Il prisma sensoriale
La condizione umana è corporea. Modalità attraverso la quale entriamo in scena sul palco dell’esistenza, limite (spaziale e temporale) della nostra vita, e infine porta di accesso all’esterno, il corpo è lo strumento attraverso il quale percepiamo il mondo. Il mondo si dà parimenti sotto la forma del sensibile, così che non vi è nulla nella mente che non sia passato attraverso i sensi.
Vedere, udire, assaporare, toccare, sentire il mondo significa sempre pensarlo attraverso il prisma di un organo sensoriale. Ma la ricezione sensoriale non è passiva e identica in ciascuno individuo: essa è intrisa dei significati (il simbolico) che nel corso del tempo la nostra mente ha già intessuto con (= legato a) precedenti percezioni simili.
Ad ogni istante, l’individuo interpreta l’ambiente che lo circonda attraverso il suo corpo, e in base agli orientamenti interiorizzati dall’educazione, dall’abitudine, da precedenti riflessioni basate sull’interpretazione data in precedenza di quelle che potrebbero apparire come ‘evidenze’, ma che in realtà sono interpretazioni basate sull’esperienza.
Quindi non è il reale che gli uomini percepiscono, ma già un mondo di significati.
La percezione è un’appropriazione simbolica del mondo, una decifrazione che situa l’uomo in una posizione di comprensione nei suoi confronti. Pertanto il senso non è contenuto nelle cose, ma si instaura nel rapporto dell’uomo con esse e nel dibattito avviato con gli altri – interpreti soggettivi e individuali a loro volta del mondo secondo un processo analogo.
Commenti
questa te la rubo eh!
(mentaccia abitatissima)
non mi ero accorto che fosse la perfetta sintesi ;)