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Esondare per non esplodere

"Anche tu la senti arrivare?". "Sì". Andrea mi guardava pacato e pensieroso. "E come?". "Cominciano ad arrivare come dei segnali le settimane prima. Sai, tutti quei pensieri realistici che normalmente ti impedisci. Cominciano a imporsi. Frasi brevi, lapidarie, chiare. Vere. Assolute. Si impongono nella mente e negli occhi. Fanno il vuoto intorno". "Sì, è così anche per me. Quando cominciano so che ho tempo una settimana per correre ai ripari". Ovvero entrare di nuovo nella periodica routine di psicofarmaci per impedire l'esplosione autodistruttiva della crisi. Io invece non faccio nulla. O meglio, qualcosa faccio e non è proprio una cosa da poco: l'anima si carica, come un fiume man mano ingrossato da piogge continue, fino al punto in cui comincia a esondare e fluisce in piena travolgendo canali e campi, distruggendo ponti, erodendo argini e - dopo aver percorso così vallate e pianure - si placa. In realtà, ...

E io ridevo...

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Bella giornata soleggiata, ma fredda, festa infrasettimanale, ma poca gente in giro a metà mattinata. Mi copro bene, che quando mi vesto sportiva sono una gradevole monella, metto le cuffie nelle orecchie con un mix di Louise Attaque, Debut sur le zinc e Manu Chao e inforco la bici dirigendomi verso il centro . La strada è libera, le ruote scivolano sull'asfalto che è una bellezza e i miei polmoni pompano ossigeno ai muscoli che pedalano veloci schivando ostacoli, saltellando tra marciapiede e carreggiata, facendo lo slalom tra i pochi passanti sotto i portici (lo so che prima o poi un vigile mi becca, ma intanto deve prima prendermi). J'essuierai mes larmes sur ma manche Ravalerai en moi l'avalanche Arrivo nell'area pedonale - maledetti cubetti di porfido! Si va in discesa, ora - neanche fatico. Il sole ha risolto i suoi problemi di timidezza, l'aria è frizzantina - una tipica giornata autunnale nel morigerato capoluogo sabaudo. et je voudrais q...