Il mondo di Fabrizio De André
Per strada tante facce | non hanno un bel colore:
qui chi non terrorizza | si ammala di terrore.
C'è chi aspetta la pioggia | per non piangere da solo,
io son d'un altro avviso, | son bombarolo.
Quindici anni orsono moriva Fabrizio De André, che cantava un mondo in cui molti di noi si sentivano a casa, fatto di gente semplice, povera, emarginata, di reietti della società, di gente che rubava il pane per fame, che veniva impiccata per nonnulla da un potere cieco e assoluto. Nei suoi brani c'erano prostitute, uomini innamorati, nani, anarchici, pescatori. Aveva musicato Spoon River e parlato tanto libertà.
Davvero difficile scegliere come ricordarlo, tra le tantissime canzoni originali e quelle tradotte e reinterpretate (come Le passanti di Brassens) così che fossero a disposizione del pubblico italiano.
Con molto amore per lui e per voi, eccovene alcune che hanno accompagnato la mia vita.
Buon ascolto.
Commenti