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La propria identità, e il raccontare storie

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Amo le persone che mi raccontano storie - ma non storie inventate, non favole, non menzogne. Storie come aneddoti, come ricordi, come momenti di vita. Il piacere che mi dà ascoltarle è pari alla condivisione del sesso più intimo e complice, o a quella del pranzo più saporito e gustoso. Minerva di storie ne ha tantissime. Ha quelle personali di lutti, malattie, violenze, e poi inquietudini, pacificazioni e nuove prospettive da lì originatesi. Ha quelle abituali della vita con studio, lavoro, relazioni - che, pur se solo sue (e non potrebbe essere altrimenti: ognuno declina a modo proprio i medesimi 'riti di passaggio'), lei vede d'una noia intollerabile e pertanto, appena può, fugge. Infine ha quelle che derivano dai suoi interessi letterari (ovvero i racconti di altre persone vissute prima di lei), e dai viaggi e dagli incontri che le sono accaduti per strada. E ama raccontarle - queste storie - non per autocelebrazione, ma per dare accesso ad altr...

C'era una volta...

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Ma che bello questo post del ragazzino cannibale. Lo faccio anch'io, a questo punto, ché abbiamo un gran bisogno di tornare bambini e ricordare le cose che ci rendevano felici una volta . Voi quali fiabe avete amato, quali personaggi avreste voluto essere, quali mirabili gesta avreste voluto compiere? :-) Chissà che i pensieri e i personaggi in cui ci immedesimavamo allora non ci ispirino per la nostra vita presente e futura! ;-) Meme delle fiabe 1) Qual è la tua fiaba preferita? Grande dilemma tra Il brutto anatroccolo e Peter Pan , mi rappresentano perfettamente entrambe! 2) Quale quella più odiata? Cenerentola . Perché è una vittima consenziente che poi accede per sola fortuna a un mondo incantato il quale a sua volta incarna comunque tutto ciò che nella realtà mi disgusterebbe. 3) Qual è il tuo cartone animato Disney preferito? Uno vecchissimo: Saludos amigos . Ve lo propongo qui, ché merita! 4) Quale sogno vorresti che la bacchetta magica del...

Carnevale! Sul travestirsi (non solo in questa festa...)

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Uno dei primi esami che sostenni all’università fu quello di Estetica, e per qualche ragione che non ricordo bene dovetti studiare un libro sul tema della ‘ persona ’. Venni così a conoscere l’etimologia di questa parola che curiosamente rivelò uno stretto rapporto tra ‘maschera’ (che noi abitualmente associamo piuttosto a un personaggio) e individuo (sulla cui sostanza, rispetto all’apparenza della personaggio, noi giammai dubiteremmo). Invece l’origine rivela un’inversione linguistica rispetto alle nostre aspettative: ‘persona’ sembrerebbe infatti poter derivare sia dal greco prósōpon , che indicava tanto il volto dell’individuo, quanto la maschera dell’attore, sia dal verbo latino personare (lett. ‘parlare attraverso’ ), azione compiuta per il tramite di maschere da parte degli attori teatrali per dare le sembianze a un personaggio e renderlo così riconoscibile al pubblico così come per amplificare la propria voce in modo tale da essere udita anche dagli spettatori lontani. Sorpre...