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Visualizzazione dei post con l'etichetta solidarietà

Rapporti liberi e potenti (e ancora umani, profondamente umani)

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Io ho visto che nel tempo, e soprattutto in questi ultimi anni, gli uomini che ho frequentato - persone dotate di un'intelligenza almeno pari alla loro 'inquietudine' - temono tutti la medesima cosa e la risolvono tutti allo stesso modo pagandone tutti le stesse conseguenze. In pratica, funziona così: costoro sono intelligenti, appassionati di vita, e alla ricerca di tempi e modi per esprimere, realizzare, rendere visibile, e anche condividere con altre persone, ciò che la loro mente elabora (una teoria filosofica, una produzione manuale concreta, un qualche evento che sentono come molto importante). Ciò dà loro molto piacere - ovviamente - sia per narcisismo ("guarda come sono in gamba in ciò che faccio!") sia per la sensazione di una (temporanea) pacificazione calda, potente, momentaneamente risolutiva di quell'assenza di senso della vita che inquieta loro come inquieta tutti gli esseri umani. Insomma, il piacere di vedere risposte parziali che però nel...

Contro il matrimonio, essere amore: per nuove soluzioni alla solitudine e alla paura dell'assenza di senso della vita

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La mia insofferenza verso l'istituzione del matrimonio – vedendo coloro che intorno a me l'hanno contratto – ha ormai raggiunto l'apice!  Rispetto a come ne parlano le leggi, sulla base dell'osservazione concreta di tale realtà sento piuttosto di poterlo definire come “ scelta intenzionale masochistica di sottoporsi a condizione di dominio privato (coniuge) e di qui collettivo (religione/stato per il tramite della legge su quel contratto) e di barattare amputazioni di sé in cambio dell'illusione d'essere amati e curati in caso di bisogno ”. A te che l'hai fatto, o che stai per farlo, vorrei dire alcune cose. Il matrimonio non ti renderà meno sola/o (ti fa solo credere di non esserlo, costringendo una persona a vivere con te, a sentire le tue parole dopo giornate faticose, a fare sesso come dovere istituzionale), non ti dà la certezza d'essere amato e curato, non ti salva dalla morte dotando la tua vita di un qualche senso: il matrimon...

"Cosa non ho fatto per un po' d'avventura, d'amore e di pace"

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Questa frase veniva spesso ripetuta da tal Lizzie Davis, vagabonda, a Bertha Thompson, pure lei vagabonda e autrice* del bellissimo libro Box-Car Bertha in cui quest'ultima narra dei suoi giri in lungo e in largo per gli Stati Uniti prendendo a sbafo treni merci. Queste parole mi risuonano così familiari che potrebbe essere il mio stesso intercalare! In questi giorni ho ripreso in mano quel libro, scritto da una donna che a partire dai primi del Novecento abbandona adolescente la casa materna insieme alla sorella e comincia a gironzolare - appunto su treni passeggeri e treni merci, ma anche in autostop (malgrado le poche auto circolanti all'epoca) - facendo ogni genere di cosa per guadagnarsi da vivere in ciascun luogo che attraversava, dai lavori come impiegata (era dattilografa) a quelli di fatica (cuoca, lavandaia, lavori di pulizia) da attività illegali fino alla prostituzione, e di qui alla ricerca sociale (un percorso simile a quello di Nels Anderson, autor...