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Visualizzazione dei post con l'etichetta jazz

Avishai Cohen, Israele, la musica e il cambiamento (magari non violento: grazie)

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L'altra sera sono stata al concerto d'un jazzista che mi piace molto, Avishai Cohen , di fatto cittadino di quel paese sciagurato che è Israele. Fuori dal teatro che l'ospitava, un presidio di sostenitori della Palestina invitava civilmente il pubblico a prendere coscienza del massacro (perché quello è) dei palestinesi in atto. Ora: che costoro fossero specifici sostenitori di quel paese o meno, personalmente ritengo che quando c'è un massacro in atto poco importa chi ne sia la vittima. E' il massacro di vite umane - di qualsiasi età, luogo, origine, cultura, religione - che ritengo inaccettabile in sé. Ciò detto, le reazioni del pubblico sono state diverse, e - accanto a coloro che avevano piacere di ascoltare il concerto, ma erano anche ben coscienti della situazione - vi è stato chi, ottusamente, ha giustificato e avallato ciò che sta accadendo (e questo è così tragico che davvero ti pone interrogativi sui limiti della non violenza). Ma vi era anche ch...

Avishai Cohen - Seven Seas

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E godetevi anche questo, anzi perdetevi a baciarvi e ad agitare il portacoda abbracciati a chi amate al suo ritmo ;-)

Joap Ramon: la calligrafia, il jazz, le donne

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Nell'ultimo post ho pubblicato l'immagine dell'esterno di un'abitazione situata nei pressi di piazza Arnaud-Bernard nell'area omonima di Toulouse. L'abitazione è quella del pittore Joap Ramon , che una sera io e la mia ospite incontrammo in una sorta di birreria situata nei pressi. La mia amica espresse il mio interesse per un certo tipo di arte contemporanea che avrebbe trovato forse in Ramon un artista potenzialmente a me gradito, e Ramon, con viva cordialità, ci invitò il giorno dopo a casa sua per mostrarci i suoi lavori e offrirci un aperitivo. Fu così che io e la mia amica andammo all'appuntamento, in una giornata in cui il pittore aveva tenuto le finestre aperte al pian terreno sulla strada e tutti gli amici si sentirono pertanto autorizzati a passare, salutarlo, bere con lui. Il quale, da vero signore, poteva bere qualsiasi cosa e mantenere sobrietà, movimenti lenti e toni gentili malgrado una consumata abitudine al Pastis e al Porto. ...

Musica, sorrisi e aria di famiglia

Qualche sera fa ho avuto l’occasione di vedere in concerto dal vivo Paolo Tofani, Patrizio Fariselli e Ares Tavolazzi - ovvero i componenti degli Area - accompagnati da Walter Paoli. Gli Area erano stati, insieme a una varietà di musica psichedelica, punk, elettronica e jazz, la colonna sonora dei miei anni universitari, e in anni recenti - attraverso percorsi anche lavorativi - ho avuto occasione di ‘conoscerli’ più da vicino con l’ascolto di interviste e racconti di conoscenti comuni. Sempre ho avuto l’impressione di avere a che fare con persone serene e felici delle loro scelte, pacificate con la vita e con il passato. Persone che sono diventate simbolo di un periodo storico-sociale-musicale, e da qui– dopo il colpo della morte di Stratos – hanno intrapreso percorsi autonomi, finché ‘qualcosa’, nell’ultimo anno, li ha in qualche modo riuniti nuovamente. La prima metà del concerto si è svolta in assoli e in duetti. Come una danza, uno entrava, suonava il proprio brano, un secondo vi...