Scrittura narrativa: richiesta consigli!
Buona sera tutti/e! :-)
Amici miei, vi chiamo a raccolta, ché alcuni fatti recenti mi hanno portato a provare un crescendo di piacere verso la scrittura, e quindi a volermici sempre più dedicare.
Amici miei, vi chiamo a raccolta, ché alcuni fatti recenti mi hanno portato a provare un crescendo di piacere verso la scrittura, e quindi a volermici sempre più dedicare.
In
particolare ho verificato che amo la forma del racconto, specie se
breve, ispirata a Carver e Murakami. O la diaristica di viaggio (che
ovviamente mi vede particolarmente appassionata anche come lettrice).
Quindi...
Minerva chiede consiglio, perché da dilettante nell'ambito della
narrativa vuole imparare a fare le cose al meglio. Vero è che in
rete già molto ha trovato, ma se voi stessi - sulla base delle vostre
esperienze - le deste indicazioni, suggerimenti, consigli pratici o
segnalazioni di link e libri appassionanti che la possano stimolare
(senza rivelarsi manualistica asettica e standardizzata della scrittura)
lei vi ringrazierebbe dal profondo del cuore :-)
Commenti
Ti presento questo bel portale, ci sono molti concorsi di tanti tipi presenti, ed anche alcune comode guide per rendere più appetibili i racconti.
Consiglio, un racconto ha il difetto di accorciarsi dal pensarlo allo scriverlo, stacci attenta.
Evita posti esotici che non conosci, potresti scrivere castronerie e sembrare poco credibile, dipende dal genere però...
Facci sapere donna!
Tostissimi e serrati.
Non ho messo il link! Eccolo!
Dunque, innanzitutto ti consiglio di dare un'occhiata a questo (nel caso tu non l'abbia ancora visto):
http://www.archiviocaltari.it/2011/11/11/le-13-regole-per-scrivere-narrativa-chuck-palahniuk/
Secondariamente, il mio consiglio è di lasciare perdere le regole e scriverescriverescrivere, ma senza affezionarti mai troppo a quello che hai scritto.
Contemporaneamente leggereleggereleggere. Nella fattispecie, alcune raccolte di racconti che potrebbero darti qualche spunto sulla narrativa breve di qualità sono queste:
*autori anglofoni contemporanei*
>Pastoralia, di George Saunders (lo sto leggendo ora: notevolissimo!)
>La ragazza dai capelli strani, di David Foster Wallace
>Questa è l'acqua, (ancora) di David Foster Wallace
(a me Carver rompe un po' le scatole)
*autori italiani meno conosciuti, ma per questo forse ancora più significativi di quella che può essere considerata in Italia narrativa di qualità*
>Antropometria, di Paolo Zardi (NEO)
>Acquaragia, di Stefano Domenichini (Perdisa)
Se mi viene in mente qualcos'altro, te lo dico.
Buona Lettura!
E alla larga (alla larghissima!) da corsi e concorsi.
Ora scusatemi... mi rassetto un momento... e torno in me... e a rileggerli uno a uno con calma. Apro anche un po' la finestra... fiuuuuuu, che caldo che fa! :-D
Anche a me piace molto Carver
E ora vi rispondo io, uno/a a uno/a, mentre faccio tesorodi ciò che avete scritto.
@Cavaliere: grazie per il link, davvero molto utile. Concordo: non scrivo mai di contesti che non conosco. Per fortuna ho un bel po' di scenari/situazioni cui attingere nella memoria delle esperienze della mia vita :-)
"un racconto ha il difetto di accorciarsi dal pensarlo allo scriverlo": di questo non avevo mai avuto sensazione - nota eccezionale, da segnarmela a caratteri cubitali e tenerla ben presente quando mi accingerò a scrivere :-)
@Mr. Ford: me li procuro e li leggo. Ti bacio :-)
"senza affezionarti mai troppo a quello che hai scritto": ach! beccata! :-D
Recupero in biblioteca tutti i libri che m'hai segnalato. E no: non ho avversione per gli italiani in rapporto agli autori stranieri. Non faccio categorizzazioni stupide ;-)
Lo ricompro, grazie d'avermelo ricordato, era FONDAMENTALE e alla fine non sono mai riuscita a leggerlo! :-(((
@zietto: smack! Intanto ti adoro, ma questo già lo sai.
Leggereleggereleggere, eh sì, lo so!
E scrivere secondo i miei autori preferiti? Ottimo: Aruki Murakami, Raymond Carver, Natsuo Kirino - in pratica sono nella sospensione esistenziale dell'horror fantasy... brrrr :-DDD
Che i corsi non servano concordo. I concorsi non so - mi sembrano per lo più gran truffe, ma a volte ve ne sono di gratuiti di piccoli editori appassionati che non mi sembrano così male. Dici che devo buttare a mare pure quelli?
Mi piacerebbe fare qualche workshop di quelli tipo full immersion del weekend, ma io sono per le cose autogestite, in cui ci si insegna reciprocamente.... sai, cose tipo barcamp.
Chissà dovessimo fare un barcamp tra blogger 'amici' cosa ne verrebbe fuori? Sarebbe una cosa fantastica viste le sensibilità di ciascuno, i vari interessi specifici, le cose che ci potremmo reciprocamente insegnare! Ecco: come sempre volo di fame di vita e di fantasia...
1) vi sentite anche voi come in colpa a leggere, quasi steste sottraendo tempo ad altre cose più produttive che siete 'chiamati a fare' nella vita quotidiana?
2) avete anche voi l'ultima sensazione che ho scritto, ovvero essere appassionati e voler a tutti i costi segnare un'esperienza mentre la state vivendo, ma poi sentirla meno dignitosa, intensa, significativa quando la rileggete dopo tempo - quasi fosse un appunto senza valore scritto da una persona che s'è sopravvalutata e ha sopravvalutato la propria esperienza?
bisogna leggere tantissimo e scrivere ancora di più, magari subito verranno fuori cose poco belle ma poi si trasformano ed escono meraviglie!
Forza!!!
Io quando scrivo metto la tenda di lato e guardo fuori :D una regola che seguo più o meno sempre :D mi da ispirazione guardare il cielo!!
Per parte mia ti dico: scrivi come parli, parla come pensi, ergo scrivi quello che pensi.
Potrà piacere o non piacere, ma uno scritto è come un parto: quello che esce tu, mamma, lo devi accettare perché comunque è una tua creatura; che lo accettino gli altri diventa secondario, perché è una valutazione soggettiva che non deve influenzare la tua gestazione.
Contesto il commento del Cavaliere Amaranto sul fatto che "uno scritto si accorcia dal pensarlo allo scriverlo": magari fosse così!
Io penso una goccia, ed è subito tsunami, sto facendo corsi di concisione, inutili. Questo commento poteva essere tale in poche righe e invece...
Proverò con imodium e a-diuretici, con il resto vado buca.
Ciao e buona notte.
2)l'immediato non è mai oggettivo. Per eliminare quella sensazione occorre scrivere qualcosa che in un certo senso si è già letto, e non parlo di brutte copie o schizzi, intendo che quel che arriva alla penna/tastiera dovebbe essere già filtrato in automatico dal nostro sentire (sempre che il nostro sentire voglia farci piacere quel che scriviamo)
la 1 è per me una via di mezzo fra invito a nozze e provocazione, nel senso che ovviamente la penso come Mauro: dobbiamo sentirci in colpa quando le folli cagate della società schiavistico-produttiva ci rubano il tempo per leggere, scrivere, pensare!
la 2: la Scrittura vera non è mai cronaca immediata dell'oggi, e nemmeno di ieri o dell'altroieri: si possono prendere appunti per fissare fatti o personaggi o sensazioni, ma poi bisogna lasciargli il tempo di lievitare, di macerare, di maturare. Passano (quasi) sempre anni prima che il vissuto possa diventare buona narrativa, e infatti gli instant book sono sempre delle truffette commerciali, o in ogni caso non hanno mai nulla di Artistico
Sul resto, se trovi stimolante, arricchente, fecondo, appassionante, il confronto o il lavoro di gruppo, non sarò certo io a impedirtelo. E' anche questione di indole. Per me, per scrivere bene, si è già TROPPI ad essere UNO. :-))))
@gattonero: tu hai sempre speso per me parole meravigliose, se mi sto montando la testa sulla scrittura è anche un po' colpa tua - questo tanto per parlarti chiaramente ;-) ciò detto, faccio tesoro del tuo consiglio per quanto io nella vita reale usi diversi registri a seconda dell'interlocutore e del personaggio che interpreto. Non mi fraintendere, non c'è in me finzione - è più l'abitudine a far convivere diverse personalità. Ma non sono pericolosa :-)
Un bacio, un bacio a te!
@Zietto: 1) concordo, sebbene nel mio caso la 'produttività' sia legata nuovamente a un lavoro intellettuale per il quale devo leggere molto e - siccome in tale lavoro non stacchi mai - ogni volta posare un saggio per prendere un libro di narrativa mi fa sentire ben in colpa!
2) grazie di questa considerazione, almeno la smetto di sentirmi inadeguata per la lentezza con cui partorisco e per la sensazione che ciò che ho scritto (anche qui, in passato) sia ancora di 'ripulire'.
Io sono una persona estremamente solitaria - non fraintendermi - ma sono anche molto giocherellona. E' questa dimensione ludica che mi piacerebbe condividere con gli altri - nella mia esperienza ciascuna persona sensata e sensibile può rappresentare quello 'scarto dalla norma' che mi sorprente/incuriosisce/ispira. Non ne avrei bisogno, ché - come dicevo a gattonero - come te ho tante personalità multiple e parimenti bisogno di silenzio, ma... ecco... mi farebbe semplicemente, di tanto in tanto e con persone molto selezionate, piacere. Il che non significa scrivere insieme ad altri - quella è un'attività solitaria. Ma i 'giochi' preliminari alla scrittura o i reciproci racconti di vita in forma di storytelling orale sì. D'altronde sono un'antropologa :-) Bacio!