La cajun [racconto]
La luce del tramonto filtra attraverso le frasche di pini, carpini e frassini tra i quali mi sono rifugiata, e risplende sulla superficie dell'acqua rendendola, a seconda di come inclino lo sguardo, violacea o dorata. Quando la sera mi siedo sul divano riparato dalla tenda che sporge dal tettuccio del mio camper, penso che sono davvero felice, e che questo è il posto più pacifico del mondo. Finalmente nel silenzio, col solo frinire di cicale intorno, sorseggio la mia birra ghiacciata osservando gli archi e le torsioni che tronchi e rami disegnano da una parte all'altra del limpido fiumiciattolo che scorre a pochi metri da me. In quel momento ripercorro con la mente gli insignificanti eventi della mia giornata. Sono mattiniera per forza: qui il caldo è così soffocante che conviene cominciare presto e godere almeno per qualche ora di non svolgere il proprio lavoro sotto un'afa che rende difficile il solo respirare. Ma, a differenza degli altri che stanno su a penare