Nuotare (e in generale del fare sport)
Ho cominciato a nuotare quando ancora piccola mia madre mi portava ai corsi pomeridiani nella piscina vicino a casa. Uno dei miei primi ricordi completi, e in qualche modo inquietanti, avvenne proprio in quel luogo. Un giorno - avrò avuto 5/6 anni - mentre stavamo facendo gli esercizi di riscaldamento in prossimità della vasca prima d'entrare in acqua, ebbi una stranissima sensazione: una mano toccò in un movimento l'altro avambraccio, e io sentii in contemporanea la percezione del mio corpo dall'interno (qualcosa tipo un'immediata 'consapevolezza d'essere un corpo completo', dotato di gambe, tronco, braccia, testa) e la percezione di un punto esterno di questo in quel momento toccato dalle dita della mano. Ne ebbi paura - e ancora oggi non so di quale fenomeno si trattasse. Forse avevo solo compreso definitivamente la mia materialità, la mia corporeità.
Interrotta l'attività poco dopo, non ebbi più occasione d'andare in piscina continuativamente fino ad alcuni anni orsono, quando sentii che avevo bisogno di sfogare dolore e tristezza senza troppa fatica: correre mi spaccava la schiena e mi annoiava a morte, mentre l'acqua e un ambiente caldo e umido mi attiravano (so già cosa state pensando...). Una piscina comunale, costruita in epoca fascista e ristrutturata di recente rimanendo spartana come nelle intenzioni originarie, era casualmente anche l'offerta più vicina a casa. Quando entrai nell'acqua provai come prima sensazione un brivido come di febbre - cosa che spesso mi sarebbe capitata anche in seguito.
Poi arrivò la sensazione di una sorta di abbraccio, un posto sicuro in cui immergersi senza pericoli e trovare riposo. Cominciai a nuotare piano, lentamente, senza affanni. I pensieri, mentre ero lì sola che percorrevo le mie vasche avanti e indietro, affollavano la mente: tutti volevano il loro spazio, mentre il corpo procedeva per conto suo, in assoluta autonomia, sembre più confidente in un movimento ripetitivo senza sforzo né peso. I pensieri affollavano la mia mente e uscivano disperati in forma di lacrime che si mescolavano all'acqua clorata, e io ero sollevata almeno dalla vergogna dell'espressione dei miei sentimenti - perché mentre nuotavo nessuno poteva vedermi piangere.
Poi arrivò la sensazione di una sorta di abbraccio, un posto sicuro in cui immergersi senza pericoli e trovare riposo. Cominciai a nuotare piano, lentamente, senza affanni. I pensieri, mentre ero lì sola che percorrevo le mie vasche avanti e indietro, affollavano la mente: tutti volevano il loro spazio, mentre il corpo procedeva per conto suo, in assoluta autonomia, sembre più confidente in un movimento ripetitivo senza sforzo né peso. I pensieri affollavano la mia mente e uscivano disperati in forma di lacrime che si mescolavano all'acqua clorata, e io ero sollevata almeno dalla vergogna dell'espressione dei miei sentimenti - perché mentre nuotavo nessuno poteva vedermi piangere.
Pur svogliatamente, questi momenti che mi prendevo per piangere per conto mio e intanto sciogliere il corpo divennero non frequenti ma continuativi nel tempo. E lì capitarono alcune cose: il mio corpo cambiò - diventò più forte e le mie (poche, sino ad allora) energie aumentarono. Il sangue circolava meglio, le gambe si assottigliavano, la schiena guariva dal male di anni. Ripresi fiducia nelle mie possibilità di vivere e stare bene grazie, in parte, a questo. Iniziai anche a sentirmi 'bella' - indipendentemente dal fatto che lo stessi diventando sul serio o meno.
Poi smisi di piangere e cominciai a fare gare con me stessa - 40, 50, 60 vasche. Tanto la 'tragedia' è sempre arrivare alle prime 20 - da lì in poi è come se mi si 'sbloccasse' qualcosa per cui potrei andare avanti ben più del doppio.
Infine scoprii una cosa davvero curiosa (quella più inaspettata): fare sport aumenta - anche qui - il desiderio. Ed è davvero un piacere constatare che questo diventa tale che avresti una gran voglia di fare subito l'amore, dopo, per sfogarlo...
E voi? Avete qualche sport che vi appassiona?
E avete provato queste mie stesse sensazioni (nel farlo, e magari anche nel 'dopo')?
Commenti
Uno sport che mi ha cambiata, fortificata, incoraggiata, responsabilizzata, mi ha dato cosi tanto... mi ha dato tanti sogni, che ho dovuto accantonare...............
@ Ginevra: "stare in contatto con il proprio corpo, spesso conosciuto alla propria anima" - qualcosa che vale la pena promuovere negli esseri umani, come consapevolezza, nevvero? ;-)
@BellaDiGiorno: non è mai troppo tardi. Abbi fiducia, se lo ami tanto lo riprenderai quando ti sarà possibile (non è mai troppo tardi - a livello agonistico forse sì, ma qui si parla di provare piacere nel farlo e basta), anche se i sogni nel frattempo saranno cambiati. Un bacio a te!
A volte è nel destino delle cose ritornare.
Un mio cliente si occupa proprio di questo sport che io facevo, e mi ha proposto qualcosa... si vedrà.... Il fatto purtroppo è che in questo sport ho sempre preteso troppo da me... (anzi dal binomio)!
un bacio anche a te ;-)
Molto bello il post e devo dire che mi sono ritrovato in alcune parti. Si, l'inizio è faticoso ma poi si prosegue.
Concordo con il desiderio.
Non sono un gran sportivo ma faccio fatica ad immaginare altri sport dove si amplifica il desiderio come il nuoto.
Ciao!
Si, ha senso per me oltre tutto lo stare immerso mi rilassa molto.
Ho dei ricordi fisici molto intesi del dopo desiderio.
Un pò a margine del post e non se ti piacciono le graphic novel però credo valga le pena che dai un'occhiata a questo: Il gusto del cloro di Bastien Vivès http://www.blackvelveteditrice.com/spip.php?article218