Per la mia famiglia, per i miei amici
"For my family, for my friends": con queste parole inizia un pezzo celebre degli Agnostic Front, storico gruppo hardcore punk newyorkese, col quale essi ringraziano coloro che hanno condiviso la nascita di quel movimento ancora così significativo - a livello etico, politico, culturale - per chi ne ha fatto parte.
In questi giorni devo ammettere che - pur essendo persona romantica e incline all'ascolto - un po' tutta questa ipocrisia che gira intorno al Natale, che non è più la favoletta del 'siamo tutti più buoni', ma ancora si concretizza in regali immotivati, incontri talvolta sgradevoli con persone che altrimenti eviteremmo, e infine pranzi/cene consumati senza piacere ma proprio solo perché è qualcosa che 'si deve fare', quest'anno mi sta disturbando.
Sarà che, oltre all'interazione reale con amici e conoscenti di persona, c'è tutta un'eco dalla dimensione delle relazioni virtuali sull'argomento (via blog, via facebook). Sarà che mi sento a disagio, da non credente e donna single, con quella che per me è un'invenzione della tradizione causata dalla Coca-Cola, quando noi sino a 50 anni orsono qui si facevano regali piuttosto per la Befana.
In ogni caso non mi sovveniva nulla di particolarmente interessante o piacevole su cui soffermarmi nel caos che mi gira intorno, sin quando non ho pensato all'espressione 'passare le feste in famiglia' e sorridendo ho ripercorso immagine e caratteristiche di chi fa parte della mia.
La famiglia cui appartengo è una famiglia 'estesa'. Figlia unica di padre vedovo, una madre acquisita con tanto di figlio di questa (e così ho pure un 'fratello') abbiamo fatto da due mezze famiglie una famiglia intera (perfetta, in cui tutti si va d'amore, d'accordo e di profonda complicità). Questo pochi anni orsono, che il percorso per arrivarci è stato ben tortuoso, e la meta raggiunta quando non ci pensavamo neanche più.
Ma la mia famiglia - l'ho sempre pensato - sono anche i miei amici, quelli che incontro nel corso della vita, e che scelgo di avere come fratelli, sorelle, padri, madri, zii. Per questo non mi sento mai sola, né abbandonata, né priva di qualcuno su cui contare; per questo accetto che ci si incontri e si faccia insieme un pezzo di vita per poi perdersi nuovamente, ognuno portato dal vento verso un destino lontano dal mio; e per questo, infine, patisco tanto quelli che sento come 'tradimenti', e cerco fino all'ultimo, talvolta disperatamente, di trovare soluzioni e sciogliere le incomprensioni finché proprio non c'è più nulla da dire o fare.
E poi ci sono persone ancora più distanti, che incontri per un attimo e ti sorridono o ti fanno pensare, con cui scambi qualche parola; ci sono quelli che incontri virtualmente e che ti sembrano 'vicini nel cuore', per ciò che scrivono; ci sono quelli con i quali senti (e ne parlavo in un altro post) 'aria di famiglia', perché, pur non essendovi mai incontrati, avete fatto esperienze simili, attraversato le stesse letture, le stesse musiche, le stesse immagini, nel medesimo periodo storico (ed è oltremodo curioso, perché con i miei coetanei o quelli che in qualche modo sento miei 'simili', quando mi capita di entrare nelle loro case a me sconosciute, per prima cosa passo in rassegna i titoli dei libri presenti nei loro scaffali, o la loro collezione di Lp/CD e - se ho accesso alla cucina - guardo quali alimenti e prodotti comprano per cercare se anche in quello abbiamo gusti simili).
Io cerco famiglia ovunque, e chiunque sia sulla mia stessa lunghezza d'onda, anche solo per un istante delle nostre vite, per me è 'famiglia'. E, nella mia ingenua presunzione, o arroganza, difendo i miei cari, perciò quanto vi desidero dire è: abbiate cura di voi, cercate ciò che vi fa bene e perseguitelo - con un po' di cura e attenzione verso gli altri che vi camminano a fianco. Da sola so stare, ma avervi intorno - sapere anche solo che ci siete, da qualche parte - mi rende infinitamente più forte e felice.
For my family, for my friends: eccovi i miei tamarrissimi 'fratelli' americani, per quanto coloro che amo di più siano questi, e una persona che vive ancora nel mio cuore è quest'altra ancora. Che disse, come Enrico e Giorgio hanno ricordato ieri nell'anniversario della scomparsa, "senza gli altri non siamo niente".
For my family, for my friends: eccovi i miei tamarrissimi 'fratelli' americani, per quanto coloro che amo di più siano questi, e una persona che vive ancora nel mio cuore è quest'altra ancora. Che disse, come Enrico e Giorgio hanno ricordato ieri nell'anniversario della scomparsa, "senza gli altri non siamo niente".
Commenti
purtroppo latito un pò causa parente non in ottima salute, (quindi sono in tema col tuo post!)
spero di rimediare.
buon natale a te.
Mi dispiace per il tuo parente, auguro a lui e a te ogni bene.
Ma non dire mai "spero di rimediare" (soprattutto non qui e non con me!): nella vita non hai doveri verso nessuno se non verso te stesso - quella è la persona di cui ti devi prendere cura. Un bacio, auguri!
non ho altro da aggiungere.
il post lo è.
il blog lo è.
tu non sembri da meno.
buona vita :)
Un augurio di Buone Feste e di un felice 2011.
Sileno
@Sileno: Benvenuto! Ricambio di cuore i tuoi auguri, così come spero che gli altri post che leggerai ti facciano sorridere :-) A presto!
falla scorrere...
A presto altri post (celebrativi), per feste 'laiche' - un po' meno divine, un po' più umane :-)