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Eliminare il verbo DOVERE dal proprio vocabolario

Nove volte su dieci il verbo "dovere" viene impiegato per spiegare la ragione per la quale si fanno cose che in altre condizioni non si farebbero - ovvero per giustificare azioni apparentemente imprescindibili, frutto di scelte operate nel passato. Il che significa che, tanto per cominciare, bisognerebbe stare molto più attenti alle conseguenze - in particolare economiche - delle proprie azioni, e agire con cautela e pensando un po' più in là del momento, ovvero ragionando su lungo periodo, specie se le nostre azioni prevedono ricadute potenzialmente pesanti su noi stessi in termini di responsabilità. Poi, comunque, anche in questo caso, esistono sempre alternative anche se queste - per garantirci la sopravvivenza e per garantirla a coloro dei quali abbiamo responsabilità - significano sempre più perdita di cose, di benefici, di affetti, di frequentazioni importanti: ovvero nessuno dice che le soluzioni alternative (vedi espatri e migrazioni, vendita di tutto ciò...

Nomi, soprannomi, nickname e la nostra identità

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Stamane mi sono svegliata col pensiero dei vari nickname che nel corso del tempo ho assunto per partecipare a social network/blog e similia. Non che ve ne siano tanti, invero, solo Minerva e... un altro che avevo scelto per partecipare alle prime discussioni virtuali - via BBS, quando ancora internet non esisteva! - e che era Morgana, dalla fata morgana (la rifrazione del calore nel deserto in forma di miraggio di presenza d'acqua). E poi ho pensato ad altre volte in cui il nostro nome - questo elemento così essenziale che in qualche modo, almeno in parte, definisce e condiziona la nostra identità privata e pubblica - viene cambiato da noi o dagli altri per le ragioni più diverse. E di qui il moto di rabbia che mi prende ogni volta che vedo uno straniero italianizzarlo o tradurlo per andare incontro a pigri e ignoranti italiani (addirittura, in contesto universitario, la mia collega cinese Ying lo cambiò in Francesca perché un'ignorante collega italiana - probabilm...

Considerazioni post-amplesso tra orsetti

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Oggi l'oculista, durante la visita, m'ha detto che non era necessario che mi dilatasse le pupille con l'apposito collirio, perché le ho grandi di natura e vedeva perfettamente la retina già così. In quel momento ho pensato maliziosamente "e non m'hai mai visto dopo un orgasmo, caro!". E ora sono qui, con pupille presumibilmente enormi su occhi da cerbiatto. Io: "Un amico dice che tra gli umani funziona come per i gatti: le gatte vanno in calore e i gatti, che sono sempre in latenza, si 'attivano' quando sentono la disponibilità delle gatte" Lui: "Sì, in effetti è così. Se una vedo che ci sta, mi cerca, è disponibile, io ci vado" Io: "Ma ci vai con tutte?" Lui: "No, tutte proprio no. Non è che se una passa per strada dico che me la farei. Però se questa fosse disponibile e io trovassi che fisicamente può andare, allora ok" Io: "Questo è perché una magari ci sta, ma non è 'desideri...