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Io *non* cammino in fila indiana (a commento del post precedente)

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E a tutti coloro che non sono 'guerrieri' nel senso perverso cui ci esorta la campagna vergognosa dell'Enel, ovvero come schiavetti di padroni che ci succhiano l'esistenza e vogliono ancora convincerci di non essere numeri in fila, dedico il seguente monologo di Ascanio Celestini. Io non cammino in fila indiana, e vi invito parimenti a rompere le righe!

Io non sono un guerriero (e comunque non nel senso squallido di questa pubblicità agghiacciante!)

Riporto l'articolo uscito su Il fatto quotidiano ieri a proposito d'una pubblicità televisiva che ritengo una vera e propria offesa nonché una sorda violenza piena di propaganda contro tutti noi - almeno quelli che sono in grado di leggerla come tale perché, malgrado la fatica di sopravvivere, hanno ancora la lucidità di 'vedere' come stanno realmente le cose. E di non essere schiavi complici dei loro stessi sfruttatori. I quali dovrebbero piuttosto VERGOGNARSI PROFONDAMENTE. Cara Enel, io non sono un guerriero di Simone Perotti | 28 settembre 2013 Ancora una volta dissento . La cosa grave, però, è che non condivido quelli che la pensano come me. Mi riferisco all’ondata di attacchi, insulti e invettive contro lo spot dell’Enel “Guerrieri” . Immagino lo conosciate tutti: “Siamo i guerrieri dei posti in piedi, siamo i guerrieri delle tangenziali, delle scartoffie, siamo i guerrieri del lavoro… Vincere è possibile se lottiamo insieme”. Come riassu...

Smontiamo l'ennesima comunicazione di propaganda sul sesso ;-)

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Dando un'occhiata a Repubblica durante l'ora di pranzo mi imbatto in un articolo dal titolo " Ecco perché la dipendenza sessuale va riconosciuta come disturbo mentale " a cura di tal Irma D'Aria. Chiaramente non posso esimermi dalla lettura, ben sapendo che ne sarò profondamente disgustata. Perché, di fatto, anche questa è parte di una strategia di castrazione del desiderio e dell'istinto vitale che ritengo uno dei più violenti e perversi soprusi ai nostri danni da parte del sistema capitalista e dei suoi protagonisti. Vediamo il testo da vicino ( in nero l'originale , in blu il mio commento , in rosso i link ), così capiamo meglio. Cito solo alcune parti, rimandandovi alla lettura del testo completo, qualora lo vogliate, al link sopra citato (ché sono una ricercatrice seria e onesta, io, tzè, altro che costoro!). Rory Reid, ricercatore e docente di psichiatria presso il Semel Institute of Neuroscience and Human Behavior della Ucla, ha guidato...

Oro cash, televisione, e le popolazioni nomadi

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Ospite l'altro giorno d'una amica, sono stata esposta involontariamente a questo spot nel momento in cui ella ha acceso la televisione (che io non possiedo più, cone somma gioia, da una decina d'anni) e l'ho trovato agghiacciante! Renato Pozzetto pubblicizza qui una società che acquista oro pagandolo in contanti, contanti con i quali egli compra all'istante un maxischemo televisivo. Ora: sono solo io che mi sento a disagio davanti a questo spot? Perché per me rappresenta la negazione di diversi livelli di senso. 1) Intanto identifica la felicità con l'acquisto d'un bene che può rappresentarne una componente solo per una mente ottenebrata dall'ignoranza, dalla stupidità o dalla frustrazione: va da sé che se sto bene e sono felice di mio, di un televisore non me ne faccio nulla. 2) La televisione può essere uno strumento di informazione e intrattenimento e/o informazione solo se usata in modo critico e consapevole, altrimenti è al pari di...