Hai mangiato?






Alcuni giorno orsono ho dato ospitalità a un giovane viaggiatore olandese, che mi ha raggiunto intorno all'ora di cena. Mentre si preparava la stessa ci siamo messi a chiacchierare e bere vino, e gli ho raccontato che - alcuni mesi orsono - girava in Italia la battuta su quanto le intercettazioni telefoniche rappresentassero ragione di perplessità e sospetti di linguaggio in codice presso i servizi segreti americani (che le avevano illegalmente messe in atto) in quanto la prima o la seconda domanda, specie tra parenti, era sempre "Hai mangiato?".
Non trovate che tal battuta sia deliziosa? :-)

Perché è vero: qui da noi si dà un'importanza fondamentale all'atto di mangiare, così come a ciò che si mangia. Possiamo essere dei poveracci in qualsiasi senso, degli ignoranti e degi incompetenti, ma qualsiasi italiano sarà sempre sospettoso per ciò che gli viene proposto al ristorante, leggerà sempre le etichette per capire da dove arrivi un prodotto e cercherà in ogni modo di procurarsi gli alimenti che porterà in tavola da produttori che conosce personalmente o tramite amici-di-amici. Saprà sempre in qualche modo cucinare e associare decentemente i sapori, godrà come se avesse un orgasmo di una mozzarella che si squaglia, andrà in estasi al profumo di origano e basilico.

Al di là del refrain radical chic del "siamo ciò che mangiamo" - di cui poco mi importa, ché (sebbene lo trovi un invito sensato) spesso mi risulta intollerabile l'estremismo di coloro che ergono tal affermazione a propria bandiera - preparare da mangiare per qualcuno è il primo atto d'amore nei suoi confronti: la madre nutre il bambino, e attraverso quell'atto si stabilisce una prima forma di comunicazione e di possibilità di vita. Per questo chiedere a qualcuno se abbia mangiato è esprimergli il proprio amore, preoccuparsi del benessere della sua esistenza (perché "un sacco vuoto non sta in piedi") e predisporlo a una migliore relazione col mondo e a una più pacificata gestione dei problemi del quotidiano.



 "Hai mangiato, mio giovane ospite?".
"Non ancora, ma in realtà ho pensato che per te fosse tardi".
"Tranquillo, avrei potuto mangiare da sola, ma sapendo che venivi tu ho preferito aspettarti e mangiare insieme".


Ovvero godere insieme, parlare, assaporare i cibi. E che tu già sentissi che le cose stavano così, ma non le avevi ancora razionalizzate in tal modo, è testimoniato dal fatto che m'hai portato in regalo un chilo di albicocche :-)

PS. Mangiare insieme è amore e comunicazione - quindi è una delle tante possibili attività interscambiali con il fare l'amore, quando tra due persone c'è affinità. Sappiatelo... ;-)

Commenti

A me è venuto in mente questo:
https://www.youtube.com/watch?v=bar9hjibVeI
Minerva ha detto…
Sì, sì, me l'hanno segnalato anche altri amici: mi sono spaccata dal ridere! :-DDD