Riti scaramantici e propiziatori




Mia nonna mi chiamava "la maga delle spezie" (oltre a "la regina della colla" per quanto ero sempre spettinata, ma questa è un'altra storia...) perché nei tempi in cui abbiamo vissuto insieme, quand'ero adolescente e studentessa universitaria, cucinavo io e quindi la povera vecchina s'è dovuta sorbire pietanze simil-cinesi, africane e indiane con uso di salsa di soia, zenzero, cannella, peperoncino e curry vari.

Ho poi scoperto che quell'appellativo era esattamente il titolo di un libro di un'autrice che apprezzo molto, Chitra Banerjee Divakaruni, che - di contro alla banalizzazione esoticheggiante delle presentazioni ufficiali addirittura dal suo stesso editore - racconta invece la storia di una donna già in là con gli anni che cura i mali (fisici, psichici, affettivi) dei suoi clienti appunto attraverso miscele di spezie create ad hoc nella sua polverosa botteguccia americana.

E oggi ho un po' di influenza, ma ho bisogno di stare bene ché sono in un turbinio di diversi lavori. Le mie amiche - altre streghette - recitano allora formule e fanno riti con peperoncino, statuettine della pacha mama e scongiuri vari. E penso che io rituali scaramantici e/o propiziatori non ne ho, e magari mi farebbe bene inventarmene.
Il mese scorso, a un convegno, una ricercatrice riportava dei rituali religiosi che un ginecologo, che segue coppie che si sottopongono alla fecodazione assistita, consiglia alle proprie pazienti. Non credo chiaramente che lui vi creda (per quanto pure gli uomini di scienza, in Italia, talvolta cadano nelle lusinghe della fede), ma di certo la persona in questione è più serena a fare una cosa in più che una in meno - ovvero a tentarle tutte...

Ecco, io che di fede religiosa non ne ho - e manco morta voglio averne una - voglio un sacro rito pagano tutto mio che mi ingrazi lo spirito dell'universo e lo volga a mio favore. Non so bene come, e con che cosa, con quali oggetti e quali formule, ma me ne devo inventare uno, da mettere in scena come una performance teatrale al bisogno, consapevole della sua falsità e inutilità, ma pacificante anima, corpo e mente così che riesca a fare meglio ciò che mi interessa e raggiunga i miei obiettivi.

E voi, avete dei vostri rituali scaramantici o propiziatori? Me li raccontate? :-)

Commenti

Mauro ha detto…
io vengo nel tuo blog ogni tanto. Pare porti bene!
Gio ha detto…
Grande Mauro :-)

E tu, Mia Dea ... la mia gioia oggi sei tu.

Un abbraccione.
specchioscuro ha detto…
Interessante, conosco una persona che sostiene la stessa teoria; lei chiama collettivamente tutti questi sistemi 'autoinganno', includendoci anche i rituali religiosi, ma non necessariamente di una religione sola.
Io non penso di essere molto propenso a seguire il metodo, ma direi che se vuoi provare una qualunque forma di rituale è meglio qualcosa di semplice e intimo (tipo fare cinque minuti di contemplazione al giorno, o portare un cristallo colorato sempre al collo, vicino al cuore) più che spettacolarmente teatrale, ché altrimenti il rischio di scoppiare a ridere a metà rituale è elevata :)