oltre quelle, tenendo già i nostri limiti umani e culturali come premessa a qualsiasi sforzo che stiamo compiendo)?

Guarda, mamma, un flame!
Per me questa discussione si chiude qui. Ciao! :-)
jaakob friedrich ha detto…
siccome non mi sono permesso di dire cosa tu abbia studiato o meno, faresti bene a non pretendere di sapere e mettere in discussione cosa abbiano studiato gli altri.

se non gradisci commenti che non incontrano la tua visione delle cose eliminali. che ti devo dire? :)

ciao ciao
Minerva ha detto…
Jaakob, continui a non capire: non è questione di non gradire commenti che non incontrino la mia visione delle cose (visto che tra l'altro su alcune critiche/osservazioni sono anche d'accordo con te) e neanche di voler mettere in scena miei eventuali studi rispetto ai tuoi, quanto proprio di errori interpretativi di base sul rapporto cultura-libertà-pensiero-scelta che emergono dal tuo discorso e che alcune discipline hanno identificato chiaramente. Tutto qui. Se poi a te, piuttosto, non piace che ti vengano fatti notare alcuni problemi di base per cui rispondi con frasi risentite e atteggiamenti piccati, sta a te non metterti in questa posizione. Infine, tutto ciò mi sembra un po' assurdo, visto che mi sembra che - pur con strategie e premesse diverse - stiamo andando tutti (io, te, gli altri lettori di questo blog) nella direzione di una riflessione sociale e culturale più ricca e piena dello squallore del Drive In anni '80 di Mediaset che riteniamo qualcoa di inaccettabile e in cui non ci riconosciamo (e non ci vogliamo riconoscere) al fine di stare (in futuro) meglio tutti. O no? Ciao! :-)