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Ho rotto uno specchio... e reinterpretato la conseguenza.

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  Rientrata da poco, ho disfatto i bagagli, fatto le pulizie di casa e messo tutto in ordine. Faccio anche corrente, per cambiare un po' l'aria, mentre seduta al pc evaderò la posta e organizzerò i miei prossimi giorni. D'un tratto sento un rumore sordo alle mie spalle, seguito da quella che è chiaramente la caduta di qualche oggetto e infine il fracasso di vetri che si rompono. Corro in camera temendo si sia rotto un vetro della finestra, e invece no. Vado in bagno, e qui vedo il disastro: un quadro è caduto e ha portato con sé la specchiera antica che tenevo sul mobiletto. Pezzi, frammenti e polvere dello specchio si spandono per tutto il pavimento. Vado a prendere la scopa e comincio a recuperarli, mentre penso "7 anni di sfortuna, mi aspettano 7 anni di sfortuna" e anche "no, non ce la faccio ad averne oltre la sofferenza che combatto abitualmente, oltre tutte le cose che già abitualmente non vanno, non ce la faccio". Ma ...

Lasciarsi incantare dalla magia

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I miei occhi e il mio cuore hanno bisogno di pace, e la cerco ovunque: per questo stamane sono andata di buon'ora a visitare la mostra Georges Méliès. La magia del cine . E ho pensato che la mia condizione d'essere fuori tempo e fuori luogo permarrà tutta la vita,  ché io tanto bene sarei stata nel secolo scorso, magari in Francia, nel pieno delle scoperte, delle invenzioni, della letteratura più romantica, malinconica e decadente, e infine dell'illusione e della magia - ciò che mi manca così tanto nella vita quotidiana attuale appiattita e mortificata nella banalità, nel semplicismo, nella mediocrità. E invece quella era curiosità e leggerezza, competenza tecnica che esaltava il gioco e la passione, noncurante del pensiero comune, e anche ammantata del pensiero della morte cui si riagiva disperatamente con ironia e scherno. Quanto era verità - quella - pur se sembrava tanto inganno!

La vita è un gioco a somma diversa da zero

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Lo stesso dicasi dei rapporti di coppia - così troppo disperatamente caratterizzati dal dominio (a volte silenzioso e invisibile) dell'uno/a sull'altro/a o dalla competizione con la meta della vittoria. Ché la sottoscritta è competitiva assai, ma perché bramosa di sapere, vivere, giocare al massimo ogni istante! Perché è così difficile rendersi conto che la vita è un gioco a somma diversa da zero? Che si può vincere insieme non appena si smetta di essere ossessionati dall'idea di dover battere il partner per non esserne battuti? E che - cosa del tutto inconcepibile per lo scaltro giocatore a somma zero - si può perfino vivere in armonia con l'avversario decisivo, la vita? Paul Watzlawick, Istruzioni per rendersi infelici , Feltrinelli (libriccino appena riletto che consiglio appassionatamente perché ricchissimo di spunti, e stimolante le celluline cerebrali di coloro che amano giocare con la parola, la letteratura, la psicologia prendendosi solo ...

Rarefazione domenicale

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Ma anche di tutti gli altri giorni - ché in questa dimensione onirica ho immerso la mia vita, nella ricerca della sua più profonda bellezza. Buona visione e buon ascolto. Chiudete gli occhi, lasciatevi portare altrove.