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Visualizzazione dei post da aprile, 2012

TAA

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Ecco, io adesso voglio solo fare cose così per i mesi a venire. Sono stufa di parole, problemi di soldi, discorsi sul lavoro che non c'è e sostanziale vacuità di qualsiasi cosa si faccia - mentre il tempo passa e la vita vera continuo a posticiparla nell'attesa di cosa?... In fin dei conti si può vivere con molto poco, specie se non hai aperto mutui, non hai messo al mondo figli e di fatto non ci tieni troppo alla vita - o almeno il tuo ideale non è questo . E' per tale insofferenza che scrivo sempre meno e sempre più malvolentieri. Ché io la risposta a questa domanda me la sono data, e non è più quella di combattere nelle fila di chi si oppone. E ci sono dei momenti in cui smetto di parlare ma non di vivere: persa nei miei pensieri e nelle mie cose, io sto pure bene. Sssshhhhh! ;-)

Memento (amoris)

Mio sms: "Ehi, ehi, sveglia, voglio fare l'amore". Suo sms: "Ma sei fuori, è tardi, non ho voglia. Stavo andando a dormire e poi non è il momento". Mio sms: "Sì, lo è: sono mezza sbronza e ho pensato che non voglio più aspettare, posticipare, dare tempo, attendere che i dubbi, le paure, i problemi collaterali o pure quelli nostri si risolvano. Tanto non si risolvono". Suo sms: "Ah, ecco, sei sbronza, questo chiarisce tutto. No, guarda, lasciamo proprio perdere, io vado a letto". Mio sms (chilometrico e appassionato): "Non ho detto che sono sbronza, sono solo brilla - quel tanto che basta per essere veramente lucida , e quindi per non aver più voglia di posticipare, per essere stufa di pensieri stupidi. Non ti ho già dimostrato d'essere diversa dalla norma e di amarti di amore ben più libero e complice verso la drammaticità della vita in sé? Di quella cosa senza senso che siamo obbligati a portare avanti malgrado l'insodd

Huang Yongfu: Rainbow Family Village

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Il Rainbow Family Village è un piccolo villaggio che si trova a Taichung, in Taiwan, completamente dipinto come se fosse un enorme murales. Pare che l’autore di questo imponente lavoro sia Huang Yongfu, un artista originario di Hong Kong, che - quando andò in pensione - dipinse l’allora grigio villaggio in rosso, blu, giallo e soggetti in stile fumetto. La ragione per la quale fece ciò rimane oscura: alcuni sostengono la mera finalità estertica - rendere il villaggio un luogo bello e piacevole - altri vi vedono un tentativo estremo di sottrarlo alla speculazione edilizia che l'avrebbe altrimenti abbattuto per la costruzione di nuovi edifici. Qualora fosse la seconda cosa, al momento ce l'ha fatta, visto che il viallaggio è divenuto un'attrazione turistica a livello internazionale. In ogni caso, buona visione a voi! :-)  

La 'nostra' resistenza [racconto]

Questo post l'ho già pubblicato l'anno scorso, ma - non me ne vogliate per la ripetizione - lo ripubblico oggi nella stessa data. E' un raccontino senza pretese, ma che ci ricorda che resistere al male esterno a noi, alla violenza che subiamo ogni giorno, è una scelta quotidiana, che si può dipanare in numerevoli atti, pur se non siamo capaci di combattere in prima linea per la causa della libertà. Possiamo lavorare nelle retrovie, possiamo dare sostegno, possiamo fare massa critica. Ringrazio Pink is Punk! che l'altra sera mi ha dato l'occasione di leggere questo testo in radio e che ha condiviso con me la felicità di celebrare questo ricordo di famiglia. Buona Resistenza a tutti/e. ***** Un po' di tempo fa, pensando alla modalità narrativa di Ascanio Celestini, scrissi un breve testo in ricordo di mia nonna e mio nonno tentando di imitarne lo stile. L'argomento era la Resistenza - tema con cui io poi mi sarei confrontata più volte nella vita

A lovely man to drink with...

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Così venne definito alcuni anni orsono Jack Nicholson da John Huston. E Minerva va pazza per l'aggettivo 'lovely' ;-) Del buon Jack amo il modo in cui ha saputo riscattarsi col proprio lavoro e talento da un'infanzia non proprio idilliaca, ha vissuto facendo tutto ciò che gli pareva, ma con estrema eleganza e classe, ha interpretato ruoli e personaggi sopra le righe con un fascino indiscusso.  Oggi Nicholson spegne 75 candeline. Auguri, caro! :-)

Spontaneità (contro le belle statuine)

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Non sono mai stata una elegante, di quelle che si vestono bene e appaiono credibili nei loro tubini e sui loro tacchetti a spillo. Costoro, anzi, m'hanno sempre procurato un mix di schifo e pena - costrette in convenzioni sociali in cui acconsentivano al diktat di 'apparire' per 'essere'. Sono sempre stata più il folletto dall'aspetto di fata o streghetta che veste in modo buffo il proprio corpo che potrebbe permettersi qualsiasi cosa, ma non ha bisogno d'ostentare. E non sono mai stata la femme fatale , quella che fa cadere gli uomini ai propri piedi, che sta lì a farsi rimirare, venerare, adulare e servire. Perché da sola non ce la fa e non sa fare una O con un imbuto. Non ho mai tollerato che mi si aiutasse, mantenesse, servisse. Ciò che mi serve me lo prendo e faccio da me. Ho eliminato l'orologio anni orsono, insieme alle aspettative e ai preconcetti di questa società in cui non mi riconosco, e rimango aperta a - ma non ansiosa né a

Welcome to the free-school - e al mio corso di etnografia :-)

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ANTICIPAZIONE: Questa è una chiamata a tutti gli amici blogger! Una cosa che amavo molto, quand'ero a Londra, era frequentare le free-schools - luoghi in cui chi sapeva qualcosa (su qualsiasi cosa, che fosse una competenza formale o una serie di esperienze utili alla sopravvivenza) trasmetteva tale sapere ad altri con la finalità di aumentare in ciascuno il patrimonio personale di conoscenza, istruzione, capacità critica e soluzioni DIY. I corsi erano completamente gratuiti, basati sulla volontarietà (di insegnamento/apprendimento) e antigerarchici (per cui la stessa persona che insegnava imparava a sua volta dagli studenti nel contesto del proprio corso: le parole-chiave erano 'condivisione' e 'scambio'). Ora, di qui la proposta: ce la facciamo una free-school online ? Ovvero una scuola virtuale, completamente gratuita, fatta da noi, con corsi/lezioni sotto forma di pagine/post di Blogger, una certa cadenza, commenti reciproci, esercitazioni ecc.

Obey: Make Art Not War

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Si chiama Shepard Fairey , ma è divenuto celebre in tutto il mondo con il nome Obey dopo la realizzazione del manifesto di Barak Obama stilizzato in blu e rosso con la scritta HOPE. Come Banksy anche Obey è un artista politico che lavora a smontare l'immaginario corrente con soluzioni inedite, riempiendo di nuovi significati memi da noi così assorbiti da risultare ormai naturalizzati. Rispetto a Banksy, però, Obey è più glamour e meno performativo, più 'istituzionale' e meno anarcoide. Il che non ci impedisce d'apprezzare e di lasciarci ispirare anche da lui, comunque ;-)

Typography | Inspiring Quotes: prendete la vostra!

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La tipografia come arte mette in relazione un testo con la sua rappresentazione e articolazione nello spazio al fine di rendere la comunicazione del messaggio più efficace. Qui trovate alcune citazioni che sono state convertite in altrettanti prodotti d'arte tipografica. Prego, prendetene una o più a vostra scelta, e in bocca al lupo! :-) [e sì: questo post di stamane compensa - spero - con la leggerezza quello riflessivo lanciato in rete ieri sera ;-) ] Never Do the Same Thing Twice Never Do the Same Thing Twice  by ~ Espador Picasso Quote Picasso Quote  by ~ JamesRandom Out of Focus Out of Focus  by ~ notiondigital Maybe Maybe  by = stephensheehan Solution Solution  by ~ AagaardDS Life and Wisdom - Inspiring Quote Life and Wisdom  by  Aaron Christopher Judd One for the ladies One for the ladies  by  Erik Marinovich Albus Inspirational Quote in Typography Albus Quote  by ~ angelx129 If You Do Nothing

Atti simbolici in microesplosioni controllate

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Poco più d'un anno fa pubblicavo qui un piccolo post dal titolo " Continuare a danzare, finché ci sarà musica ". Riportava un brano da Murakami, in particolare dal libro Dance, dance, dance che è il mio preferito tra i suoi romanzi. Quando sono disperata, di fatti, ho imparato ad adeguarmi a quel testo e l'uomo-pecora, piano piano, muta poi nuovamente le mie giornate in positivo. Un po' come il motto "Keep calm and carry on" che continuiamo a vedere usato nell'ultimo anno un po' dappertutto. Tipo "stringere i denti e andare avanti", sebbene per me le istruzioni di Murakami siano più puntuali rispetto ai suddetti motti invero generici - definiscono piuttosto una modalità, uno stile, e un'intera prospettiva d'azione che include la speranza. Poi mi chiedo anche se ancora si possa, oltre a fare ciò, compiere qualche 'azione', e nella deriva politica (e ancor prima culturale) attuale, penso in primis - come ho scr

Think out of the box! :-)

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Meglio questa di un pipistrellino dormiente ;-) ˙˙˙ǝʇuǝɹǝoɔuı ìsoɔ ,ǝ uou àʇlɐǝɹ ɐllɐ ǝɹɐpɹɐnƃ ǝlɐnb ɐllɐp ɐʌıʇʇǝdsoɹd ɐʌonu ɐun ıpuınb 'ɐʇɐɹpɐnbuı|ǝlɐɯɹou|ɐʇʇıɹp oʇʇnʇ lǝp uos uou ɐssǝʇs oı 'ǝpuoɹʇlɐ,p ˙ıɔıɯɐ ıǝıɯ ıǝp ɐıoıƃ ɐl ɹǝd 'oıɹɐɹʇuoɔ lɐ ıɯopuǝɯıɹdsǝ oʇs ǝʇɐʌıɹd ıuoızɐɔıunɯoɔ ǝllǝu ǝɥɔ ouɹoıƃ lı oʇʇnʇ ,ǝ 'ìs ǝ ˙˙˙ıɹoʇnɔolɹǝʇuı ıɹdoɹd ıǝp ɐʇıʌ ɐl ǝlɐǝɹɹns ùıd ,od un ǝɹǝpuǝɹ ıp ǝuoızuǝʇuı ɐıɹdoɹd ɐl ǝɯıɹdsǝ oɹʇsou lı ǝlɐnb lǝu (sǝqqoɥ & uıʌlɐɔ) uıʌlɐɔ ıp ɐʇnʇʇɐq ɐun oʇınƃǝs oɥ ıƃƃO Questo "gioco innocuo per bambini scemi" (come commenterebbe mia nonna) si trova qui -> FlipTitle

Bibel Kaltoun: Zoo-Project Tunis

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Lo street-artist Bilel Kaltoun è un giovane artista franco-algerino non nuovo ad usare la propria arte (disegnare sagome di persone simboliche in contesti sociali di conflitto, così come realizzare murales sui medesimi soggetti) per commentare e ricordare i promotori di cambiamenti e rivoluzioni collettive. Zoo Project Tunis si inserisce all'interno di tale prassi e celebra l’inizio della "Primavera araba", quell'ondata di rivolte di piazza che portò alla caduta e all'esilio del presidente tunisino Zine Abidine Ben Ali e all'apertura (si spera) di Tunisia e dei paesi vicini alle istanze della cittadinanza. Uomo-simbolo del movimento tunisino è Mohamed Bouazizi, venditore ambulante che si diede fuoco per protestare contro il sequestro da parte della polizia della sua merce, insieme e ad altri 40 'martiri' che Kaltoun rende omaggio con altrettante figure a grandezza naturale delle vittime. Sul sito ufficiale di Kaltoun, inoltre, trovate