Soglie [racconto - seconda parte]

“In realtà ultimamente ci ho ripensato, non è proprio che abbia mai fatto sesso senza che ci fosse anche un qualche sentimento” – me lo dici così, en passant, come se fosse una riflessione di poco conto. In ogni caso, io ero salvaguardata dal rischio d’essere solo una con cui, pur senza un rapporto sentimentale vero e proprio, tu facessi sesso senza alcun affetto. “Non sei una scopata di passaggio” – quello era il nostro modo di definirle – “come posso fartelo capire?”, mi chiedevi ogni volta che arrabbiata con te tiravo fuori quel refrain per crearmi da sola l’occasione di sfogarmi e urlare contro la tua sadica freddezza nei miei confronti.

“Dunque: il sesso per l’Acquario” – so che non credi agli oroscopi, ma volevo comunque leggere con te i nostri profili zodiacali in merito, e vedere quanto ci corrispondessero (per questi giochini scemi ti so sempre disponibile). “L’Acquario vuole esplorare ogni componente della sessualità, dai preliminari alle coccole conclusive. Non è interessato al consumo dell’atto in sé senza ricercare il piacere anche in sfioramenti, baci, carezze”. Scoppio a ridere, mentre tu serissimo commenti: “Accidenti, ci hanno azzeccato…”. Non direi. Ricordo bene che appena entrati in casa non raggiungevamo neanche il letto, e ci cominciavamo a toccare e svestire nell’ingresso, voraci di sesso come l’affamato davanti a un dolce del quale ha sentito per giorni il profumo senza poterlo avvicinare. Leggo il mio: “La donna Gemelli ama chi la coinvolge nella comunicazione e nell’immaginazione; non apprezza posizioni estreme, ma movimenti ampi, lenti e intensi”. Accidenti… ci hanno preso sul serio!

Entri nella stanza con me, e sulla soglia della camera ci sfioriamo involontariamente mentre l’attraversiamo insieme. Il campo magnetico che si crea tra noi ci trattiene nella verticale degli infissi, entrambi sconvolti per l’inaspettata violenza dell’attrazione che stiamo provando. Non riusciamo quasi a uscirne fuori, non vogliamo che ciò accada. Cominci tu a sbloccare questa inedita, inaspettata tensione – hai sempre preso tu l’iniziativa e io sempre ti seguivo.
“Come un gioco di bambina, mai toccato per davvero” * – chiudo gli occhi. Le tue carezze tornano a prendere confidenza col mio corpo, per poi guidarmi sul letto. Ci svestiamo piano, senza perdere il contatto, tra silenziosi sorrisi complici – non può esserci ripensamento ora, non potremmo interrompere ciò che sta capitando neanche lo volessimo. Di colpo, in un istante, ricordo chi sono stata e chi tornerò, con sincerità, a essere.

Ci sono posizioni che non mi interessano più – le sperimentazioni le lascio a chi inizia ora l’esplorazione di questa meravigliosa sfera del sé. L’ambizione di cogliere le sfumature degli atti che si compiono in questi momenti è ciò che ci unisce. La fretta è qualcosa che non concepiamo neanche.
Mi entri dentro con tutta calma, per poi fermarti e assaporare le pareti interne del mio corpo. Io ti stringo dolcemente in una lenta danza continua. Continuiamo a lungo così, perdo la nozione del tempo, e di tanto in tanto – come i coccodrilli quando fanno a pezzi la propria preda – ci rigiriamo repentinamente l’una sull’altro.
La mia schiena si inarca e si allontana da un abbraccio casuale che neanche tu vuoi. Ora ti posso guardare bene, mentre sopra di te mi muovo al ritmo che mi imponi conficcandomi le unghie nelle natiche, tenendo le mani salde sulle mie anche.
Non potrei godere più di così – penso – quando improvvisamente mille piccole unghiate mi fendono la schiena, e miagolii mi risuonano di colpo nelle orecchie. La tua gatta ha pensato che ti stessi aggredendo ed è corsa in tua difesa. Mi divincolo velocemente, ma lei non molla la presa – e involontariamente faccio male anche a te, da cui non mi voglio staccare.
Tu guardi e ti godi la scena e le sensazioni fisiche relative, ti lasci andare ai miei movimenti bruschi. Infine, un po’ a malincuore, mi aiuti a togliermela di dosso.

Scoppiamo entrambi a ridere di cuore, e puntuale arriva il tuo sommesso e dolorante “non ridere in questo momento…”. Ridere mentre siamo l’uno nell’altra: quante volte ci è successo!
Ridere insieme.
Alla fine mi adagio su di te, serena. Tu cerchi una sigaretta sul comodino, ma non mi fai più spostare per arrivare a prenderla più facilmente come avresti fatto una volta: mi lasci riposare su di te – ché nessuno di noi due ha più aspettative reciproche dalle quali difendersi.

Di fatto, hai sempre avuto ciò che volevi – e anche io.


__________________
* “Come un gioco di bambina, mai toccato per davvero” è il primo verso di Io nella notte dei Franti, gruppo hardcore torinese di quegli anni in cui cantava Lalli – ora meravigliosa cantante solista – che noi spesso ascoltavamo e vedevamo in concerto.

Commenti

shadow ha detto…
Mi piace quel che scrivi perchè è vero nel suo raccontarsi.
Non sopporto di leggere di incontri erotici improbabili, di ptestazioni da grado, di grida che nessuno mai emette.
Mi piace invece questo scambio reale di pensieri ed umori, gemiti e scioglimenti.
C'è una linea di intelligenze e sentire io credo tra una scopata di passaggio e la capacità di accogliersi reciprocamente per un tempo che è in quel tempo eterno, magari non c'è amore, ma per certi versi qualcosa di ancor più complicato e che richiede grandi capacità: la stima, il rispetto, la conoscenza, i limiti. Mai sminuire (e neppure amplificare alla ricerca di giustificazioni), ma dare nome :-)

anche la mia gatta non manca mai di prestarmi assistenza e alla fine, mentre la sigaretta la fumo io, si accoccola proprio dove è rimasto il tepore :-D
Anonimo ha detto…
Concordo con Shadow. Racconti in modo schietto e "semplice" apparentemente senza grandi montature (che potresti usare tranquillamente).

La gatta dà qualcosa di magico a questa storia, secondo me.
Only Me ha detto…
amo l'attrazione smisurata, l'accendersi improvvisamente dal nulla.
la complicità dentro e fuori.
e tu la descrivi bene
Venerdi Sushi ha detto…
Racconti molto di più del semplice evento...
Minerva ha detto…
@ shadow: so che hai un modo analogo al mio di percepire certi momenti e certi incontri. Sì, sentimenti complessi e anche complicati - ché gli esseri umani concreti non sono perfetti come appaiono nel mondo della fantasia, lo sappiamo :-)

@ Inneres Auge: grazie. Rispetto ai gatti, per me sono animali in cui si catalizzano così tanti elementi contraddittori presenti anche negli esseri umani da averne quasi paura. Io penso che l'attrazione-repulsione nei loro confronti sia dovuta al fatto che essi esprimono liberamente moltissimi elementi (caratteriali ed emotivi) che hanno anche gli esseri umani, ma che questi si fanno frenare dall'esercizio di un controllo razionale sulle pulsioni che alla fine inibisce la libera espressione del desiderio e dei sentimenti.

@ Only Me: grazie mille per il complimento. Sì, "attrazione smisurata" è la definizione giusta per il rapporto che ho raccontato.

@ Venerdi Sushi: uhm... beh, sì, non vuole essere una cronaca del genere chi-dove-come-quando-perché :-P
Però vorrei capire come devo prendere la tua osservazione, se come apprezzamento o con un appunto di critica (che da te è sempre ben accolta, comunque, visto che mi fa crescere).
Gio ha detto…
E oltre a tutto il resto, sei appassionata di Maddalena :-)
Brava!
Minerva ha detto…
@ Gio: e tu pensa che per lunedì sto preparando un nuovo post che include proprio un suo video sui rapporti uomo-donna ;-)
Venerdi Sushi ha detto…
Minerva nessuna critica, anzi tutt'altro. Ho davvero gradito ;)
dark0 ha detto…
non sono un grande lettore di erotismo, ma devo dire che il tuo racconto mi è piaciuto, spero di leggerne di nuovi.
Minerva ha detto…
@ Venerdi Sushi: comunque da te, Shadow e altre poche persone, le critiche le accetto volentieri e non le patisco, sono benvenute - visto che so con quale spirito mi vengono fatte e che quindi mi fanno sempre riflettere senza sensazioni di disagio o 'errore' :-) Felice in ogni caso che ti sia piaciuto.

@ darko: un complimento da una persona non appassionata del genere fa molto piacere - ché mi fa pensare appunto che, al di là di chi (e non è il caso di tutti voi) legge queste storie unicamente per provare eccitazione, evidentemente sono riuscita a comunicare anche altro.

Vi ringrazio molto, di cuore :-)
Anonimo ha detto…
In effetti quando vedo la mia gatta, quando le parlo mi accorgo che risponde con lo sguardo. Penso che vorrei essere come lei
gattonero ha detto…
Ecchime! Avevo perso la prima parte, così le ho lette in abbinata.
Se non ti monti la testa, ti dirò che mi hai fatto venire in mente "La noia" di Moravia, dove Cecilia (mi pare si chiamasse così) godeva del sesso con lo stesso piacere e la stessa 'purezza' che tu descrivi.
Però là non c'erano gatte gelose (non era per sua difesa che ti ha aggredito, secondo me); senza volerlo ha creato quel piccolo diversivo che ti permette di catalogare un'allegra scopatina come 'la scopata con gatta', come fosse un quadro. Altre finiranno in un cesto comune, ma 'questa' non la dimenticherai più. Grazie alla gatta che ti ha 'accarezzato' la schiena.
Se lui non c'è, un bacio te lo allungo io. Ciao.
Minerva ha detto…
"Lui" non c'è, quindi accetto volentieri il tuo bacio. Questo detto, non si tratta di 'allegra scopatina' comunque mai - per me: attento che sull'argomento solo molto suscettibile ;-)
E no, la testa non me la monto - tant'è che mi sto informando per frequentare corsi di scrittura, che sinceramente sono e mi sento un'autodidatta con gravi lacune (ma raccontare storie mi piace, quindi voglio imparare a farlo meglio!).
Grazie, miaooo!