Prendersi cura di sé: dialogo surreale con l'ortopedico
Il mio corpo è una soglia - attraverso la quale percepisco l'esterno e provo piacere all'interno. Quindi una qualche manutenzione, di tanto in tanto, mi sembra cosa sana. Anche per evitare che la salute se ne vada e, anzi, per favorire il fatto che quanto più possibile venga ;-)
Per chi come me ogni tanto ha problemi (in passato anche seri) con la stessa, l'incontro con i medici può però essere inquietante. Quindi la sottoscritta lo riduce allo stretto necessario, anche persuasa dal fatto che meglio sta d'umore - e si prende cura di se stessa con amore e senza ansie - e meglio sta.
Ciò non toglie che talvolta deve pur incontrare taluni medici e, avendo una certa immaginazione e una vita - anche sessuale - che non è proprio quelle della casalinga di Voghera, può accadere che rida da sola per tutto il 'non detto' che attraversa la conversazione tra me e i dottori che mi hanno in cura...
Dialogo con l'ortopedico (tre anni orsono)
Per problemi diversi, ero ricoverata in ospedale. A margine di questi, un'infiammazione non ben localizzata mi impediva di camminare e dava dolori inauditi all'altezza delle reni. Alla fine una risonanza magnetica svelò un'infiammazione ai nervi dovuta allo spostamento di un dischetto vertebrale. L'ortopedico, con l'esito dell'esame in mano, venne a visitarmi.
"Signora, lei ha un orto?".
"Un orto? No." E sulla faccia mi comparve un primo punto interrogativo.
"Ah, ok. E le pulizie di casa, le fa? Cioè, li lava i pavimenti?".
Ero sempre più perplessa. Perché mai mi rivolgeva queste domande?
Ero sempre più perplessa. Perché mai mi rivolgeva queste domande?
"Sì che le faccio".
"E lei i pavimenti li lava tutti i giorni?".
Stava cominciando a salirmi l'ansia. Il dottore continuava a guardare la radiografia...
"No, ho una casa pulita senza bisogno d'essere paranoica".
"Ah, e come lavoro fa le pulizie in casa d'altri?".
"No, faccio l'antropologa".
"Ah, e quindi non passa le giornate chinata come per fare movimenti come zappare l'orto o lavare i pavimenti?".
"Ah, e quindi non passa le giornate chinata come per fare movimenti come zappare l'orto o lavare i pavimenti?".
"No".
Ero sempre più perplessa, e un secondo punto interrogativo mi si materializzò in mezzo alla fronte. Dove voleva andare a parare?
"Sa" - disse lui - "questo spostamento che le è accaduto deve darle un dolore spaventoso, ma è tipico di chi zappa l'orto o lava i pavimenti e quindi il dischetto si sposta piano piano dalla sua posizione in asse tra le vertebre.
In alternativa, può esserle capitato di colpo, ma quando ciò accade il dolore è così acuto che uno non può non accorgersene, perché non si sta più in piedi, le gambe cedono di colpo, e la fitta le avrebbe provocato minuti di lacrime e mancanza di respiro.
Sì ricorda se qualche settimana fa le è capitato qualcosa del genere? Perchè non può non essersene accorta, ci dev'essere stato un evento preciso..."
No, non ricordavo. Andando indietro nel tempo, non avevo memoria di alcun momento in cui mi fossi chinata senza piegare le ginocchia, oppure in cui qualche movimento brusco m'avesse dato un tale dolore...
"Vabbè, non importa ai fini della terapia...". Il dottore uscì dalla stanza e io mi rimisi a guardare fuori dalla finestra.
Eggià, chissà quando sarei stata bene di nuovo. Chissà quando avrei camminato e soprattutto potuto mangiare di nuovo tranquillamente (i problemi principali erano relativi a quello).
Chissà se e quando avrei potuto di nuovo fare l'amore - mi chiedevo - e chissà in quali posizioni il mio corpo l'avrebbe sopportato, se sarei riuscita o avrei dovuto limitarmi perché dolorante, in quali posizioni non mi avrebbe fatto male e...
... un attimo...
...
posizioni?
...
..
.
Dannazione! :-D
E mi venne di colpo in mente quando e come mi si spostò questo maledetto dischietto. E pure perché non sentii alcun dolore, cioè lo sentii eccome, ma... Ok: non ero chinata con la faccia rivolta al pavimento, bensì avevo le gambe in sù con la faccia rivolta al soffitto - 180° rispetto alla posizione ipotizzata dall'ortopedico.
E sì, il dolore fu lancinante, e piansi, persi il respiro, e sentii le gambe cedere di colpo sul letto - ma stavo avendo uno degli orgasmi più potenti della mia vita e pensavo che quello fosse l'effetto collaterale di un amante ben dotato, in una posizione profonda e con energie e desiderio travolgenti.
Morale: due mesi di ultrasuoni, infrarossi e fisioterapia. E poi sì, la completa guarigione.
Adesso faccio tanto sport, ché i muscoli siano allenati e i dischetti stiano dove devono stare senza andarsene in giro alle sollecitazioni d'un amante appassionato ;-)
Vi consiglio di fare lo stesso - prevenire è meglio che curare...
Commenti
;-)
@Cri: magari!!! non sono io, quella, purtroppo :-( ma il corpo cambia molto, in base a come lo eserciti. Non potrò più essere giovane, ma modellarlo un po' a mio piacere solo con alimentazione, sport e atteggiamento mentale verso la vita, sì - quello è possibile ;-)
E pensa se quell'ortopedico era un sostenitore del "chiodo scaccia chiodo"...
Oltretutto, nella sua specialità sarebbe stato un esperto in posizioni, e magari le avrebbe provate tutte, pur di dimetterti guarita.
Certo, sarebbe stata una lungodegenza, ma vuoi mettere?
Un caro saluto.
Sei troppo forte.
Ciao.
Scarlet
No, non mi interessava quel medico - giammai, ché sono iperselettiva e lui non rientrava nei miei potenziali interessi - quindi benissimo che non mi sia venuta in mente la ragione dell'infiammazione! :-D
@grande marziano: no, proprio nessun rimorso. Salvo il costo delle cure: non è possibile che non spenda nulla per un rapporto incantevole e poi mi ritrovi spese sanitarie come quelle che ho sostenuto! Quindi, nuovamente, meglio prevenire che curare! ;-)
secondo me l'ortopedico se l'era data!
:)
@mr.Hyde: me li sarei ricordati comunque. Difficile che mi dimentichi i momenti che mi rendono così felice. Lì avevo solo dimenticato il dolore concomitante...
@HIV: ahahahahah! Ma figuriamoci! ;-)
@Ernest: mah, mi sembrava uno troppo a posto per avere pensieracci del genere ;-)