"Essere amore"














Niente, non ce la faccio: a me quando sento che qualcuno dice di "volermi bene" viene un attacco d'orticaria. Anche quando mi dice che mi vuole "molto bene".

Perché in ogni caso rimane un sentimento tiepidino, con l'aggravante che - se pur si riferisce al concetto del 'mio' bene (e non di chi lo prova nei miei confronti) quindi anche a qualcosa che può essere diverso da come lo concepisce il parlante - ha quel verbo 'voglio' che non è auto-, bensì eteroriflessivo: e io - animaletto isterico sempre terrorizzato e infastidito che qualcuno entri nel suo spazio personale - subito mi giro e reagisco con urla quali "ma chi credi di essere? come ti permetti? chi ti ha chiesto qualcosa?" per concludere con "fatti i fatti tuoi e stà fuori dalla mia vita".
Ovvero d'istinto interpreto tal sentire come tentativo d'esercizio di volontà altrui su di me, provo la sensazione di soffocamento.
Troppo, dite? Forse. In ogni caso io la sento e la vedo così da molti anni. E quindi detesto quell'espressione.

A me piace invece il verbo "amare". Mi piace tanto!

"Amare" definisce uno stato dell'essere del soggetto: vivo di desiderio, appassionato, vibrante, luminoso in sé, indipendentemente dalle risposte dell'oggetto del nostro amore.
Non diventiamo bellissimi di luce che risplende dall'interno dei nostri corpi quando siamo innamorati?
Non emaniamo calore, dolcezza, solidarietà, gentilezza verso i nostri simili quando proviamo quel sentimento?

Per tal ragione - per questo suo essere (in) movimento all'interno del nostro corpo, dei nostri cuori, della nostra mente - l'amore è quindi pure caldo. Ed emana calore.
Pura energia, si irradia verso l'esterno e l'alterità, ma non ha bisogno d'esercitare (nel mio pensiero, ché so bene che oggigiorno la sua concezione è opposta a questa che descrivo, e l'amore viene scelleratamente utilizzato come alibi/scusa per gravissimi crimini) alcuna pressione su questa.
Rileggete il significato della parola amante, e immergetevi in questa bellezza così assoluta!

"Amare" non ha misura - esiste o non esiste, ma non ve ne sono 'gradi' di intensità. Si ama o non si ama.
E investe tutto - irradiando calore, luce ed energia, come il sole.
Di qui
- fa vivere chi lo prova e coloro che gli stanno intorno,
- cura se stesso come contemporaneamente il mondo esterno,
- dona vita perché è vita in sé.

E davvero voglio sottolineare non l'idea del "provare amore" ma dell'essere amore.
Se si è amore, non c'è bisogno di niente. Sì è, e di qui si fa.
Si va verso l'esterno, ci si espone alle intemperie, si sta in ripari di fortuna e condivisi senza serrature, si caccia e condivide il cibo senza obblighi, si curano i compagni feriti e si fa l'amore per amore.

Quindi io ti amo - che tu sia mio/a amico/a, padre/madre, compagno/a, amante. Non c'è differenza nel mio "essere per te" in base a chi tu, che mi stai vicino/a, sia: da quando sei entrato/a nel raggio d'azione di questo sole, a te sono garantiti calore, luce ed energia (sebbene tu non possa obbligarmi a declinare tale sentimento secondo le tue necessità - ma possa usarlo una volta che ti raggiunge per farti del bene come tu desideri - e ti ci possa sempre sottrarre, in qualsiasi istante).
 
 

Commenti

Squilibrato ha detto…
...

...ti voglio bene...

Mi spiace per l'orticaria.
Minerva ha detto…
Non mi pare ci conosciamo, quindi rimango indifferente al tuo sentire: niente attacco d'orticaria, prrrrrr :-P
Riccardo ha detto…
sarà perchè "amare" mi ricorda l'amarezza... :')
Gio ha detto…
Oh perfetto.
Io non ti voglio bene
Io ti voglio.

;-)

Pieta' mia Dea ... non incollerirti con Gio :P
Minerva ha detto…
@Riccardo: vedi tu. Per me è una parola potente, invece. E solare.

@Gio: come potrei provare collera per te? Sai bene quanto t'ami, no? :-)
Riccardo ha detto…
Certo, dovrebbe :')
Gio ha detto…
Tu sei bella :-)