Combattere per il potere è da perdenti - i vincenti non ne hanno bisogno: lo esercitano e basta
Mi sono sempre tenuta lontana dalle lotte e dalle smanie di potere. Quando le vedevo - sul lavoro - provavo sofferenza e vergogna per chi le praticava, per chi sgomitava, per chi cercava di vincere e 'prendere tutto': io piuttosto me ne stavo fuori e osservavo, o davo informazioni agli altri anche contro il mio interesse personale. Dove questo "non trattenere per me" non significava per forza che fossi generosa, caritatevole, ingenua - piuttosto ho sempre oscillato tra l'idea karmica del bene che ti viene restituito dopo un giro lungo e il bieco menefreghismo per cui so che alla fine il sistema è omeostatico indipendentemente dalle mie azioni - ergo Ei Ja Nai Ka ! (ええじゃないか). Lo stesso quando mi trovo in situazione d'amante, perché anche qui, di fatto, se uno mi prende in quel ruolo già lo vedo come un poveretto cui mi sto concedendo nella speranza d'una sua evoluzione mentale ed emotiva, e quindi l'ipotesi di competizione con un'altra do...