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Le braccia del manichino

Passo accanto a un negozio d'abbigliamento in un centro commerciale e mentre la commessa sta servendo clienti in uno spazio ristretto, ma ben organizzato, mi colpiscono due braccia con le mani affusolate e le unghie laccate di un manichino - evidentemente di sesso femminile - per terra, una a fianco all'altra, vicino a un appendiabiti. Le guardo tristemente, e il mio sguardo viene colto dal mio accompagnatore. Continuando a camminare lo prendo sottobraccio e lui mi sorride affettuosamente. "Dici che è tanto stupido che mi dispiaccia per quel manichino? Che mi tocchi tanto che quelle braccia siano lì, buttate per terra, come inanimate?". "No, ma non te la devi prendere se non tutti sentono le cose come te". "Perché non me la dovrei prendere? Come si può vivere senza questo modo di sentire le cose ?". "Non tutti le sentono, e anche chi le sente può non dare loro importanza e vedere altro come prioritario". "Cosa c'è ...

Esorcizzare il 21|12|2012 con l'allestimento della propria iconografia funebre

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Il tema della morte - al contrario delle apparenze - è un soggetto estremamente vitale . Ovvero: la consapevolezza che prima o poi questa vita finisca magari ti dà una svegliata e ti convince ad agire diversamente piuttosto che farti continuare a perdere tempo nel lavorare per conto terzi, ad accumulare denaro di cui non usufruirai, a posticipare sempre l'inizio e la realizzazione delle cose realmente importanti per te, a continuare a trascinarti in relazioni ormai insoddisfacenti quando non proprio spente e mortifere anzitempo. Il mio interesse in merito ha accompagnato parte dei miei studi universitari, in cui mi dedicai alla lettura di numerosi testi sull'argomento, sia di carattere storico (vedi il monumentale Storia della morte in Occidente di Philippe Ariès ), sia antropologico ( La nera signora. Antropologia della morte e del lutto di Alfonso M. Di Nola) , che vertevano sull'approfondimento del tema in generale (e qui cito il Contributo alla rapp...

D'una qualche sorta di incantato animismo

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Sin da quando ero piccola ho sempre pensato che dovessi far attenzione agli esseri viventi che mi circondavano - persone, animali, piante - onde evitare di cagionare loro volontaria (e anche involontaria, se fosse stato possibile) sofferenza. Nella mia concezione dell'esistenza, tutti avevano un'anima, una capacità di sentire, e potevano provare dolore - per cui ho sempre pensato che avrei dovuto essere cauta e cercare di risparmiare loro danni almeno da parte mia. Nella mia estrema curiosità e attitudine a vedere le cose da tanti diversi punti di vista avvenne però abbastanza presto che cominciai a pensare dotati di un'anima anche gli oggetti - le cose invero abitualmente considerate inanimate - e a immaginarmi 'nei loro panni'. Avevo rispetto nei loro confronti tenendoli puliti, cercando di non graffiarli, romperli, incrinarli. Li spostavo in luoghi diversi dal contesto abituale, affinché 'vedessero' altre parti della casa. Se accadeva qualcosa in cui...