Atti simbolici in microesplosioni controllate

Poco più d'un anno fa pubblicavo qui un piccolo post dal titolo "Continuare a danzare, finché ci sarà musica". Riportava un brano da Murakami, in particolare dal libro Dance, dance, dance che è il mio preferito tra i suoi romanzi. Quando sono disperata, di fatti, ho imparato ad adeguarmi a quel testo e l'uomo-pecora, piano piano, muta poi nuovamente le mie giornate in positivo.
Un po' come il motto "Keep calm and carry on" che continuiamo a vedere usato nell'ultimo anno un po' dappertutto. Tipo "stringere i denti e andare avanti", sebbene per me le istruzioni di Murakami siano più puntuali rispetto ai suddetti motti invero generici - definiscono piuttosto una modalità, uno stile, e un'intera prospettiva d'azione che include la speranza.


Poi mi chiedo anche se ancora si possa, oltre a fare ciò, compiere qualche 'azione', e nella deriva politica (e ancor prima culturale) attuale, penso in primis - come ho scritto più volte - che il cambiamento dovrebbe cominciare da noi stessi, così come che nella società ipertecnologica attuale - dominata dagli interessi forti della finanza - proteste quali manifestazioni di piazza, anche quando vedano una partecipazione numerosa, non servano più a nulla perché proprio noi non contiamo più nulla di fronte a chi dovrebbe solo regolamentare e non depredarci. Di contro a scioperi e occupazioni a oltranza che potrebbero invero funzionare, così come - sebbene la veda meno realistica - la capacità, volontà e determinazione di diventare 'tecnici' noi stessi potrebbe portarci a confrontarci ad armi pari con lorsignori, e magari spuntarla.

E poi, più ingenuamente, ma coerentemente con la mia identità e il modo in cui penso alla mia vita e al mio (insignificante - come una goccia nell'oceano - ne sono ben cosciente) ruolo in questo mondo, penso anche che bisognerebbe forse fare qualche azione di massa a livello simbolico sia per dare una sveglia ai begli addormentati nel bosco della tv degli ultimi vent'anni, sia per affossare nella vergogna e nella devastazione emotiva i lorsignori in questione. Penso ad azioni sceniche, teatrali, mediatiche così inaudite e disperate e su numeri così grandi da non poter passare inosservate. Mi chiedo anche, però, cosa sia possibile fare più di quanto Occupy, Anonymous, e qui anche solo (si fa per dire) i NoTav stiano già facendo.

Ché tutte le pensate simboliche che mi vengono sono altamente autodistruttive, se devono far capire ai più, inclusi i nostri carnefici, che ci stanno uccidendo e una coscienza, da qualche parte, questi ultimi devono pur averla: sono persone anche loro, non è possibile che l'abbiano uccisa - altrimenti come fanno a respirare ancora? Cosa tiene in vita un essere umano se non il 'provare qualcosa'? :-(
Cosa si potrebbe fare, mi chiedo? Ché le microcariche controllate, ma esplose in sequenza, a volte provocano fragilità tali nelle strutture che alla fine queste man mano implodono...

Vi lascio con un'immagine bella e intensa - quella più famosa di Banksy - da lui stesso reinterpretata per la mostra Art in the Streets. Altre foto le trovate qui.




Commenti

Rouge ha detto…
Non lo so, io non vedo molti spazi di manovra. Le "azioni di massa" (scioperi, cortei, manifestazioni, marce) sono diventate talmente prevedibili e autolimitanti da essere ormai controproducenti: un bel corteo, una bella marcetta, due sassi lanciati e la coscienza è a posto (si può andare su fb tranquilli a cliccare "mi piace"). Le azioni dimostrative lo stesso servono a nulla, se non a farci dire che "abbiamo lottato", "ci siamo opposti" e la colpa è sempre di altri.
In più, sono convinto, quel tipo di presa di coscienza che sarebbe necessaria, se è vero che la si ottiene solo vivendo le situazioni, è ancora lontana dal manifestarsi: qua stiamo ancora troppo bene.
Dunque io aspetto. E' una lotta solitaria, un dire no a tante cose cercando di mantenersi vivi (che non vuol dire necessariamente fare cose vedere gente), che qualche volta mostra crepe, altre mi pare l'unico modo. E alla fine so già, che tutto quello che potrà avvenire, non saremo noi a deciderlo.
Un saluto (e perdona la lunghezza: non scrivo da me, intaso gli altri :))
Cirano ha detto…
una cosa utile da continuare a fare per agitare le coscienze è il tuo blog!!!!
Minerva ha detto…
@Rouge: in parte concordo, in parte no. Non credo che stiamo ancora troppo bene. Credo che siamo assuefatti alla sofferenza, e a morire di stenti. E anche che vi sia una maggioranza ormai gravemente ignorante che se ha 5 euro in più anziché comprare da mangiare fa una ricarica telefonica. E infine credo che sia proprio l'istituzione della democrazia in sé che ha mostrato il suo volto perverso. Quindi che rimane? Non ci saranno rivolte perché è l'istituzione in sé che non funziona, non solo chi ne è rappresentante. E comunque forse in questo hai ragione tu: non saremo noi a cambiare le cose - se cambieranno sarà per qualche coincidenza assurda. Speriamo in bene...

@Cirano: tu hai di me troppa stima. Mi sopravvaluti.
gattonero ha detto…
Sono cose che già di per sé mandano in bestia, tanto sono assurde e incredibili.
Sopra a queste cose, quello che mi fa imbufalire è l'improntitudine, la supponenza, l'accusa costante di demagogia a chi pretenderebbe (con pieno diritto) atti opportuni ma giusti, equamente e proporzionalmente condivisi da tutti.
Andando avanti così, quelle microcariche virtuali finiranno per diventare fisiche, poiché tutte le strade della ragione saranno ostruite, tutti i ponti del dialogo crollati.
Ciao.
mr.Hyde ha detto…
Il tuo post è ricco e profondo.Comunica molto bene l'inquietudine che attraversa anche il mio animo..Ed anch'io condivido il fatto che bisogna darsi una smossa, come dici. che ne so, un serie di rutti a catena da formare un grosso rutto da spaccargli le orecchie (e' sola una rozza,adeguata metafora)...Bisogna far sentire a questi aguzzini(questo, sono) la loro inferiorità numerica, le urla delle persone che che vengono uccise o si tolgono la vita, l'odore della paura di fonte alla carica di bisonti impazziti, farli scappare e dileguarsi di fronte alle motivazioni della gente incazzata che si è stancata...Dobbiamo trovare un inno di guerra contro queste blatte nascoste dai nostri governi, contro i nostri governi..
Bisogna sparare raffiche di verità, bisogna trascinarci dietro chi è confuso o stanco o spaventato...
Scusa, stavo facendo un comizio!!
Restiamo in contatto, un modo lo troveremo..
Minerva ha detto…
@gattonero: sì, dice bene Metilparaben che ha recentemente scritto e intitolato un post sul comportamento di questo governo "Protervia". Violenza, sopruso, perversione - questo ciò che sento/sentiamo perché questo è ciò che ci stanno dando. E ne sono convinta: non ci manca molto perché - in totale assenza di disponibilità al dialogo e contemporaneo comportamento così inaudito contro la cittadinanza - in molti passeranno dal morire in silenzio al morire in modo manifesto (ovvero come dici tu). E vorrei tanto, ma così tanto, che si trovasse un modo per evitarlo :-(
Minerva ha detto…
@Mr.Hyde: non è un comizio, è un urlo disperato e intenso e - nella sua drammaticità - ancora positivo e propositivo.
Aver intorno amici/interlocutori come voi, in questo periodo e in questi frangenti che ci stanno uccidendo, è un bene prezioso :-)
OrsaBIpolare ha detto…
Non tutti "muoiono di stenti" Minerva e quindi io invece mi ritrovo a condividere il pensiero di Rouge, se dovesse arrivare anche in Italia quel giorno in cui per tutti si è ad un passo dalla strada...
beh, sono convinta che forme di protesta più evidenti e costanti si metterebbero in atto.
Io consiglierei di iniziare a togliere tutti quanti i soldi dalle banche (per chi ce l'ha ovviamente...).
Forse sarò ignorante ma a me la sola frase "Bisogna salvare le banche" mi fa montare una rabbia indicibile.
Bisogna salvare le famiglie, le PERSONE e i loro diritti, sarebbe più umanamente accettabile...
Nishanga ha detto…
tranquilli! .. la trasformazione saràun'attimo!

finchéci saranno uomini,artisti come Cai Guo-Qiang non abbiamo niente da temere. Grandi Abbracci

http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=whxaekh4IzU#!
Ernest ha detto…
Che fare? Già che fare... la risposta francamente non lo so. Hai ragione il cambiamento deve partire da noi, dalle nostre vite e dalle piccole cose, altrimenti succede quello che abbiamo davanti in questi anni.
P.s. Adoro quella musica, è anche nel nostro spettacolo che faremo a maggio a Genova.
un saluto