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Visualizzazione dei post da febbraio, 2014

Walter Benjamin: empatia, i nostri racconti e l'amore gratuito

Ricevo segnalazione da Cinciarella , e volentieri le faccio eco, questo bellissimo articolo in cui si parla di empatia, ascolto/racconto delle storie narrative personali, e amore gratuito. Non badate al pessimo titolo perché è parzialmente fuorviante. Così come vi ho evitato le immagini stereotipate che lo accompagnavano. Godetevi la lettura, chiara e precisa, e riflettete sulle considerazioni che vi propone l'autrice ripercorrendo le parole e i pensieri di Walter Benjamin. Ne sono certa, vi faranno bene! :-) La cenere amabile: ripensare la perdita, vivere con amabilità di silvia Migliaccio Nella nostra complessa e stratificata società contemporanea è auspicabile mettere in luce la portata etica ed antropologica del rapporto con il vissuto, vale a dire con l’esperienza singolare e comune della perdita e del suo legame con l’affettività, emozioni costitutive di tutto ciò che è umano, ripensandole, nel tentativo di scrostarle da ogni visione tragica e buia.

Buone ispirazioni /3: Carovana Balacaval

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In questo paese ridicolo che celebra Sanremo e accetta ancora di tollerare l'esistenza della 'casta', nonché in questo mondo sempre più confuso e annientato dalla violenza dei rappresentanti delle istituzioni evidentemente intoccabili nel loro potere di vita e di morte su di noi, tra le buone ispirazioni per vivere nonostante tutto ciò ( già atto di Resistenza e di rilancio esistenziale, eh? ) oggi vi presento i miei amati amici della Carovana Balacaval . La Carovana Balacaval è il nome che un gruppo di artisti 'nomadi', appassionati di musica, danze popolari, cinema e teatro s'è dato per viaggiare su 4 carrozze trainate da cavalli - avete capito bene! - per 5 mesi l’anno, portando in giro concerti, sketch, laboratori di danza, e proiezioni cinematografiche sonorizzate dal vivo. Come scrivono essi stessi, "tutto ruota attorno ad alcuni temi centrali: la sostenibilità ambientale; la creazione di nuovi modelli di comunità e la lor

Tra due muri

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Poche settimane orsono un amico mi riportava l'osservazione di uno scrittore - purtroppo non ricordo più chi sia - che ha definito noi nati tra gli anni '60 e '70 come prigionieri tra due muri , le cui cadute avevano avuto effetti opposti: quella del muro di Berlino, infatti, portò entusiasmo, sorrisi, energia, speranza - finalmente la libera circolazione di persone che si riabbracciavano dopo decenni di separazione! - mentre quella delle Torri Gemelle fu l'annientamento più feroce di tutto quello attraverso l'instaurarsi di un regime di violenza istituzionale, di sospetto e di controllo. E noi, che ci affacciavamo all'inizio della vita adulta col primo evento, venimmo silenziati brutalmente e repentinamente in conseguenza del secondo. Di lì arrancammo nei decenni successivi, con lo smarrimento e la morte nel cuore, nel cercare alternative alla disperazione che avevamo dentro - perché accadimenti del genere equivalgono a tagliare il fusto delle vit

"Cosa faresti in macchina con...?" - di sesso, corpo e potere.

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  Vedo stamane che Metilparaben (su FB) riprende la tragicissima domanda "Cosa faresti in macchina con la Boldrini?" e la rovescia con una nuova provocazione sulla quale vale invero la pena riflettere un istante. Scrive il mio amico: " Boldrini e Baricco nel #totomimistri. E voi, cosa fareste con Baricco in una macchina? ". Premesso che Minerva a tal interrogativo risponde che si farebbe venire una terribile emicrania pur di non farvi sesso insieme, il pensiero successivo è stato: come è possibile che molti rappresentanti del genere maschile - ovviamente nella sua forma meno evoluta e più rozza/grezza - possano pensare che il sesso, il fare l'amore, l'unione fisica/spirituale/affettiva/mentale con un'altra persona che il sesso sottende possa venir attuato come 'forma di punizione' (così come da testimonianze verbali che purtroppo abbiamo ben visto nelle scorse settimane)? Il che mi dà da pensare rispetto a quel crimine di inaudita

"Sono un ribelle, mamma": no, eri una bella persona, e un vero artista...

Negli ultimi anni la cantavamo in coro ai suoi concerti prendendoci in giro da soli per sentire parte dei contenuti di quella nostra adolescenza ancora così vicini - noi che con quelle parole e con quel modo di sentire, comportarci, protestare, rovinarci, ridere e darci da fare di nuovo eravamo cresciuti. Quante litigate ho fatto per andare in giro con magliette strappate, per non indossare sciarpe o non abbottonare i cappotti d'inverno. Quante volte ho detto a mio padre di non preoccuparsi per me che sarei tornata il giorno dopo, e d'andare a dormire tranquillo pur s'ero in posti che lo inquietavano - perché ero una ribelle! :-D Roberto "Freak" Antoni componeva anche poesie meravigliose, che solo una persona con una sensibilità notevole come la sua poteva elaborare - lui così acuto da essere tragicamente disadatto/disadattato/disattabile come sono coloro che amo. Due volte sbattei quasi contro di lui mentre saliva sul palco in due occasioni diverse nelle

Donare simboli :-)

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No, non mi sto riferendo ai regali di San Valentino, bensì a quei piccoli oggetti che talvolta i miei amici - specie coloro che viaggiano - lasciano come ricordo di sé e come augurio alle persone che incontrano quando poi se ne separano. In questo modo Alberto , che oltre a studiare paleontologia, zappare l'oltro e viaggiare avventurosamente suona pure la chitarra, mi ha donato un plettro con un piccolo foro che io ho inserito in un bracciale che porto sempre addosso. E Aurora , che di recente è stata in Australia, mi ha fatto scegliere tre pezzi da un sacchetto pieno di ritagli esagonali di tessuti stampati con disegni aborigeni - tessuti con i quali aveva girato intorno a Uluru pensando intensamente ogni bene per i suoi amici e caricandoli così di 'energie positive'. E ora quei tre esagoni puntinati stanno sempre nel mio portamonete. Viaggiando molto, in questi ultimi anni, provato anche io il desiderio di lasciare piccole cose simboliche caricate di tut

Uomini-specchio, e di quando lo specchio si rompe

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Da narcisista qual sono, tendo ad amare e circondarmi di persone che sento mie simili - sulle medesima lunghezza d'onda come attitudini, comportamenti, valori, riflessività. Ciò vale anche nei rapporti sentimentali, dove sempre spero di incontrare - sempre da narcisista qual sono - il mio alter ego maschile: sono troppo vecchia per essere ancora curiosa nei confronti di chi è molto diverso da me, o distante da ciò in cui credo, o che abbia un diverso approccio alla vita e alle relazioni rispetto al mio. Ormai ho visto e vissuto così tante esperienze che ho già scartato ciò che non mi piaceva, e non vi torno più sopra. Quindi mi innamoro, o amo, uomini che sento analoghi - almeno in gran parte - a me. E ogni volta credo di incontrarli, ma qui sta l'errore: perché talvolta (purtroppo molto raramente) è così (ovvero vi è una parziale coincidenza di visioni della vita), ma più spesso (ed è una scoperta recente) ho a che fare con quelli che tendo a percepire/descri

OLTREZETA

La parola è proiezione del pensiero che la sollecita, in tutto o in parte; si dirama elaborando costrutti, creando simboli, indizi, icone, identità, culture, idiomi da branco, uniformità e piattezza, slogan e vessilli, mostrine. Spesso, di questi tempi, cammina al centro della strada narcisisticamente, ridondante e furiosa, procede con protervia, si inoltra per contrapposizioni violente che non ammettono altri percorsi. Non conosce umiltà, ascolto, riflessione e silenzio. Si fa rabbia, paura e difesa incontrollata della perdita del poco che ha e non è; scheggia che trafigge d'insulti il soma, il genere, l'altrui défaillance rispetto ai modelli normalizzati e normalizzanti. Facile e orroroso, così. È il "nonluogo"-pensiero che parla, non più forte o debole ma inconsistente, un grappolo di idee i cui acini si polverizzano nella banalità e nella regressione del ragionamento, in un intermezzo che vacilla quando non è vittorioso, che sfonda con l'ariete i

Qualche riflessione su La grande bellezza

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Sono passati molti mesi da quando questo film è uscito, e la sottoscritta non aveva mai trovato occasione di vederlo - pur se le numerose recensioni, di volta in volta a favore o contro, avessero suggerito alla vostra Minerva che valesse decisamente la pena vederlo e farsi la propria opinione in merito. Ragion per cui, mesi fa, ne sospesi la lettura rimandandola a quando l'avessi potuto godere in prima persona - cosa che è finalmente accaduta pochi giorni orsono. Di qui, la ricerca e la lettura online ora di quelle che m'ero segnata, e l'accordo quasi completo con la recensione comparsa sui Ladri di bellezza (a opera di ganfione) a suo tempo - ragion per cui rimando a quella per tutti gli errori voluti e non voluti, la forza e la debolezza, e infine la profonda furbizia di questo film. A questo punto, non posso esimermi dal dire la mia, usando in omaggio al film la prima persona singolare anziché la terza con cui talvolta scrivo - in modo tale da non rischiare d

"Il futuro non è scritto"...

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Vero, sono sempre lì a esortarvi di godere intensamente il presente, e che il futuro dipende da come noi siamo oggi e come ci proiettiamo in quello a partire dalle nostre passioni attuali, ecc. Ecco, ok: io allora nella mia vecchiaia probabilmente sarò lì ad andare avanti e indietro col girello urlando "Iggy!!", "Iggy Pop!!!"...