L'essenza della vita [racconto]
Siamo entrati nei tre fatidici giorni mensili. Oggi è il primo. Con un po’ di fortuna ti trovo (ci troveremo) allo scadere del terzo: non mi sta importando niente di tutte le cose dette, delle litigate, delle incomprensioni, delle incazzature, delle inquietudini – in questo momento non me ne frega niente. Sì, vorrei da te tempo e fiducia, per sciogliere le incomprensioni e le paure reciproche. Ma sto pensando ad altro, in questo istante.
Distesa sul letto ho tolto pantaloni e slip e indosso solo la maglietta: un unico punto del mio corpo mi interessa. La mano raggiunge le labbra già bagnate e accarezza il clitoride, nella luce pomeridiana che filtra dalla finestra.
Penso a te, quando distesa sulla schiena il mio cuore ti chiama, e così il mio corpo – che ha bisogno di più tempo e di svegliarsi con la dolcezza della tua lingua e delle tue dita. Tu mi baci e mi entri dentro, pur se hai paura di farmi male, ma in un istante la tua paura si dissolve nel mio corpo che diventa liquido. Ti chiedo di stare fermo – mentre subito inarco la schiena. Ti stringo dentro. Mi muovo lenta sotto di te. Mi sto letteralmente sciogliendo.
So che non riesci a resistere: so che hai bisogno, ora, di muoverti anche tu dentro di me. Mi blocchi le braccia e i polsi. Il mio piacere è sempre più intenso e profondo.
Apro gli occhi, per guardarti piena di gratitudine per ciò che mi stai facendo provare. Tu distogli lo sguardo perché – dici – “ti faccio impazzire mentre cerco il mio piacere”. Ti apro il mio corpo, non trattengo niente. Non ho vergogna, né pudore, né timidezza. Mi sento in pace e perfezione totale. Due serpenti, che modellano il ritmo del movimento dei propri corpi sul proprio piacere e su quello dell’altro/a. Due corpi che sono “belli” – come tu un giorno mi hai fatto notare – e sì, l’ho visto anche io: siamo davvero pura bellezza, quando facciamo l’amore.
Non conosco il mio corpo così bene, ma la mia mano sa quello che lui vuole. Accarezzo il clitoride, ne trovo la radice, le sensazioni si fanno più intense. Lo sento mentre si inturgidisce sotto le mie dita, e indugio con calma, non ho alcuna fretta. Mi prendo tempo affinché il piacere sia massimo.
Mi prendo tempo per pensare al tuo corpo nudo che mi piace così tanto. Penso alla pelle scura e liscia della tua pancia, sulla quale vorrei poggiare la testa, le guance, e stare semplicemente in pace – ad occhi chiusi. Non resisterei a lungo prima di cominciare a leccarti, tanto è buono il sapore della tua pelle.
Le mie mani scorrerebbero sui tuoi fianchi – sento la tua paura che ti conficchi le unghie nella carne in un momento di eccitazione, e non hai ancora capito che non lo farei. Voglio solo accarezzarti, e seguire il profilo del tuo corpo con le mie dita.
La mia lingua ti assapora salendo verso il collo, le orecchie, la bocca – quella bocca perfetta che mi fa impazzire. E i tuoi denti da cattivo, che mi incantano, mi attraggono, e che spesso si aprono a meravigliose, spontanee, solari risate.
La mia mano sinistra avvolge il tuo collo – e tu trattieni quasi il respiro, eccitato di paura e desiderio sotto i miei piccoli morsi. Mi piace osservarti, in questi momenti. Concentrarmi sulle tue labbra perfette – così leggermente dischiuse – e, quando meno te l’aspetti, infilarvi dentro la lingua.
Le mie gambe stanno assaporando i pensieri, la mia mano li segue e ti immagina. Sotto la maglietta sento i capezzoli duri.
Immagino quando ancora faccio attenzione, sopra di te, a non pesarti troppo, ma tu hai un corpo magro e forte su cui più di tanto non peso, e lo sforzo di sostenermi è concentrato in quel punto in cui ci uniamo così bene. Sei perfetto, per me. Il desiderio di te è più forte di qualsiasi mio minimo, innocuo iniziale dolore. Poi mi apro e ti chiamo con tutti i liquidi che mi fai colare tra le gambe e per cui tu provi la sensazione di un caldo lago in cui perderti.
E sento in me non solo una parte del tuo corpo, ma tutto – come se davvero potessi entrarmi completamente dentro. Questo sento, mentre i nostri corpi sono uniti in un abbraccio, il sesso al sesso, la bocca alla bocca. Due corpi che si saldano l’uno all’altro – così formando una serie infinita di anelli immaginari di calore, dolcezza, passione, complicità, amicizia, comprensione e amore.
Nella mia mente, nei miei occhi, l’immagine di questi momenti con te – le mie gambe si stanno distendendo, in tensione, mentre dolce dalle caviglie mi sale l’orgasmo, intenso e puro.
Mi baci, e mi accarezzi – tiri a te la mia nuca, il collo, la schiena – mentre adatto il ritmo del mio movimento al tuo desiderio. Accarezzo la tua testa, i tuoi capelli, e ti bacio a mia volta. Un bacio lungo, profondo, in cui le nostre lingue esplorano ancora le nostre bocche.
Tengo il tuo collo tra le dita della mia mano che di nuovo ti vuole quasi togliere il respiro (sarebbe così facile in questo istante), e lecco le tue labbra – la tua saliva disseta la mia lingua, mentre tu lentamente vieni dentro di me. Lentamente, all’infinito.
Ogni cellula del mio corpo ora è tua – e tu la fai vivere, la ossigeni, la nutri dall’interno fino alla membrana più esterna della mia pelle. Sono felice – felice di darti questo piacere e di condividerlo con te. Felice di farti sentire vivo.
Questo attimo di perfezione, eternità e assoluto è l’essenza della vita – e tu sei la persona che mi ha portato a percepirla e a viverla in questo modo.
Commenti
per ora non aggiungo altro e mi godo l'essere arrivata prima, se non a leggere, almeno a complimentarmi.
poi torno...
"E sento in me non solo una parte del tuo corpo, ma tutto" sembrerà ridicolo ma questo passo lo trovo assoluta sintesi e senso.
ho impiegato quasi un anno a cercare di spiegar questo concetto ad un uomo e lui non ha fatto che sorprendersi... demoralizzante... alla fine ci ho rinunciato ;-)
Intendo al limite delle potenzialità dell'espressione affettiva psicofisica umana.
Giacchè è ovvio che quello che hai raccontato non è una scopata (non ho avuto il minimo segno di eccitazione leggendoti), ma il resoconto di un incontro umano profondo vissuto attraverso il congiungimento dei corpi-anime. Non so se ci fosse anche amore, ma l'eros, quando è dono sincero e totale di sè (possibile perchè l'altro si pone con noi allo stesso modo) è vibrazione di diapason.
Non a caso i Greci dedicarono molti onori ad Eros.
Bene, felice per te che tu abbia vissuto un momento così.
Giorgio
@ giorgio: esattamente "al limite delle potenzialità dell'espressione affettiva psicofisica umana". Sarebbe bello se tutti riuscissimo a provare qualcosa del genere, prima o poi, nelle nostre vite. Perché è possibile, agli esseri umani nei loro momenti più luminosi, anche se raro.
e che si ripetera' ancora e ancora....
Bellissimo racconto Minerva, GRAZIE!
@ tutti: Giorgio - amico psicoterapeuta che è sempre un vero piacere leggere - a partire da questo racconto ha scritto una bella e profonda riflessione su felicità, passionalità e intensità con cui si vive la vita. Vi invito a leggerlo (e a leggere anche altri suoi post, se vi interessasse approfondire la conoscenza di voi stessi e magari stare un po' meglio):
http://fruttidistagione.blogspot.com/2010/11/uniti-nella-gioia-e-nel-dolore.html
a parte le battute, concordo assolutamente con te e con l'analisi di Giogio, non avrei postato quel brano di Hillman se così non fosse.
E' che è davvero un incontro "tra pari" quello in cui riesci ad usare l'eros come linguaggio dell'anima. E allora può essere amore o anche no, ma è un tempo così genuino e gioiso che nulla, assolutamente nulla, lo potrà mai chiamare "una scopata".
beh... a parte gli sciocchi :-)
Non so se ritenermi fortunata o meno...
(sai che non avevo ancora letto questo post?! Vado a punirmi);)
Sai che prima ero felice d'aver provato una cosa del genere, ma negli ultimi tempi... non so: alterno la frustrazione di non provare nulla del genere da tempo con la speranza che accada di nuovo (non per quella persona che c'era all'epoca ma che non mi interessa più da anni, parlo proprio della sensazione in sé). A volte quest'oscillazione è davvero molto pesante, e di norma la frustrazione prevale :-(
Comunque alterno l'identica cosa ormai da un po' d'anni, ma che sarà? Noi che siamo cambiate troppo o c'è un piano superiore a noi sconosciuto per farci stare un po' di cacca?
Proponi alternative a queste ipotesi! :)
Non mi piace, però, sentire troppo spesso (e non perchè in effetti spesso non sia veramente così) commenti negativi sulle potenzialità emotive di noi maschietti.
Anche noi abbiamo una sensibilità; profonda...ed il desiderio di unirci in una comunione assoluta con la nostra lei.
Un Saluto :)
Sarà banale, ma sono persuasa che le potenzialità emotive dipendono da persona a persona così come dalla situazione in cui le persone sono implicate. Ragion per cui detesto le categorizzazioni in qualsiasi senso e ritengo che l'essere stati feriti non giustifichi in alcun modo la demonizzazione verso il genere d'appartenenza della persona che ci ha feriti.
Ciao :-)