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Wild Thing: un film sulla storia del rock da cantare a squarciagola!

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Miei cari, prima di crollare finalmente nel mio caldo lettuccio torno a voi dopo giorni di silenzio - ma prossimamente vi scriverò riflessioni elaborate nella settimana e messe da parte, ben più corpose della presente - con una piccola segnalazione che già so farà morire d'invidia alcuni! Sono infatti reduce dalla visione di Wild Thing di Jérôme De Missolz, una carrellata a partire dalla biografia e dai gusti personali del regista dall'adolescenza all'età adulta su 50 anni di storia del rock, con interviste e/o ritratti di personaggi quali Iggy Pop – vero e proprio fil rouge del film insieme a P-Orridge –, Eric Burdon degli Animals, Pamela Des Barres che ricorda le orge di Jimmy Page e dei Led Zeppelin, Jimi Hendrix, un cattivissimo Jello Biafra dai Dead Kennedys, Richard Hell dei Television, Peter Hook bassista dei Joy Division, gli Stones, Pete Doherty ecc. Un gran bel film che s'avrebbe davvero voglia di poter vedere in piedi, mentre vengono rilasci...

Autobiografia in musica

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Ispirato a Lucien e indie rocker . E ringraziando Baule . Qualche giorno fa, Lucien, in un bel post , scriveva che "i ricordi suscitati da una musica o da un odore per me sono sempre i più forti e struggenti". E proseguiva proponendo di raccontarci attraverso la musica. Riprendo quel post ampliando il commento che ho scritto lì, e proponendo anche a voi questo 'gioco' - curiosa di ascoltare le vostre storie. I miei genitori non erano particolarmente appassionati di musica, sebbene anche loro legassero certi brani a elementi significativi delle loro vite. Ieri sera ho casualmente incrociato una musica che avevo temporaneamente rimosso, ma che è stata molto presente nella mia infanzia sino alle scuole elementari. Quella musica erano gli Inti Illimani, all'epoca molto famosi in Italia: io e mia madre si ballava insieme, in cucina, Papel de plata e Tinku . Lei aveva una bellissima energia. Gli Inti Illimani si ascoltavano continuamente, insieme a Fabrizio ...

La boccetta di veleno [racconto]

“Ciao! Hai lavorato stamattina?” – mi chiede Ji Mei, per nulla sorpresa di incontrarmi. La giornata è stupenda: pur essendo solo l’inizio di giugno, il sole caldo del mezzogiorno e l’afa che l’accompagna danno la sensazione che sia agosto. “Sì, per oggi ho finito. E tu?”. Nel dehor di un bar nella piazza principale di Lucca, la mia amica sta bevendo un the. “Per oggi ho finito anch’io. Hai voglia di accompagnarmi a comprare dei CD?”. “C’è un negozio qui vicino che ha cose strane, cosa vuoi prendere?” – le chiedo. “Non so… tipo rock?” – risponde. Ormai ci sono abituata: per lei ogni cosa che descrive è sempre ‘tipo’ qualcosa. Così l’accompagno, familiare alla sua abitudine di comprare tutto a manciate – libri, DVD, CD acquistati in blocco, senza conoscerne il contenuto. I negozi stanno chiudendo e la città sta velocemente diventando deserta. “Si dovrebbe andare al mare” – dice Ji Mei. “Perché no?”. Tanto sto vagando senza programmi né meta. Cominciamo a cambiarci sul treno che da Lucca...