Cut Out and Fade Out

Molta dell'arte recentemente prodotta sulle questioni di genere lavora sull'insoluta questione dell'invisibilità sociale delle donne - quella che si manifesta con il rimuoverne la presenza fisica (vuoi attraverso il segregarle in casa, vuoi attraverso il mascherarle affinché non siano più riconoscibili come persone nei contesti pubblici) al fine di sottrarre loro la possibilità di espressione della propria parola e del proprio pensiero.
Il modo in cui viene comunicato l'argomento, però, di recente ha assunto forme sempre più ironiche, ed è proprio questa ironia che mentre fa sorridere amaramente riesce ad aprire una breccia nella nostra riflessività.
 
Miss Bugs è una coppia di artisti di Bristol (UK) che lo scorso anno a Londra ha realizzato una serie di installazioni urbane dal titolo Cut Out and Fade Out proprio su questo tema della rimozione fisica delle donne come strategia per la loro riduzione al silenzio, mescolando sagome di cartone a sfondi estemporanei pre-esistenti. A voi alcune delle immagini (la gallery completa la trovate qui).





Commenti

Cannibal Kid ha detto…
da bristol arrivano sempre cose interessanti e banksy ormai ha dato il buon esempio!
non è che si cela lui anche dietro ai miss bugs??
Minerva ha detto…
Tu dici che in realtà sia lui? Non lo so, ho trovato che sarebbero una coppia di ragazzi giovanissimi, in alcune interviste... Comunque Banksy sarà oggetto di prossimo post (sai che a Londra vivevo ad Hackney, zona sua?
Anonimo ha detto…
Niente male!
Occhio.Cavo ha detto…
molto belli. anche se, pensando al tema dell'invisibilità delle donne, non so quanto la scelta di questi soggetti sia stata azzeccata.però é una mia perplessità, il progetto rimane interessante e come dire...trovo auspicabile se ne parli. aspetterò Bansky
Elena ha detto…
Anche io trovo l'esperimento interessante anche se, sulla linea di quanto già letto nei commenti, i due artisti molto devono a Bansky, pur non mostrando - almeno per ora - la sua fantasia dirompente. Ma al di là dell'aspetto artistico, cara Minerva, come accenni anche tu, l'invisibilità della donna passa anche attraverso forme infide di mascheramento. Una volta, un noto esponente dell'editoria torinese mi presentò il suo braccio destro con queste parole: "E' una donna, ma lavora come un uomo". "Che peccato!" - pensai io - "A quel livello, una donna, con la sua testa da donna, chissà quanti punti di vista "altri" avrebbe potuto suggerire". E invece stava lì, vestita da uomo a comportarsi da uomo per potersi sentire accettata e premiata nonostante donna. Un'opportunità persa per Mister B., che quando ha scelto una donna, l'ha scelta che sembrasse un uomo!.