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Narrative contro-egemoniche

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Così chiesi al vecchio: "Allora noi - ricercatori sociali, intellettuali, attivisti culturali o politici - cosa dobbiamo fare? Qual è il nostro ruolo?". E lui rispose: " Cogliere le narrative contro-egenomiche man mano che le vediamo, interpretarle e rilanciarle, facendo loro eco ". Eccola lì, la soluzione che in un istante sintetizzava la scelta del fare certi tipi di ricerca sul nostro essere umani, il nostro senso nello stare al mondo, e la nostra relazione con ciò che ci circonda - nella breve durata delle nostre esistenze. Ché poi le narrative contro-egemoniche (termine apparentemente pomposetto, ma in realtà puntuale per definire un intero discorso) sono semplicemente le storie delle persone comuni che con le loro scelte, il loro modo di vedersi, desiderare, agire e raccontarsi si oppongono quotidianamente alle decisioni che vengono loro imposte dall'alto, da chi le tira a comandare e schiavizzare per i propri fini, e vivono nonostan...

La piccola free-school di etnografia comincia!

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Vi ricordate di questo post che scrissi l'anno scorso? Beh, ieri sera mi sono trovata di nuovo in compagnia della cara Luce e tra una bibita analcolica e una partita a biliardo ci siamo messe a conversare con barista e gestore d'un locale e questi - chiedendomi del mio lavoro - m'hanno fatto spiegare per filo e per segno, e io, di rimando, ho tratto i miei esempi concreti facendo riferimento alla loro professione e a come pure loro siano antropologi (o meglio 'etnografi'), in qualche modo, senza saperlo. Come scrissi in quell'altro post, infatti, ciascuno di noi ha accesso a situazioni specifiche, nella sua vita, che hanno linguaggi, modalità di relazione, pratiche, riferimenti valoriali e simbolici unici. Penso al contesto di una classe di studenti nei quali voi siete insegnanti, o a quello dello svolgimento di diversi lavori (da quello d'ufficio, all'ambito commerciale, ai trasporti, a qualsiasi altra cosa ancora), o a quello di rela...

Richiesta confronto 'losco': da dove viene il vostro orgasmo?

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No, non sono impazzita, né caduta preda di chissà quali fantasie porno-postoporno-erotiche. Sto anzi leggendo un saggio filosofico (udite udite, niente di meno!) sul corpo scritto da Jean-Luc Nancy , e in un passaggio che vi citerò oltre nei commenti - qualora siate interessati a una brillante elucubrazione (altrimenti detta volgarmente 'inaudita sega mentale') che vi causerà di certo un'ingestibile emicrania per alcune ore - si discute appunto della possibile origine fisica del piacere. Io via aggiungo anche la dimensione della manifestazione di questo e pertanto vi chiedo , in modo schietto e per amor di conoscenza e speculazione antropologico-filosofica: 1) sapete individuare il punto d'origine del vostro piacere/orgasmo? 2) se si, qual è? 3) come si manifesta, come processo, a partire da quel punto d'origine e a quale direzione/esito tende? Confido in voi. Datemi stimoli per ulteriori riflessioni ;-)

Caccia al tesoro

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Fare ricerca è come partecipare contemporaneamente a un viaggio e a una caccia al tesoro: disegni e segui mappe, scrivi appunti, conosci persone, esplori luoghi, elabori ipotesi e deduzioni - il tutto mentre continui a viaggiare - e, quando lo trovi, il tesoro era qualcosa di inimmaginabile all'inizio, e la felicità che provi è data sia dall'aver trovato quello, sia dal percorso che hai compiuto... La ragione per cui la vostra Minerva non racconta molto di sé in questo periodo è che - oltre a lavorare, prendersi cura di sé, dedicarsi a mille piccoli grandi piaceri intriganti e organizzare il prossimo viaggio nomadico e incosciente per soddisfare la propria ansia di movimento - ha ripreso a fare ricerca. Quindi, di fatto, è in piena caccia al tesoro! E quando gioca ha tendenze monomaniacali - già lo sapete. E voi vi perdete ogni tanto in sorte di cacce al tesoro? E se sì, quali? Cosa vi appassiona, cosa seguite come segugi? E come si sviluppa la vostra ricerca? ...