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Visualizzazione dei post con l'etichetta non violenza

Avishai Cohen, Israele, la musica e il cambiamento (magari non violento: grazie)

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L'altra sera sono stata al concerto d'un jazzista che mi piace molto, Avishai Cohen , di fatto cittadino di quel paese sciagurato che è Israele. Fuori dal teatro che l'ospitava, un presidio di sostenitori della Palestina invitava civilmente il pubblico a prendere coscienza del massacro (perché quello è) dei palestinesi in atto. Ora: che costoro fossero specifici sostenitori di quel paese o meno, personalmente ritengo che quando c'è un massacro in atto poco importa chi ne sia la vittima. E' il massacro di vite umane - di qualsiasi età, luogo, origine, cultura, religione - che ritengo inaccettabile in sé. Ciò detto, le reazioni del pubblico sono state diverse, e - accanto a coloro che avevano piacere di ascoltare il concerto, ma erano anche ben coscienti della situazione - vi è stato chi, ottusamente, ha giustificato e avallato ciò che sta accadendo (e questo è così tragico che davvero ti pone interrogativi sui limiti della non violenza). Ma vi era anche ch...

Sintetica esortazione (qualora il mondo non finisca oggi)

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Se il mondo oggi non finisse, vogliamo prendere questa come l'occasione per cominciare a DIRE NO A CIO' CHE NON CI STA BENE, e a RIPRENDERE IN MANO IL CONTROLLO DELLE NOSTRE VITE (e così indirizzare questo paese nella direzione che noi vogliamo)? Risuoni ovunque il vostro barbarico Yawp sopra i tetti del mondo!!! Minerva comincia a dire NO alla violenza - in primis quella di stato , in tutte le sue forme: questa politica, questa polizia, questa falsa democrazia, questi soprusi, questa schiavizzazione di noi cittadini, questa mancanza totale di possibilità di partecipazione così come di autodifesa da quella violenza stessa (in sostanza questo nuovo feudalesimo); poi alla violenza quotidiana di tutti coloro che si sentono furbi perché replicano sul prossimo quel medesimo meccanismo - e quindi evadono le tasse cercando per di più la tua complicità, cercano di attuare piccoli continui soprusi ai tuoi danni, ti derubano o tirano a fregarti in una guerra tra ...

L’ho sognato di nuovo

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Il 25 novembre si celebra la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne . Sono persuasa che queste giornate servano a poco, e che l'impegno per evitare abusi, sopraffazioni, omicidi debba essere personale e quotidiano. Sono anche persuasa che la violenza non sia sempre a senso unico uomo -> donna, sebbene poi statisticamente siano le donne quelle che in Italia vengono massacrate in numeri infinitamente più alti di quanti non siano gli uomini uccisi dalle donne*. I meccanismi della violenza che ciascuno dei due sessi attiva verso l'altro sono diversi, ma sono meccanismi in ogni caso di sopraffazione e di dominio dell'altro. Ecco, io penso che questa visione sia da combattere, e poco mi importa il genere che l'attua. E - mi correggo - non solo è da combattere: è da vincere. Il pezzo che segue l'ho scritto alcuni anni orsono, in ricordo di un'esperienza molto pesante da me vissuta in passato. Vi anticipo che per me è durissimo pensare di pub...

Utopie concrete

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"Mi si nota di più se vengo e sto appoggiato alla parete senza divertirmi tutto il tempo o se proprio non vengo?". Questo amletico dubbio morettiano è in realtà metafora del mio dilemma personale da un po' di tempo a questa parte rispetto alla mia partecipazione alla vita politica e sociale di questo paese, che m'ha visto sinora invero speranzosa e attiva. Perché se tutto ci influenza e parimenti noi influenziamo qualsiasi cosa abbiamo intorno, il medesimo essere noi stessi a prescindere da ciò che ci sta intorno potrebbe - oltre all'indubbio vantaggio di farci in primis del bene - comportarne indirettamente un cambiamento. E sarebbe, come diceva Watzlawick, un cambiamento di secondo livello, ovvero non un'opposizione alla fine complementare al dominio che subiamo, ma un'uscita da un sistema chiuso le cui componenti sono in rapporto profondamente sbilanciato che - su grandi numeri - provocherebbe una destabilizzazione definitiva al sistema forza...

La libertà comincia dall'ironia

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© Renato Fassino Manifestazione NoTav |Torino|28 gennaio 2012 * *Con tutto ciò che ho scritto in passato su ironia e rivoluzioni non violente, avete solo da cliccare sui tag se volete approfondire l'argomento ;-)

Gene Sharp, rivoluzioni non violente e orchidee

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Tra i film fuori concorso all'ultimo Festival dei Popoli, ho avuto il piacere di poter assistere alla proiezione di HOW TO START A REVOLUTION , documentario d'esordio del regista inglese Ruaridh Arrow sulla figura e il lavoro di Gene Sharp . Sconosciuto ai più, quest'uomo apparentemente mite e sicuramente modesto, che s'è meritato l'appellativo di "Clausewitz della guerra nonviolenta", è il fondatore dell' Istituto Albert Einstein , organizzazione no profit per lo studio e l'uso di strategie d'azione non violenza nei conflitti nel mondo, nonché l'ispiratore di quelle che i media hanno chiamato con molta superficialità ' rivoluzioni colorate ' - mancando per l'ennesima volta l'occasione di uno sguardo più approfondito alla istanze di intere popolazioni e alle modelità di liberazione non violenta da quelle che nella maggior parte dei casi erano vere e proprie dittature. Il film, finanziato con la strategia del crow...