K.I.S.S. / Keep It Simple, Stupid

K.I.S.S. sta per "Keep It Simple, Stupid", ossia "Falla semplice, stupido". Utilizzato in informatica per evitare di pensare alle ottimizzazioni fin dall'inizio, cercando piuttosto di mantenere uno stile di programmazione semplice e lineare, a me personalmente sembra si possa perfettamente prendere a consiglio per l'organizzazione della propria vita.

Oggi è stata la classica giornata in cui tutte le diverse nocività che nella vita contemporanea - perché sono un'antropologa e, pur se in passato c'era meno informazione, so che si viveva qualitativamente meglio (meno, ma meglio) - ci colpiscono indipendentemente un giorno sì e uno no, hanno pensato bene di sintetizzarsi in una miscela esplosiva. E così sono stata esposta alle malattie e ai lutti delle amiche, alla disoccupazione o alla precarietà lavorativa di queste e degli amici, alla sensazione di impotenza dei vecchi, a una politica agghiacciante e a una cultura/società ignorante, violenta e alla deriva.

Non siamo in una situazione complessa. Siamo in una situazione complicata.
La complessità è specifica della vita e degli esseri umani, sia a livello biologico - si pensi al funzionamento del corpo - sia a livello psichico - dove ciascuno di noi è una configurazione unica delle esperienze della propria vita e del modo in cui le ha nel tempo interpretate.
Quindi la complessità è anche interessante, pone sfide intellettuali, richiede l'impiego magari anche di un pensiero laterale. Affascinante, nevvero?

La complicazione no. E' proprio solo l'aver reso le cose così mescolate e pasticciate che devi pazientemente andare a sciogliere tutti i nodi uno a uno, con un tempo infinito e il vivo desiderio di dare fuoco alla matassa piuttosto che recuperarne il bandolo. Che se poi pensi alla situazione politica, sociale ed economica in cui ci troviamo, le cose hanno raggiunto livelli così astrusi e ingestibili che l'impresa di sciogliere i nodi sarà titanica e non ti basterà l'intera esistenza.
E dobbiamo per forza sprecare il tempo della nostra vita così?

Oggi ho tracimato, e quando raggiungo questo livello o è il pianto dirotto e impotente o è il balcone guardato con troppo desiderio. E m'è tornato in mente questo acronimo: K.I.S.S. - "Keep It Simple, Stupid".
Ho fatto una doccia, come mi suggerisce sempre Sassicaia quale punto di 'ripartenza' quando si è allo sbando. E nel mio caso il bagnoschiuma aveva un incantevole profumo di mandorle. E mi sono chiesta quando ho smesso di pensare che le cose potessero essere semplici, piacevoli e incantate come quel profumo senza bisogno di scalare montagne a mani nude per avere una semplicissima sensazione di piacere.
Poi ho pensato che dovevo mettere in ordine quel delirio di casino che è la mia casa perché almeno a livello lavorativo ordine fuori = ordine nella mente, per poi scrivere tutte le cose da fare e dare loro una disposizione in termini di priorità.

E infine mi sono anche ricordata che tanto in qualche modo se è il proprio destino si sopravvive sempre, ma che l'importante non è neanche quello quanto vivere. E adesso vorrei pure un po' di più di spontaneità nell'essere felice di stare al mondo (dannazione, non può anche questo essere sempre una conquista così faticosa!) e penso che una buona strategia sia quella di cominciare ad avere silenzio intorno sottraendomi a quelle 'droghe' - come l'essere sempre informata su tutto e in tempo reale, il dover partecipare a ogni costo a ogni menata di battaglia pseudopolitica - che creano dipendenza e avvelenano il corpo, la mente e l'esistenza in generale.
Quindi tra qualche minuto, non appena finisco di scrivere questo post, chiudo questo dannato pc e mi immergo nel silenzio e nella lettura di Latouche, l'unico del quale in questo istante mi interessino le parole e le riflessioni.

Me lo dico da sola: "Keep It Simple, Stupid", "Falla semplice, stupida".
Anche solo per non dare la soddisfazione a quelli che stupidi lo sono veramente (cfr. il video qui sotto) di credere che la stupida sia io ;-)


Commenti

elena fonti ha detto…
grazie
.e.
Lucien ha detto…
Take it easy. E una doccia spesso è una bella base di partenza, se poi si prosegue con un buon libro.
Cirano ha detto…
...mi piace la differenza tra complessità e complicato....non ci avevo mai pensato...Sciascia è l'intellettuale che con Pasolini oggi più ci manca....ma parlava di brunetta!?!?!
Minerva ha detto…
@lafons: prego, amica mia, ti abbraccio forte.

@Lucien: :-)

@Cirano: sì, è una differenza sottile ma rivelatrice. E no, non credo parlasse di Brunetta, ma quella considerazione gliela si può applicare serenamente :-)
LED ha detto…
Timidamente mi associo , non potrei essere piú d'accordo !!!
Senza dubbio siamo noi che ci complichiamo la vita , per poi poterci lamentare per motivi apparentemente validi ...
Sottoscrivo quanto affermi tu . Dobbiamo ritornare alle radici del problema , peró , e cercare di capire perché abbiamo deviato tanto dalla " semplicitá " : secondo me é innegabile che qualcuno speculi sulle nostre complicazioni , che esista un " commercio " che prospera sulle nostre lacrime e frustrazioni .
Cosí , anche se vorremmo " keep-it-simple " , finiamo per " make-it-complicated ....

BACI - IN ME TROVI UNA GRANDE AMMIRTRICE DEL TUO BLOG !!!
Minerva ha detto…
Pienamente d'accordo con te, Pincocarla (tra l'altro, molto particolare ciò che scrivi nel tuo blog, ho letto di sfuggita, ma in più punti mi hai fatto sorridere di complicità con ciò che dicevi): credo anche io che sia intenzionale questo volerci ridurre alle lacrime e frustrazioni per poi speculare sul commercio compensativo a quelle.

Sto proprio preparando un post sull'argomento, e tutti mi state dando grande suggestione e ispirazioni. Grazie! :-)